coscienza

Imagine…

E’ il titolo di una delle più belle e visionarie canzoni mai scritte e probabilmente, proprio per questo, ha avuto un successo che pochi altri brani musicali possono vantare.
Il grande John Lennon ha voluto lanciare un messaggio forte con quella canzone; il suo testo era avanti di secoli sullo stato dell’umanità. Semplice e complicato allo stesso tempo.
Purtroppo quasi tutti probabilmente si sono fermati alla musicalità della sua opera, ammantata dalla fama infinita che il suo autore poteva vantare, ma il suo messaggio era rivolto molto più in profondità.
Immaginare che non esistano più paradisi ed inferni, che tutti possano vivere l’attimo presente, che le religioni ed i confini tra le nazioni scompaiano…
Visionario, certo, ma anche illuminato perchè è questo a cui il genere umano deve aspirare ma sembra così facile da dire e così difficile da attuare.
Io ci aggiungerei anche qualcosa d’altro che in pratica impedisce la realizzazione del desiderio dell’ex Beatle.

La sfida, la competizione tra le persone si è riflessa anche sul piano sportivo, scolastico, lavorativo, quindi immagina se allo stadio non andasse più nessuno a vedere uno spettacolo che, se uno ci pensa bene, è davvero demenziale.

Immagina se nessuno pagasse più l’abbonamento alle pay tv che trasmettono il calcio. Sarebbero costrette ad adeguare i programmi alle rinnovate esigenze delle persone che, ci si augura, saranno un pò più elevate.

Immagina se a votare alle elezioni non ci andasse più nessuno. I politici non sarebbero più eletti e si dovrebbe cambiare tutto il sistema. Magari ne viene fuori qualcosa di buono, perchè tanto peggio di così sarebbe davvero impossibile.

Immagina se tutti si mettessero a leggere i classici della letteratura invece che le biografie di rapper e calciatori…si svilupperebbe una consapevolezza ed una compassione incredibile e la vita di tutti cambierebbe in meglio.

Immagina se tutti lavorassero di meno. Siamo una società ipertecnologica che però non è riuscita a delegare alle macchine nemmeno un minuto del nostro lavoro, anzi lo ha persino aumentato e non si capisce come sia potuto succedere.

Immagina se tutte le persone si svegliassero davvero…

Guerriero

Non si è guerrieri nel senso che credete. Si usano armi invisibili che non sono associate a nessun tipo di violenza, non si fa guerra a nessuno ma ci si difende se si viene attaccati, anzi si deve avere l’abilità eccelsa di usare l’altrui aggressività come difesa.
Un guerriero lotta però ogni giorno contro i suoi dèmoni, perchè sa che il nemico più temibile di un uomo non è nel mondo esterno ma nella sua anima, e se l’anima perisce, il corpo farà la sua stessa fine mentre può non essere vero il contrario.
Vincere guerre e conquistare nazioni può rendere potenti e temuti, fare la stessa cosa con le proprie cattive abitudini e conquistare il completo controllo di se stessi ti rende invincibile.
Se non si è svegli ed all’erta sempre non si riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati allorquando ci si immerge nelle lotte quotidiane.
Il guerriero insegue i propri sogni, non quelli preconfezionati della società o degli altri, perchè sente il suo destino, lo vive nel cuore e sulla pelle come una bruciatura e non importa quanto in salita sia la strada, se quella è la sua via vuol dire che ha la forza per affrontarla.
Un guerriero non si lascia abbattere dalle difficoltà, perchè non è detto che esse siano cose negative, solo il tempo può dire se qualcosa è giusto o no per noi in un certo momento. Forse accadono per mostrargli la via, prove da superare per capire e riconoscere i nostri limiti.
Un guerriero non giudica mai, perchè sa che ogni giudizio è personale e quindi quasi sempre sbagliato. Di contro, egli si sente libero di fare ogni cosa senza vincoli sociali, perchè come è vero che non giudica, è anche vero che non gli importa affatto il giudizio degli altri. Per questo ciò che lo guida è la passione interna, mai il timore di come appare all’esterno.
Un guerriero lo riconosci dagli occhi, essi sono un misto di pace e curiosità, sanno scrutare, infondere sicurezza e trasmettere amore, sono loro la vera voce del guerriero che di solito è di poche parole.
Il guerriero coltiva solo i legami solidi e quelli sono pochi. Egli sa che solo ciò che è importante è destinato a persistere, mentre tutto ciò che è inutile è destinato inevitabilmente a scomparire.
Un guerriero vive di sostanza, mai di apparenza, le maschere non gli appartengono, egli persevera senza mai intestardirsi, perchè è consapevole che c’è un tempo per ogni cosa e l’abilità sta nel coglierlo e, di contro, sapere quando è il momento di abbandonare il campo.
Il guerriero ha fede. Non certo nei dogmi indimostrati delle religioni, bensì in se stesso, consapevole della sua unicità ed insegue i suoi sogni convinto di poterli realizzare. Come ogni guerriero, a volte vince, altre volte no, ma non per questo si lascia abbattere, perchè nella sua vita c’è sempre posto per un sogno nuovo da realizzare.
Un guerriero è sempre concentrato, quindi è attento alle piccole cose. Solo i ciechi ed i superficiali vedono esclusivamente i grandi eventi e tralasciano i particolari, facendosi sfuggire le cose più belle della vita, che di solito si nascondono nei dettagli.
Il guerriero è umano, è uomo o donna, e quindi imperfetto, sbaglia, si arrabbia, cade ma si rialza ed è sempre pronto a chiedere scusa per i suoi errori quando li riconosce come tali, ma in quella sua fragile umanità riconosciuta sta la sua corazza di guerriero.

Il mistero della coscienza

Coscienza è un termine che usiamo frequentemente e senza piena consapevolezza. “sei un incosciente”, rimorde la coscienza” ha perso coscienza”… ci siamo mai chiesti cosa significhi davvero?
Fa parte di noi? Nel senso che la sua sede è in qualche zona del nostro cervello? Secondo gli scienziati non è così, neanche loro hanno capito cos’è e dove si trova.
Ma se volessimo definirla come lo faremmo? La coscienza è ciò che ci rende umani e ci distingue da tutte le altre specie e le cose animate e inanimate. Le sostanze di cui siamo fatti, noi o una pietra, non sono molto differenti. Noi come loro siamo fatti di atomi e molecole, idrogeno, ossigeno, carbonio e roba simile, ma la differenza tra me ed un sasso è appunto la coscienza, la consapevolezza di essere qualcosa di più, la consapevolezza della nostra esistenza e di un ruolo conseguente, altrimenti saremmo stati come tutto il resto…incoscienti.
Ma ogni parola per definirla ci porta comunque fuori strada ed individuarla compiutamente è un’impresa disperata anche per il più preparato degli scienziati. Allora cos’è? Si è accertato che anche in pazienti con elettroencefalogramma piatto o in coma la coscienza continua ad esistere, così come continua ad esistere durante il sonno mentre sogniamo…non potremmo sognare senza una coscienza, ma allora cos’è? E’ una sorta di trucco, un’illusione che una parte del cervello fa all’altra?
Voglio azzardare una definizione personale basata sull’esperienza. La coscienza, quella vera, diversa dalla mente razionale che ci tormenta sempre, è in qualche modo la consapevolezza di esserci, di essere presenti a noi stessi in un determinato momento. La facoltà di ascoltarsi, di tenere alta quell’attenzione che ti porta a percepire qualcosa che nello stato normale di quotidianità ti sfuggirebbe.
La vita quotidiana in qualche modo è paragonabile a quello che le cellule del nostro corpo fanno ad ogni istante senza che noi si dica loro cosa fare: respirare, digerire, purificare il sangue, combattere gli invasori del corpo e tutte le miriadi di funzioni fisiologiche che avvengono in automatico senza che noi ci si renda conto. Così, al giorno d’oggi, la maggior parte delle persone vive “in automatico”: si alza, si lava, va al lavoro, guida l’auto, mangia, parla, dorme e fa sesso, il tutto in modo automatico senza essere presente a ciò che fa. Il pensiero, di solito, mentre facciamo tutte quelle cose, va al passato o al futuro e quindi a rimpianti o preoccupazioni, nella migliore delle ipotesi a progetti.
Basta questo per dire di avere una coscienza? Secondo me no; essere coscienti significa  appunto essere presenti a se stessi in un determinato momento e noi non lo siamo quasi mai. Fateci caso.
Quelle volte che riusciamo a dare ascolto alla nostra coscienza personale, e solo in quel momento, riusciamo ad avere idee, intuizioni, sprazzi di genio che non potrebbero mai capitare mentre si bestemmia imbottigliati nel traffico.
Siamo riusciti a creare computer che fanno miliardi di operazioni in un secondo, noi non ci riusciremmo (a stento riusciremmo a fare una banale divisione), ma né ora né mai si riuscirà a creare un’intelligenza artificiale che abbia una coscienza. Tutto ciò che facciamo “in automatico” potrebbe essere fatto da un qualsiasi robot (tranne il sesso, ok, ma quello è un discorso a parte), ma un robot non potrà mai avere coscienza di se stesso. Ed è qui il segreto.
Ma allora che cos’è davvero? perché siamo gli unici esseri che apparentemente ce l’hanno?
Il libro dell’immagine di testa, di un noto filosofo americano, cerca di dare una risposta a questo impossibile interrogativo, ma ognuno dovrebbe essere tenuto a dare la sua, cercando di essere…cosciente.