Month: luglio 2019

Figli di dio o scimmie evolute?

Fin da quando l’essere umano è apparso sulla faccia della Terra ha cercato di porsi l’unica grande domanda che viene prima di tutte le altre: da dove veniamo?
Sino alla metà dell’800 la risposta era una ed indiscutibile: siamo stati creati da dio a sua immagine e somiglianza e quindi l’unica teoria “accessibile” era quella del creazionismo che aveva come sponsor la chiesa cattolica.
Ma, appunto a metà del diciannovesimo secolo, un biologo britannico, di nome Charles Darwin, sfruttando l’apertura culturale dell’epoca nonchè i suoi lunghi studi scientifici, giunse alla conclusione che la nostra specie sarebbe frutto di un lento processo evolutivo-adattativo che ebbe inizio milioni di anni or sono e che avrebbe portato certi ominidi scimmieschi vissuti centinaia di migliaia di anni fa ad evolversi sino ad arrivare a quelli che siamo oggi.
Ed ecco che, accanto al già citato creazionismo, si è affiancata da poco anche la teoria evoluzionistica la quale, per dirla in breve ed in modo abbastanza terra terra, afferma che dio non c’entra niente e che noi esseri umani altro non siamo che scimmie evolute.
Facile immaginare quanto la chiesa abbia osteggiato questa teoria “eretica”. Se il buon Darwin fosse vissuto ed avesse fatto le sue considerazioni un paio di secoli prima sarebbe finito senza ombra di dubbio sui milioni di barbecue organizzati nelle pubbliche piazze da quei simpaticoni in palandrana nera. Galileo e Giordano Bruno ne sapevano qualcosa. Il primo, per salvarsi le chiappe dovette abiurare, il secondo non lo fece e finì flambè.
Ebbene, al giorno d’oggi, tertium non datur, in altre parole se vogliamo sapere da dove veniamo, o crediamo che ci abbia creato qualche dio, oppure siamo scimmie moderne.
Se uno crede ciecamente alle barzellette che raccontano i simpaticoni in veste nera allora non avrà dubbi e sposerà la prima ipotesi. Atei e scienziati ovviamente sposeranno la tesi darwiniana.
Il grosso problema, se qualcuno va a fondo della questione, è quello che la teoria di Darwin fa un pò acqua da tutte le parti e questo, nel mondo scientifico, è ben risaputo.
In breve, ed è questo il fine di questo post, vorrei evidenziare solo alcune questioni che “non tornano” in base alla teoria darwiniana, ignorando del tutto la favoletta di Adamo ed Eva, del paradiso terrestre, del serpente e della mela perchè a quella ormai non crede neanche il mio gatto.
1) Dal momento dell’apparizione di “homo sapiens”, avvenuta, pare, 300.000 anni fa, l’evoluzione morfogenetica della specie homo si è arrestata ed è iniziata un’evoluzione intellettiva e culturale. Le leggi di adattamento naturali rispondono soltanto alla sopravvivenza della specie in un determinato ambiente e riguardano modificazioni fisiche (pelo, denti, lunghezza degli arti), non certo di sviluppo di una capacità estranea a questo. Se pensiamo a quale “utilità” adattativa abbia la nostra capacità di linguaggio, ecco che la teoria di Darwin non può avere una risposta valida.
2) Se deriviamo da una lenta evoluzione scimmiesca, i siti geologici e paleoantropologici dovrebbero essere pieni di queste “specie intermedie” e invece niente, in altre parole non siamo ancora riusciti a trovare l’anello mancante che ci collegherebbe, senza ombra di dubbio, alle scimmie vissute milioni di anni fa.
3) Domanda: ma se noi deriviamo dalle scimmie, come mai scimpanzè e bonobo sono rimasti tali da milioni di anni, mentre noi siamo apparsi improvvisamente e, in un periodo evoluzionisticamente ed inspiegabilmente rapido, siamo diventati quello che siamo?
4) Questione molto tecnica: il nostro patrimonio genetico è differenziato di circa l’1% da quello degli scimpanzè. Noi abbiamo 46 cromosomi, mentre i simpatici scimpanzè ne hanno 48. L’unica differenza è data dal cromosoma 2, che negli esseri umani si è misteriosamente “unificato” formandone uno molto più lungo, mentre nelle scimmie è rimasto diviso. A detta dei biologi non sembrerebbe affatto una mutazione naturale…
5) L’essere umano ha caratteristiche inadatte a qualunque ambiente naturale del pianeta terra. Non abbiamo peli sul corpo che ci proteggano, nè artigli o zanne per difesa, insomma per sopravvivere in qualunque zona del pianeta siamo costretti a vestirci, costruire armi ed abitazioni pena la morte certa. Inoltre, fattore unico tra tutte le specie, i nostri capelli crescono all’infinito e non è difficile capire come questo fattore non sembra affatto un adattamento evolutivo in quanto i capelli lunghissimi sono sicuramente una caratteristica che va contro la sopravvivenza della specie.
6) Il fattore sanguigno RH-; circa il 15% della popolazione mondiale, peraltro concentrata in particolari zone geografiche, ha il gruppo sanguigno RH-. La sigla RH sta per Rhesus, che è un tipo di scimmia, per cui l’85% della popolazione ha questa proteina sulla superficie dei globuli rossi, il che potrebbe confermare una discendenza da antenati scimmieschi, ma perchè allora non siamo tutti con fattore RH+?
7) Siamo l’unica specie che necessita di assistenza per il parto, mentre ogni altra specie animale vi provvede senza problemi ed in solitudine, oltretutto senza alcun rischio per la salute. Nell’essere umano, invece, il parto deve essere assistito e, ancora oggi, non è esente da rischi, ben consapevoli che da sempre esso ha rappresentato una delle principali cause di morte per la donna almeno sino al 19° secolo. Ma anche oggi, secondo i dati Unicef, nei Paesi in via di sviluppo, si hanno 300.000 decessi all’anno. E’ davvero strano che un momento fondamentale della vita come quello della nascita, sia un evento che può mettere a rischio la stessa continuità biologica della specie.
Di esempi ce ne sarebbero molti altri, ma, dopo queste contraddizioni lascio aperta la questione, anticipando che forse una terza teoria esiste ma ci vuole davvero grande apertura mentale per prenderla in considerazione…

Essere se stessi

Ma che affermazione banale, io sono già me stesso. Questo è quello che risponderebbero miliardi di persone a queste tre semplici parole che racchiudono, magicamente, la ricetta per vivere una vita con molti meno problemi e più soddisfazioni.
E invece non è affatto vero, solo che non lo sapete.
Tutti sono “alla ricerca di se stessi” ma la verità è che non si trovano mai e quindi cosa fanno? Cercano disperatamente aiuto all’esterno in qualcuno che afferma di avere la formula magica per accendere una luce sul cammino dell’esistenza; un’esistenza che per molti sembra non avere senso e forse è proprio così. Ma nessuno vuole accettarlo.
Ed ecco che il mondo intero si divide in due categorie:
1) i batteri semplici, quelli che nascono, crescono, mangiano, si riproducono e muoiono.
A tenere a bada questi esseri monocellulari bastano le religioni tradizionali classiche, con l’idea semplice del paradiso, del dio buono e comprensivo, delle vergini, dei fiumi di latte ecc. Il concetto è banale: tu fai il buono, il povero e l’ignorante qui sulla terra ed andrai in paradiso. Peccato che non ti danno garanzie ed il paradiso non l’ha mai visto nessuno, o perlomeno mai nessuno è tronato indietro a raccontarlo. Ma alle amebe basta, e ne hanno paura, perchè se non fanno i poveri, ignoranti e buoni e non hanno paura di dio andranno all’inferno. Li riconosci perchè parlano solo di calcio, politica, contenuti televisivi, mode del momento, e gossip e vanno in chiesa la domenica perchè…non si sa mai.
2) una specie di batteri più evoluta, pluricellulare, che in generale osteggia le religioni tradizionali. E’ molto fiorente in occidente e si appropria parassitariamente delle religioni alternative orientali cercando di adattarle ad un mondo diverso, come se il pivot dei Lakers volesse indossare gli scarpini da danza di Carla Fracci. Non credono di solito in dio, ma “sentono” che c’è qualcosa che poi nessuno sa mai che cazzo è davvero, e seguono una marea di nuovi guru, ognuno col suo piccolo serbatoio di batteri da nutrire. La classificazione di questi newguru è molto frammentata ma più elaborata rispetto ai rappresentanti delle religioni ufficiali, per andare incontro alle esigenze dei batteri evoluti. Hanno tutti una linea comune che è quella di raggiungere fantomatiche illuminazioni, stati di benessere estatici, distacchi emotivi, pensa positivo, desideralo e lo avrai, il tutto nella frenetica ricerca della “luce” in opposizione all’oscurità da rifuggire. Tu sei quanto, mente quantica, cervello quantico, medicina quantica…parolina magica che neanche sanno cosa significa ma fa fico ed è un brand che fa presa su questa specie di batteri-polli. Li riconosci perchè sono schifati dagli argomenti della prima categoria ed hanno il loro linguaggio new age, joga in 1000 forme, meditazioni a quintali, intricati discorsi sul tutto è uno, la realtà è un’illusione, volemose bene, compassione, amore, mangia vegan, e la loro massima ambizione è la sconfitta del fantomatico EGO, una specie di mostro finale dei videogiochi.
Hanno attuato la “speciazione” e adesso sono pochi e speciali, perchè stanno solo seguendo una via diversa ma parallela a quegli altri, senza rendersi conto che entrambe quelle vie finiscono nello stesso baratro.
I primi si sono rinchiusi in una cella di 4 pareti, i secondi in un labirinto, ma sempre in gabbia sono.
Sia la prima che la seconda categoria umane descritte sono impossibilitate a raggiungere uno stato di benessere e, del resto, i risultati lo dimostrano. Se religioni e newguru funzionassero davvero saremmo tutti più felici invece mi sembra che aumentano sempre di più le nevrosi e le alienazioni e le persone sono sempre più nella merda. Squadra che perde si cambia.
Quindi, cosa resta?
Resta quello che c’è sempre stato. TU ed i tuoi desideri, qualunque essi siano.
Non lasciatevi ingannare da quelli che affermano che per raggiungere l’illuminazione bisogna distaccarsi dall’ego. L’ego sei tu! E non è distaccato dal tuo essere, è parte di te e se cerchi di sopprimerlo con qualche tecnica new age o religiosa del cazzo, si incazza e ti morde di brutto. Ed è quello che sta succedendo a tutti. Eliminando l’Ego, stiamo assistendo ad un suicidio collettivo di massa. L’ego è l’arma che ci è stata data alla nascita per difenderci e devi solo saperla usare, non devi disfartene, altrimenti resterai con le chiappe da fuori, pronto a fare la felicità dei furbacchioni.
In questo mondo un’arma ci vuole sempre, solo devi saperla usare, altrimenti rischi di spararti nelle palle.
Ma allora quale sarebbe la soluzione? L’abbiamo sempre avuta sotto gli occhi senza gli inganni banali delle religioni e senza i segoni mentali dei nuovi guru che se avessero risolto davvero i problemi a cui cercate soluzione rivolgendovi a loro, sarebbero su una spiaggia a bere mojito con belle donne (o uomini) fumando marijuana, e non con le ascelle pezzate di sudore in un seminario in qualche città a raccontar cazzate a 100 euro a pollo, ma devono farlo perchè sono dei poveri cristi come tutti noi che devono sbarcare il lunario.
La soluzione sta in un semplice concetto che, in epoche differenti, è stato espresso da uno che è diventato un famoso santo, da un notissimo filosofo e da un misterioso mago. Quindi, religione, filosofia e mistica esoterica per essere tutti d’accordo ed arrivare alla stessa soluzione.
“Ama e fa’ ciò che vuoi” (Agostino d’Ippona)
“Nulla è vero. Tutto è permesso” (Frederich Nietzche)
“Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge” (Aleister Crowley)
Soluzione anarchica e socialmente scomoda ed inaccettabile, ma l’unica percorribile se si vuole vivere ragionevolmente felici.

L’inganno delle religioni

Su questo meraviglioso e sventurato pianeta siamo in oltre sette miliardi.
Ebbene, dall’ultimo “censimento” pare che esistano ben 30.547 religioni, dottrine, scuole filosofiche, credenze, sette e culti tribali, ovviamente includendo anche quelli che si professano atei che sono oltre un miliardo.
E’ un pò come le elezioni politiche, in cui gli atei, rappresentano gli astenuti.
Il bello, il comico o il tragico…scegliete voi, è che ognuna di queste correnti di pensiero (le chiamo così per comodità) è assolutamente certa di possedere la verità assoluta e che le altre siano tutte assurde superstizioni. Questo è un incontrovertibile dato di fatto.
A tutti questi variopinti credenti bisognerebbe chiedere, e loro dovrebbero essere in grado di rispondere, pena la squalifica intellettuale, “dammi qualcosa di concreto, solido e ragionevole per cui dovrei credere che la tua religione è quella giusta e tutte le altre sono puttanate clamorose e, tutti quelli che ci credono, sono un branco di coglioni, creduloni, imbecilli, illusi e poveracci, mentre tu sei un genio illuminato che ha capito tutto”.
Il dramma è, che su queste considerazioni, da millenni ci stiamo scannando ed ammazzando senza chiederci perchè.
Eppure le soluzioni le abbiamo tutti sotto gli occhi, ma, come sempre succede, non vogliamo guardare oltre la punta del nostro naso perchè mettere in discussione quello in cui crediamo fa crollare, con una specie di effetto domino, tutto ciò che crediamo di essere.
Questo zoo delle religioni è un pò come il campionato di calcio, in cui il cristianesimo è la Juventus della situazione. Loro hanno Cristiano (sarà un caso?) Ronaldo Jesus, mentre neanche si rendono conto che esiste anche Peppino Squarracchia che gioca nella Sangiuseppese ma che, nel suo piccolo, ha i suoi 235 fan.
Era una metafora ma se tutti facessimo funzionare un pò meglio il cervello, capiremmo che siamo preda di un inganno colossale, frutto della nostra ancestrale paura della morte e di quello che ci aspetta oltre la vita e su cui pochi furbacchioni ci stanno marciando da millenni togliendoci il gusto di vivere la vita così com’è, senza porci troppe domande ed assecondando la nostra unica ed irripetibile natura che non può essere costretta in nessuna di quelle 30.547 religioni del cazzo…