misteri

Figli di dio o scimmie evolute?

Fin da quando l’essere umano è apparso sulla faccia della Terra ha cercato di porsi l’unica grande domanda che viene prima di tutte le altre: da dove veniamo?
Sino alla metà dell’800 la risposta era una ed indiscutibile: siamo stati creati da dio a sua immagine e somiglianza e quindi l’unica teoria “accessibile” era quella del creazionismo che aveva come sponsor la chiesa cattolica.
Ma, appunto a metà del diciannovesimo secolo, un biologo britannico, di nome Charles Darwin, sfruttando l’apertura culturale dell’epoca nonchè i suoi lunghi studi scientifici, giunse alla conclusione che la nostra specie sarebbe frutto di un lento processo evolutivo-adattativo che ebbe inizio milioni di anni or sono e che avrebbe portato certi ominidi scimmieschi vissuti centinaia di migliaia di anni fa ad evolversi sino ad arrivare a quelli che siamo oggi.
Ed ecco che, accanto al già citato creazionismo, si è affiancata da poco anche la teoria evoluzionistica la quale, per dirla in breve ed in modo abbastanza terra terra, afferma che dio non c’entra niente e che noi esseri umani altro non siamo che scimmie evolute.
Facile immaginare quanto la chiesa abbia osteggiato questa teoria “eretica”. Se il buon Darwin fosse vissuto ed avesse fatto le sue considerazioni un paio di secoli prima sarebbe finito senza ombra di dubbio sui milioni di barbecue organizzati nelle pubbliche piazze da quei simpaticoni in palandrana nera. Galileo e Giordano Bruno ne sapevano qualcosa. Il primo, per salvarsi le chiappe dovette abiurare, il secondo non lo fece e finì flambè.
Ebbene, al giorno d’oggi, tertium non datur, in altre parole se vogliamo sapere da dove veniamo, o crediamo che ci abbia creato qualche dio, oppure siamo scimmie moderne.
Se uno crede ciecamente alle barzellette che raccontano i simpaticoni in veste nera allora non avrà dubbi e sposerà la prima ipotesi. Atei e scienziati ovviamente sposeranno la tesi darwiniana.
Il grosso problema, se qualcuno va a fondo della questione, è quello che la teoria di Darwin fa un pò acqua da tutte le parti e questo, nel mondo scientifico, è ben risaputo.
In breve, ed è questo il fine di questo post, vorrei evidenziare solo alcune questioni che “non tornano” in base alla teoria darwiniana, ignorando del tutto la favoletta di Adamo ed Eva, del paradiso terrestre, del serpente e della mela perchè a quella ormai non crede neanche il mio gatto.
1) Dal momento dell’apparizione di “homo sapiens”, avvenuta, pare, 300.000 anni fa, l’evoluzione morfogenetica della specie homo si è arrestata ed è iniziata un’evoluzione intellettiva e culturale. Le leggi di adattamento naturali rispondono soltanto alla sopravvivenza della specie in un determinato ambiente e riguardano modificazioni fisiche (pelo, denti, lunghezza degli arti), non certo di sviluppo di una capacità estranea a questo. Se pensiamo a quale “utilità” adattativa abbia la nostra capacità di linguaggio, ecco che la teoria di Darwin non può avere una risposta valida.
2) Se deriviamo da una lenta evoluzione scimmiesca, i siti geologici e paleoantropologici dovrebbero essere pieni di queste “specie intermedie” e invece niente, in altre parole non siamo ancora riusciti a trovare l’anello mancante che ci collegherebbe, senza ombra di dubbio, alle scimmie vissute milioni di anni fa.
3) Domanda: ma se noi deriviamo dalle scimmie, come mai scimpanzè e bonobo sono rimasti tali da milioni di anni, mentre noi siamo apparsi improvvisamente e, in un periodo evoluzionisticamente ed inspiegabilmente rapido, siamo diventati quello che siamo?
4) Questione molto tecnica: il nostro patrimonio genetico è differenziato di circa l’1% da quello degli scimpanzè. Noi abbiamo 46 cromosomi, mentre i simpatici scimpanzè ne hanno 48. L’unica differenza è data dal cromosoma 2, che negli esseri umani si è misteriosamente “unificato” formandone uno molto più lungo, mentre nelle scimmie è rimasto diviso. A detta dei biologi non sembrerebbe affatto una mutazione naturale…
5) L’essere umano ha caratteristiche inadatte a qualunque ambiente naturale del pianeta terra. Non abbiamo peli sul corpo che ci proteggano, nè artigli o zanne per difesa, insomma per sopravvivere in qualunque zona del pianeta siamo costretti a vestirci, costruire armi ed abitazioni pena la morte certa. Inoltre, fattore unico tra tutte le specie, i nostri capelli crescono all’infinito e non è difficile capire come questo fattore non sembra affatto un adattamento evolutivo in quanto i capelli lunghissimi sono sicuramente una caratteristica che va contro la sopravvivenza della specie.
6) Il fattore sanguigno RH-; circa il 15% della popolazione mondiale, peraltro concentrata in particolari zone geografiche, ha il gruppo sanguigno RH-. La sigla RH sta per Rhesus, che è un tipo di scimmia, per cui l’85% della popolazione ha questa proteina sulla superficie dei globuli rossi, il che potrebbe confermare una discendenza da antenati scimmieschi, ma perchè allora non siamo tutti con fattore RH+?
7) Siamo l’unica specie che necessita di assistenza per il parto, mentre ogni altra specie animale vi provvede senza problemi ed in solitudine, oltretutto senza alcun rischio per la salute. Nell’essere umano, invece, il parto deve essere assistito e, ancora oggi, non è esente da rischi, ben consapevoli che da sempre esso ha rappresentato una delle principali cause di morte per la donna almeno sino al 19° secolo. Ma anche oggi, secondo i dati Unicef, nei Paesi in via di sviluppo, si hanno 300.000 decessi all’anno. E’ davvero strano che un momento fondamentale della vita come quello della nascita, sia un evento che può mettere a rischio la stessa continuità biologica della specie.
Di esempi ce ne sarebbero molti altri, ma, dopo queste contraddizioni lascio aperta la questione, anticipando che forse una terza teoria esiste ma ci vuole davvero grande apertura mentale per prenderla in considerazione…

Il campo vuoto

Il vuoto, che concettualmente rischia di essere scambiato per il puro nulla, nei fatti è il serbatoio di infinite possibilità (Daisetsu T. Suzuki)

Mi ha molto colpito che una delle parole più utilizzate nel nostro linguaggio comune sia praticamente un sinonimo di “Dio” senza che nessuno lo sappia.
Mi riferisco al concetto di “vuoto” che nella comune accezione sta a significare l’assenza di qualcosa in uno spazio definito.
Però, se ci riflettiamo un attimo, ci rendiamo subito conto che il concetto di vuoto, almeno qui sulla Terra, non può esistere. Se ho davanti a me un bicchiere vuoto, potrà esserlo di acqua o di qualunque altro liquido, ma sarà comunque pieno d’aria.
Già Aristotele, 2500 anni fa, affermava “natura abhorret a vacuo”, la natura rifugge il vuoto, su cui si basò la conseguente dottrina filosofica e psicologica dell’horror vacui, il terrore del vuoto.
Ma oggi, con le attuali cognizioni di fisica quantistica possiamo davvero scoprire se questo fantomatico concetto esiste davvero?
Lasciamo per un attimo il nostro pianeta con l’immaginazione e spingiamoci lontano nello spazio. Nel buio profondo dell’immensità galattica aria non c’è e nemmeno luce ma sappiamo che esso è pieno di particelle che fluttuano e che sono state scoperte poco alla volta con il passare degli anni.
Ma allora un vuoto assoluto, in cui nulla esiste è davvero possibile?
L’argomento è oggetto delle dispute più accanite da parte di scienziati e filosofi, anche perchè, se si va a fondo, si arriva a conclusioni anche inquietanti.
Oggi disponiamo di tecniche che ci consentono di “frantumare” la materia nelle sue componenti più infinitesimali, siamo arrivati ai quark, di cui sono composti i nuclei atomici ma di cosa siano fatti i quark, ad oggi, ancora non siamo in grado di scoprirlo. L’ipotesi più accreditata è quella che, come una perfetta circonferenza, ci porta dal concetto di vuoto al concetto che quest’ultimo è pieno di qualcosa…un “campo”, così lo hanno definito gli scienziati, da cui prendono forma tutte le particelle di cui è costituita la realtà che conosciamo.
Il vuoto dunque non esiste, esiste certamente questo misterioso campo, detto campo quantistico, che è l’entità fisica fondamentale. Un mezzo continuo, presente ovunque nello spazio, da cui si originano tutte le cose, anzi, per meglio dire, il campo è lo spazio stesso. Ogni particella, noi compresi, sarebbe quindi la “condensazione” locale di questo campo, semplici condensazioni di energia che vanno e vengono, si creano dal campo ed in esso alla fine si dissolvono, una specie di mare, mosso in alcuni punti, e più calmo in altri, da cui vanno e vengono onde più o meno alte che alla fine si riuniscono a quel mare che le ha generate.
Altra cosa stupefacente è il fatto che questo campo è certamente intelligente, visto cosa è riuscito a creare in tutto l’universo ed il solo pensarci fa girare la testa. Un campo intelligente, un vuoto creativo, da cui tutto nasce ed in cui tutto torna…stai a vedere che quello che comunemente chiamiamo Dio non è alla fine quel campo quantistico?
Nel lontano 1200 un poeta mistico sufi dal genio incommensurabile, Rumi, disse: “Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù”. Gli illuminati sanno cose che la gente comune non sa. Lui era un illuminato e probabilmente era proprio al campo quantistico che si riferiva…

Il guardiano della soglia

La verità è sotto i nostri occhi, lo è sempre stata da millenni ma noi continuiamo a non accorgercene, forse oggi meno che mai.
L’esigenza di conformarsi, il timore del giudizio altrui, le credenze indotte che noi crediamo siano le nostre idee, commettendo un errore madornale, Il continuo brusio di fondo della nostra mente di superficie, che ci spinge continuamente a rimpiangere il passato o a sperare in un più clemente futuro, ci fa perdere continuamente l’attimo presente, che, invece è tutto ciò che abbiamo. Ed ecco che sprechiamo tutta la vita con la mente impegnata in qualcosa che non esiste, perdendoci tutto quello che stiamo vivendo in un dato momento. Perchè tutto questo?
Beh, credete che Satana non esista? Esiste eccome, solo che non è affatto il capro con tanto di corna immaginato dall’iconografia cristiana che regna all’inferno mentre il dio barbuto si è presa la competenza sul paradiso. Non può essere così semplice e poi non servirebbe a niente questa situazione.
Inferno e paradiso sono dentro di noi, fuori non c’è nulla e qualcosa si è impossessato della nostra mente di superficie, governando così tutta la nostra vita, soffocando la nostra mente profonda ed intuitiva e nutrendosi della nostra energia sotto forma di sentimenti negativi come rabbia, invidia, tristezza, depressione, avidità, prevaricazione…guardatevi attorno e capire che è così.
La religione cattolica lo chiama Satana (Sh’atan in ebraico significa “l’avversario”), gli induisti li chiamano Asura, la Kabbalah ebraica lo chiama appunto l’avversario o lo sfidante, Carlos Castaneda lo chiama “il voladòr”, nell’omonimo film, con i dovuti adattamenti cinematografici, lo chiamano “Matrix”, insomma un’entità che tiene l’umanità in scacco, governando le menti e facendo credere di vivere una vita fatta di libere scelte quando non è affatto così. Stanno tutti dormendo e non lo sanno.
A me piace un termine rosacrociano, anche perchè una figura del genere non va odiata o combattuta, ma è lì per un motivo: per farci progredire su un cammino che è alla portata di tutti ma che va conquistato. E’ il “Guardiano della soglia”, Cerbero, il drago sputafiamme che non ci permette di passare oltre quel limite se non ce lo meritiamo davvero. Se ci accorgessimo di questa situazione non produrremmo più sensazioni e vibrazioni negative, svilupperemmo una zona di “silenzio interiore” dove lui non può entrare e nutrirsi di quelle stesse emozioni. Una volta che quel campo di silenzio interiore è ben sviluppato e solido allora verremo inondati di una diversa consapevolezza ed il Guardiano della soglia non potrà fare altro che farsi da parte e farci passare, dandoci accesso a “mondi” (nella nostra mente) in cui tutto è possibile…
E’ un percorso non facile, certo, si cade e si soffre, ma ci si rialza ed è possibile se ne avete piena consapevolezza. Se ci riuscite vi si aprono possibilità infinite. Se credete che siano stupidaggini, bene, allora buonanotte e continuate a dormire cullati dal vostro guardiano…del resto il più grande inganno che il diavolo ha fatto all’umanità è sato di fargli credere che non esiste.

Il mistero della Forza

Sollevare un libro è la stessa cosa che sollevare un elefante? Questione di punti di vista, chiunque direbbe “ma ovviamente no! Che razza di domanda stupida è?”

Bè, per il saggio maestro Yoda la questione è diversa, non c’è differenza tra le due cose, la differenza è nella nostra mente e quindi suggerisce al “novizio” Luke di “disimparare tutto quello che ha imparato finora” perchè l’elefante è troppo “grande” rispetto al libro. Il segreto non sta nelle dimensioni ma nella “Forza” e se ti allei con essa, ben presto scoprirai che “un potente alleato essa è”, per usare le stesse parole del maestro Yoda.

Ma cos’è questa entità misteriosa? Uso ancora le parole di Yoda: “La vita essa crea ed accresce, la sua energia ci circonda e ci lega. Illuminati noi siamo e non questa materia grezza (il corpo n.d.r.). Tu devi sentire la forza intorno a te, qui, tra te, me, l’albero, la pietra, dovunque…”

Ok, sono partito da una citazione hollywoodiana ma l’argomento non è così leggero come può sembrare perchè io sono convinto che questa forza esista, solo che non sappiamo come riconoscerla ed utilizzarla.

Chi ha saldi principi religiosi monoteisti la chiama Dio, Allah, o in qualunque modo le sue credenze lo abbiano condizionato.
Gli scienziati lo chiamano “campo di forza” o campo di Higgs, quel campo alla base di tutto da cui si formano tutte le particelle che compongono la materia e che non siamo in grado di misurare ma sappiamo che c’è.
Uno psicanalista austriaco di nome Wilhelm Reich, nella prima metà del 900 la chiamò “energia orgonica”, l’energia di cui sarebbe pervaso l’Universo e che egli credette addirittura di poter misurare.
Le discipline orientali ne fanno un fondamento della loro esistenza, il “Chi” dei cinesi, il “Ki” dei giapponesi, il “Prana” degli induisti.

Insomma chiamatela come più vi piace ma pare che siano tutti d’accordo sul fatto che esista, lo si dice da millenni e lo si dirà per millenni, perchè Yoda viene dal futuro…

Comunque la chiamiate, voi riuscite a sentirla?

Ayahuasca

Questo è il seguito al mio precedente post sulla ghiandola pineale e sulla sostanza da essa prodotta, la DMT, visto che molti si sono incuriositi.
La Dimetiltriptamina, ribattezzata dal ricercatore americano Rick Strassman, “la molecola dello spirito”, è quindi già prodotta dal nostro cervello e viene secreta in grandi quantità al momento della nascita, della morte e durante il sonno.
Ma noi produciamo anche un enzima che si chiama Mono Amino Ossidasi (MAO) che disattiva la DMT prodotta e quindi ci impedisce di sperimentarne gli effetti. E’ come se avessimo uno strano blocco fisiologico naturale.
Ebbene, sin da 2.500 anni fa, le popolazioni indigene del Sudamerica hanno individuato due piante nella foresta amazzonica, la liana di ayahuasca (Banisteriopsis Caapi) e la foglia di Chakruna (Psychotria viridis). La seconda contiene il principio attivo della DMT, la prima, che è l’ingrediente più importante, disattiva l’enzima MAO e quindi lascia che la DMT dispieghi in pieno i suoi effetti che altrimenti sarebbero bloccati, evento che, come ho già detto, avviene quotidianamente, in dosi diverse, nel nostro corpo durante la notte, visto che la DMT è prodotta dalla nostra ghiandola pineale.
La prima questione strana è come abbiano fatto gli antichi indios dell’Amazzonia a scoprire, tra centinaia di migliaia di di specie vegetali della giungla, l’esatta combinazione di due piante in grado di produrre gli effetti dell’ayahuasca! Questo, ad oggi, resta un mistero.
L’assunzione di questo preparato non è cosa da poco, va fatta sotto la supervisione di un Ayahuasquero esperto perchè non è come fumare una canna. Possono succedere cose incredibili per cui è una cerimonia di gruppo che va effettuata con un esperto “guardiano”.
Ognuno ha esperienze differenti con questa sostanza, del resto chi ha letto i libri di Carlos Castaneda sa che gli antichi sciamani erano in possesso di tecniche di viaggi mentali, con altre sostanze simili, come il peyote e la mescalina, che nessuno ha mai compreso.
Sta di fatto che per alcuni l’esperienza è al livello di guarigione fisica, per altri ha a che fare con la sfera emozionale. In ogni caso pare che sia un’esperienza che lascia un segno profondo in chi l’ha fatta. Si aprirebbero le porte della percezione e ci sarebbe un processo di “purificazione”, effetto descritto anche dal grande scrittore Aldous Huxley.
L’ayahuasca non ha proprietà curative riconosciute ma l’effetto che dispiega attraverso i meccanismi cerebrali ha indotto profondi cambiamenti in tutti coloro che l’hanno sperimentata.
Un aspetto molto importante di tutto ciò è il fatto che l’ayahuasca è perfettamente legale. Certo non troverete questo antichissimo preparato sugli scaffali del supermercato e neanche in giro da canali più loschi ma, persino in Italia, Paese notoriamente repressivo in fatto di stupefacenti, non si è potuto fare a meno di riconoscere che si tratta di sostanza naturale non vietata dalla legge. La DMT è considerata illecita, infatti è presente nell’elenco legislativo delle “droghe” proibite, l’ayahuasca no. Dal momento che la DMT è prodotta dal nostro cervello naturalmente, tutti sappiano che nascondiamo in testa un pericoloso spacciatore.
Sugli effetti è difficile descriverli, se date un’occhiata in rete potrete trovare le esperienze più disparate e particolari, nessuna uguale all’altra, ma tutte segnate da un mutamento profondo delle persone che l’hanno assunta.
Esiste un libro interamente dedicato a questa sostanza, opera di un giornalista americano, considerato uno dei più grandi esperti (occidentali) di ayahuasca al mondo, la cui immagine di copertina è in cima a questo post… se cercate un libro interessante da leggere per la prossima estate, ve lo consiglio.

La bellezza dei sogni

Sembrerebbe che in una vita media passiamo più di sette anni sognando. Quindi per sette anni della nostra vita viviamo in un altro mondo, onirico, fatto di mistero, in cui tutto è possibile, in cui abbiamo la possibilità di ritrovare chi non è più in questa vita, di compiere gesti impossibili, di fermare il tempo, di visitare mondi nuovi e di emozionarci a tal punto che a volte gli effetti di un sogno sono visibili al risveglio…
Passiamo molto più tempo sognando che in vacanza, entriamo in contatto con persone sconosciute ma che ci sembrano stranamente familiari anche se sappiamo di non averle mai viste, viviamo esperienze a volte piacevoli, altre volte meno, come se fosse una specie di vita nella vita.
Un filosofo cinese del 400 a.c., Chang Tzu, disse una volta: “Figlioli, questa notte ho sognato di essere una farfalla: ora io non so se ero allora un uomo che sognava d’essere farfalla, o se io sono ora una farfalla, che sogna di essere uomo. So che l’una o l’altra risposta sono parimenti logiche. Vi prego di meditare molto prima di scandalizzarvi.”
E se dalle pieghe più nascoste della notte si affacciassero davvero le più profonde verità?
La maggior parte di noi non da nessuna importanza ai sogni ed alla ripresa della vita “normale” essi restano un vago ricordo che sbiadisce ed a cui non si pensa più. E se invece fossero più importanti di quanto non si pensi?
Questo universo, al pari della nostra mente, ha una logica che non abbiamo ancora capito ed infatti come ci è sconosciuto il 95% circa dell’Universo, così ci sono del tutto sconosciuti i nostri sogni. Paradossalmente abbiamo capito più dell’immenso Universo che di noi stessi.
Eppure fior di menti eccelse, nel corso dei millenni, hanno cercato di far luce su questo insondabile mistero, a partire dagli egizi 2000 anni prima di Cristo sino ad arrivare a Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, sia pure con diverse visioni.
Credo che oggi si possa arrivare a pensare che esiste un mondo diverso, appartenente più allo spirito che alla fredda ragione, che in sogno ci parli e ci guidi con un linguaggio spesso troppo misterioso.
Mentre siamo addormentati i nostri limitati sensi si quietano e dall’inconscio emerge qualcosa che parla il linguaggio dell’anima, portando alla luce certe passioni e desideri, paradisi perduti, richiami struggenti e persone dimenticate nelle pieghe di vecchi ricordi.
Troppo spesso tendiamo a bollare come “senza senso” tutto ciò che non comprendiamo ed è già tanto se riportiamo a qualcuno che ci è vicino la solita frase “stanotte ho fatto un sogno assurdo”.
Ma siamo poi così sicuri che l’unica risposta possibile sia quella razionale? Siamo così certi che non ci sia una risposta alternativa che sia dettata dal cuore o dall’anima che parlano con un alfabeto che siamo così limitati da non aver ancora compreso? E se fosse una richiesta dell’anima di una libertà che le è più consona?
La verità è che non siamo ancora pronti a certe cose, intuiamo che ci deve essere qualcosa di più, ma non riuscendo a capire cosa, si fa prima ad archiviare i sogni tra le cose “senza senso”.

Anima terrena o spirito superiore?

Da qualche parte ho letto che Gesù una volta ha diviso le anime in terrene e spiriti superiori. Le prime, a quanto pare, avrebbero scalato la gerarchia sempre su questo pianeta nei millenni “facendo carriera” dal regno minerale per passare a quello vegetale, poi a quello animale per essere finalmente promossi, alla stregua del miglior Fantozzi, ad esseri umani e qui intraprendere un lungo e difficile cammino verso l’illuminazione definitiva. Un percorso davvero lungo e difficile.
I secondi, sempre secondo un’interpretazione condivisibile o meno, sarebbero molto più evoluti ed avrebbero vissuto non solo qui su questo piccolo ammasso di fango chiamato Terra, alla periferia di una galassia tra milioni di altre stelle, ma anche su altri mondi, con ogni probabilità più evoluti di questo (non è che ci voglia poi molto) ed in qualche modo avrebbero una maturità di anima più evoluta di chi, qualche esistenza fa era una scimmia.
E’ una teoria interpretativa delle parole di Cristo, ma se ci si guarda attorno forse l’idea non è così pellegrina.
Guardare migliaia di persone che in uno stadio urlano cori di incitamento al branco di una squadra di calcio non può non richiamare alla mente gli ululati di un gruppo di primati che inneggiano ad un pranzo nella giungla.
Resta da chiedersi se la presenza in questa era di spiriti superiori (voglio evidenziare che il concetto di superiorità non ha nulla anche fare con vanità ed ego) sia una “punizione” per pecche o manchevolezze di questi ultimi oppure una missione per cercare di migliorare questo sperduto pianeta. Opera scelta da arditi volontari che hanno deciso di incarnarsi sul “pianeta delle scimmie”, tanto per fare una citazione cinematografica.
Qui le tentazioni sono tante, ambizioni, egoismo, denaro, tutte droghe dei sensi, e qualcuno è inevitabile che si perda attratto dalle sfolgoranti luci e tette del casinò Terra…ma magari è solo una vacanza premio, con il monito di ricordarti sempre che qui puoi si divertirti, ma hai anche una missione da compiere e quindi o adempi al tuo dovere o dovrai ritornarci…e non so a quanti faccia piacere.

Riflessioni

Avete mai osservato l’incredibile coesione ed armonia del volo sincronizzato degli stormi di uccelli nel cielo? O quei banchi di pesci dove ogni singolo sembra coordinato alla perfezione con gli altri come se fossero tutti guidati da una singola mente? Sono costituiti da molte decine di migliaia di elementi ma assumono forme assolutamente armoniose, si aprono e poi si ricompattano in una danza vitale che noi uomini facciamo fatica a comprendere.
Sia pesci che uccelli non sono “guidati” dai segnali di un “capo-formazione”, sarebbe impossibile effettuare certi movimenti sincroni e continui su input di segnali acustici o visivi. Allora come si spiega?
E’ possibile che sia la manifestazione in natura di un fenomeno per ora verificato solo negli studi di fisica quantistica sull’infinitamente piccolo? Sto parlando dell’entanglement, qualcosa di cui siamo venuti a conoscenza nei laboratori ma che potrebbe essere uno dei pilastri delle leggi della natura.
Questo “intreccio” potrebbe avere manifestazioni palesi anche nel mondo macroscopico e soprattutto in quello psichico. Gli animali lo usano abitualmente, noi no.
Ci troviamo spesso di fronte ad un fenomeno che opera su vasta scala e che ci mostra palesemente in che mare di ignoranza abbiamo vagato per secoli ed in cui andiamo ancora alla deriva.
Ma è tutto normale se ci rendiamo conto di vivere in uno stadio di civilizzazione e di evoluzione di coscienza e conoscenza scientifica che si trova ancora in una fase molto arretrata. Non si può negare che si siano fatti grandi progressi tecnologici, siamo riusciti a gettare uno sguardo in zone inesplorate dell’universo infinito, abbiamo l’intero pianeta in una comunicazione simultanea in ogni momento, siamo arrivati a mettere piede su pianeti lontani (anche se considerare “lontana” una distanza nell’ambito del nostro sistema solare è come mettere un piede oltre la soglia di casa rispetto alle dimensioni dell’Universo), stiamo muovendo i primi passi nella manipolazione genetica, ma l’errore che si è fin qui compiuto è stato quello di concentrarci esclusivamente sul mondo della materia, ciò in cui viviamo e sopravviviamo. Abbiamo imparato a riempire smodatamente il nostro stomaco, cerchiamo piaceri impossibili nella nostra ingordigia di accumulazione del denaro, e siamo talmente presi dalla nostra forsennata ricerca del piacere e delle brame di potere che ci siamo completamente dimenticati della natura duale dell’universo: mente e materia, che interagiscono perennemente tra di loro, con una netta predominanza della prima sulla seconda. Forse crediamo di dominare la materia ma siamo dominati dalla mente e quindi siamo schiavi di qualcosa che la stessa mente potrebbe aver creato. L’entanglement quantistico, quella comunicazione biologica dei pesci e degli uccelli di cui ho detto prima, la telepatia, la telecinesi, e tutto ciò che coinvolge la psiche, lo abbiamo considerato una anomalia di cui non parlare, ma esiste ed è la dimostrazione di un regno metafisico che non riusciamo a comprendere e spiegare per cui lo neghiamo. Ma è fisica, non metafisica. E’ la parte sommersa di un iceberg che solo adesso stiamo iniziando ad intravedere e che ci porterà a scoperte inimmaginabili, un “risveglio” dopo un torpore durato migliaia di anni in uno stato di ibernazione che sembrava non finire mai.
Qualcosa di davvero grande governa la nostra realtà. Nei secoli gli uomini lo hanno chiamato “Dio”, in mille modi diversi, perchè tale realtà la sentiamo ma non la capiamo. Ma la strada è aperta ed abbiamo cominciato ad intravedere che possiamo unire quel “sentire” al “capire” certe dinamiche che fanno parte di una realtà vastissima che pervade l’universo intero.

Entanglement

Da quando mi sono appassionato alla fisica quantistica, materia che, fino a poco tempo fa, mi era sconosciuta quanto la lingua mongola, devo confessare che mi si è aperto un mondo, avendovi trovato spunti davvero significativi alle domande che, sempre più frequenti, si affollano nella mia mente. Ho detto spunti e non risposte, eh?

Ebbene, forse la cosa più incredibile, meravigliosa, affascinante, e… terribile per le sue implicazioni è quella del cd. entanglement.

Questo fenomeno, riscontrato da rigorose e molteplici dimostrazioni scientifiche, per ora sperimentate sulle particelle più piccole di cui è composta la materia, ha un qualcosa di magico e meraviglioso che non siamo riusciti a capire come possa trovare applicazione in quella che noi definiamo realtà o vita di tutti i giorni. Che si applichi è fuori di dubbio perchè noi stessi siamo costituiti, alla base, di quella stessa materia, che però ha regole che nella vita ci sembrano delle magie che neanche i personaggi di Star Wars riuscirebbero a realizzare. Come mai?

Veniamo all’entanglement. Questo termine fu introdotto per la prima volta da Schroedinger ed è anche conosciuto come paradosso EPR (Einstein, Podolsky, Rosen) o teorema di Bell.

Si tratta di un fenomeno osservato, ma scientificamente inspiegabile, che collega indissolubilmente due elementi anche se essi sono separati fisicamente nello spazio, qualunque sia la distanza che li divide e ovunque siano nell’Universo.

Non mi addentro nel tecnico ma pensate a due trottole che girano, una sulla Terra e l’altra su Plutone piuttosto che su Alfa Centauri o ancora più in là. Se in un certo momento quelle trottole sono state in contatto tra loro e poi le si divide come detto, se io inverto il senso di rotazione di quella sulla Terra, ISTANTANEAMENTE invertirà il suo senso di rotazione anche quella su Plutone, senza che tra di esse vi sia alcuna forma di comunicazione rilevabile.

Incredibile, vero? Che significa? E’ la punta di un iceberg che nasconde qualcosa di infinitamente vasto e nascosto, qualcosa di meraviglioso che non abbiamo capito, perchè implica che ogni cosa che esiste nell’Universo (si badi ho detto Universo, non Terra) può potenzialmente condizionare il comportamento, in modo totale o parziale, di ogni altra cosa esistente nello stesso Universo. Ogni cosa, e quindi ogni essere, sono in qualche modo, seppur razionalmente inspiegabile, collegati con tutto ciò che esiste, interagendo e condizionando tutto ciò che esiste.

Ne deriva che ciò che appare separato nello spazio è in realtà strettamente collegato nello spazio e nel tempo. Anche noi esseri umani.

Personalmente ne deduco che due esseri che sono in qualche maniera entrati in contatto tra loro (entangled) restano comunque connessi, influenzandosi a vicenda. Questa è una cosa che molti di noi già percepiscono nettamente senza riuscire a capirne la ragione (pensate ad una madre con il figlio). Certo, scoprire come questo fenomeno sia concretamente possibile tra sistemi complessi come gli esseri umani è davvero difficile, ma è innegabile che esista.

Altra deduzione: se questo è vero, l’odio verso qualcuno con cui si è stati in contatto si può ritorcere verso di noi? E’ come se odiassimo una parte di noi stessi…

Bè, magari c’è chi potrebbe bollare questa realtà nascosta come una emerita cazzata, ma io non ce la faccio… mi affascina e mi fa paura allo stesso tempo.

Ho provato ad affrontare il discorso anche con persone di Chiesa per cercare di comprendere il loro punto di vista… Sono fortunato che hanno abolito i roghi altrimenti sarei stato certamente condannato come eretico perchè nessuno di loro concepisce il fatto che sia in noi e non in un qualcosa di esterno e capriccioso la vera sorte della nostra vita…