mistero

La ghiandola pineale

Abbiamo un piccolo organo, proprio al centro del nostro cervello, che non abbiamo ancora capito bene a cosa serva. O meglio, forse qualcuno lo ha capito ma non vuole che si sappia.
Ebbene, questa piccola ghiandola, a forma di pigna (da qui l’origine del suo nome), scientificamente nota come epifisi, delle dimensioni di una lenticchia, produce una sostanza nota come DMT (dimetiltriptamina) che è una sostanza in grado di provocare viaggi extradimensionali ed extratemporali. Però il nostro corpo produce anche un enzima in grado di annullare l’effetto di questa sostanza, per cui non ci rendiamo neanche conto di averla. Mi chiedo cosa succederebbe se fosse libera… un mezzo esiste e chi l’ha provato ha raccontato cose sconvolgenti. Ne riparlerò.
Inoltre, la nostra alimentazione e l’uso di sostanze spacciate per utili, portano alla calcificazione di questo piccolo organo che è molto coinvolto nei sogni che facciamo ogni notte.
La sostanza killer della ghiandola pineale è il fluoro, che è uno dei principali additivi nelle bevande gassate, negli zuccheri raffinati ed in quasi tutti i dentifrici. Durante lo stato di veglia si attiva il processo di degrado, favorito dallo smodato uso delle suddette sostanze, mentre nel sonno e durante la meditazione, essa si “decalcifica” e riprende a funzionare.
La simbologia legata a questo piccolo organo sconosciuto è stata evidenziata da numerose immagini, anche nella chiesa cattolica, laddove è presente nel “cortile della pigna” a Roma e persino sul bastone pastorale del Papa (ferula), ma non lo sa nessuno.
Perchè? Che significa quel simbolo?
Cartesio era convinto che la pineale fosse la sede della coscienza e gli scienziati hanno scoperto che è l’unico organo da cui viene prodotta la melatonina, ormone fondamentale che regola il ritmo circadiano sonno-veglia, che regola gli ormoni ed il sistema immunitario. In più accresce la produzione di energia fisica, aumenta la sopportazione alla fatica ed è antiossidante.
Gli spiritualisti e gli sciamani affermano che sia la sede del “terzo occhio”, l’intuito che rende “sveglio” un individuo e gli dona capacità percettive.
Le sostanze che ci propinano (acqua fluorata negli acquedotti, fluoro ovunque e cibi e bevande) pare abbiano il fine di rimbambire le masse, proprio atrofizzando la ghiandola pineale.
Nessuno, in ambito scientifico, ha prestato attenzione a quest’organo misterioso, giudicato addirittura superfluo ma che così non è. Non abbiamo organi superflui.
Non sarà che questa minuscola ghiandola è la chiave tra il mondo fisico e quello spirituale che tanto stiamo cercando?

Il potere della mente

La nostra mente è forse il più grande mistero dell’intero Universo. In quei pochi etti di materia cerebrale è nascosto uno dei più grandi enigmi irrisolti che, al punto in cui siamo arrivati oggi con le nostre conoscenze scientifiche, non riusciamo ancora a comprendere.
La coscienza, la consapevolezza, i sentimenti non hanno una risposta scientifica che può esprimersi in formule come la composizione del sale o dell’acqua. Sono qualcosa che ancora ci sfugge ma che tuttavia ci ha permesso di progredire fino al punto in cui siamo, mescolando questo difficile cammino tra bene e male.
C’è chi afferma che la fisica quantistica non è ancora stata compresa appieno solo perchè nessuno è mai riuscito ad inserire nelle complesse equazioni il fattore X della coscienza, quella coscienza che, come ha dimostrato il principio assodato della doppia fenditura, influenza la realtà osservata.
Non riusciamo a dare un valore determinato alla coscienza perchè ancora non sappiamo davvero cosa sia nè da dove provenga. Ma è quella che ci permette di pensare, di amare, di comprendere, di inventare, di creare una splendida opera d’arte o una meravigliosa poesia oppure di ferire e far del male a seconda che le tinte di quella stessa coscienza siano chiare o scure.
Ma pensiamo un attimo a questi poteri in maniera concreta e non in un modo “new age”. Esiste un fenomeno di cui si parla molto poco ma che manda in crisi tutta la medicina tradizionale ed è la croce delle potenti case farmaceutiche: l’effetto placebo.
Potremmo definirlo come la misura di tutti quei cambiamenti benefici, fisici e psicologici, causati dalle aspettative consce o inconsce di guarigione di una persona, a prescindere dall’intervento di qualsiasi farmaco.
In altre parole, se un paziente “crede” fermamente nella validità di una terapia, questa funzionerà e lo guarirà a prescindere da cosa gli verrà somministrato, se il farmaco vero oppure una miscela di banale acqua e zucchero, appunto il placebo. L’opposto di questa medaglia è il cd. effetto “nocebo”, la convinzione che se qualcosa credi ti faccia male, allora ti farà male davvero.
Ma come è possibile tutto questo? Pensate che hanno provato ad intervenire chirurgicamente sui pazienti, semplicemente addormentandoli e facendo un semplice taglio superficiale senza intervenire. Ebbene la quasi totalità dei pazienti ha iniziato a guarire e stare meglio, convinta di aver subito un intervento chirurgico risolutivo che invece non è avvenuto affatto.
Questo effetto “misterioso” ma reale fa vacillare il fondamento della stessa medicina moderna.
E qui subentra quel grande mistero irrisolto che è la nostra mente, capace di miracoli grandiosi. In uno dei miei post precedenti ho brevemente descritto che la stessa scienza (di cui la medicina si vanta di far parte), ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che l’osservatore (cioè l’essere umano) influenza la realtà fenomenica che osserva. Se consideriamo queste due affermazioni (il placebo e le scoperte scientifiche della fisica) è dimostrato che noi possiamo modificare la nostra realtà, nel bene come nel male.
Ma se davvero fosse così facile, perchè non riusciamo ad essere tutti in salute e a vivere la vita che vorremmo?
Forse perchè l’essere umano, la “macchina” più complessa conosciuta, è l’unica senza un “libretto di istruzioni”. Persino i pupazzetti dell’uovo Kinder hanno le istruzioni (per i più deficienti), noi invece no. Ci troviamo a maneggiare un’arma potenzialmente letale (il nostro cervello) senza sapere minimamente come funziona. Oggi sappiamo cosa è in grado di fare ma non sappiamo come farglielo fare… io la trovo una cosa terribile, un vero e proprio tormento.
Può guarirci, o, viceversa, farci ammalare, può creare cose meravigliose, gestisce la chimica del nostro corpo, ci fa innamorare ed incazzare, ci fa essere felici o depressi, un’altalena di sensazioni che quesi sempre non riusciamo a governare. Per cui noi siamo in balia della nostra mente quando invece dovrebbe essere l’esatto contrario e lei dovrebbe essere al nostro servizio.
Chi ha voglia di avventurarsi in questo misterioso territorio sappia che esistono dei “trucchi” per governare tutto questo, ma magari ne parleremo in un prossimo post…

Figli delle stelle

Affermazione scientifica o sogno esasperatamente romantico? Il grande bardo diceva che “siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.
I sogni, le stelle ma in fondo di cosa siamo fatti davvero?
Ebbene, sembra che eminenti astrofisici abbiano scoperto che la materia di cui siamo fatti, gli atomi e le molecole che costituiscono il nostro corpo, l’abbiano creata le stelle. Tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio sono stati creati nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, stelle molto più grandi del nostro “piccolo” sole, che alla fine della loro vita di miliardi di anni esplodono e disperdono nello spazio il risultato delle reazioni nucleari avvenute nel loro interno. Ebbene si, siamo tutti figli delle stelle. Alan Sorrenti lo cantava ma non credo che lo avesse capito…
Il ferro nel nostro sangue, il calcio nelle nostre ossa, l’ossigeno che respiriamo, sono i resti materiali di stelle vissute e morte moltissimo tempo fa.
Affascinante, non è vero? Alzate gli occhi e guardatevi intorno. Qualunque cosa vediate, persino l’aria che respirate, è formata da particelle, da atomi, che si sono formati miliardi di anni fa in qualche posto dell’Universo, nel nucleo delle stelle più grandi mai esistite.
Un pensiero del genere schiude possibilità inimmaginabili, anche alla luce delle recenti scoperte della fisica quantistica in fatto di “entanglement” (è una legge fisica che dimostra come due particelle, venute a contatto tra loro indipendentemente dallo spazio e dal tempo, restano “intrecciate” e connesse per sempre senza limiti di distanza, spazio e tempo.
Quindi qualche parte di me potrebbe essere legata a qualcosa distante miliardi di anni luce nello spazio o nel tempo? E’ possibile ed affascinante allo stesso tempo e sono sicuro che a volte noi percepiamo qualcosa di strano in noi, qualcosa di diverso, facoltà che non appartengono alla vita di tutti i giorni, fatta di banalità terrene.
Forse è una pazzia e non andrebbe neanche presa in considerazione ma c’è da dire anche che passiamo un terzo della nostra vita in una dimensione onirica che non è molto di questa terra ed allora forse anche i sogni sono fatti della stessa materia delle stelle…stai a vedere che Shakespeare aveva davvero ragione…

Caso & caos

Che cosa è il caso? Qualcuno ha raccolto sotto questa definizione tutto ciò a cui non riusciamo a dare una spiegazione. Ne deduco che, siccome in questo mondo non riusciamo a dare spiegazioni plausibili quasi a nulla, allora tutto il mondo è governato dal caso. Verità troppo scomoda?
Quando ci accade qualcosa che sembra non abbia senso, davvero è frutto di una coincidenza senza apparenti ragioni? E’ un quesito che mi sono sempre posto ma pensate alle conseguenze della risposta.
In caso affermativo non dovremmo mai preoccuparci delle nostre azioni perché saremmo in balìa di un destino capriccioso che non è possibile governare e prevedere. Spesso passiamo la vita intera a fare progetti che poi non si avverano, oppure incappiamo in malanni fisici, brutti incontri, eventi avversi e diamo sempre la colpa al caso.
Diciamo che quest’ultimo forse è l’oppio che ci è stato dato per non impazzire, perché se così non fosse ed il caso non esistesse sarebbe davvero un bel casino per la nostra già fragile mente.
Caso è la parola magica che persino i più eminenti scienziati, che ad esso proprio non dovrebbero credere, usano per celare una verità sgradevole: la nostra ignoranza assoluta su come funzionano davvero le leggi dell’Universo.
Quando non abbiamo risposte evochiamo il caso allo stesso modo con cui gli antichi evocavano dei o numi per dare risposte a fenomeni inspiegabili piuttosto che riconoscere la propria ignoranza abissale.
Forse non a caso (perdonate il gioco di parole), il termine caos è composto dalle stesse lettere e da caso a caos il passo è breve.
Ma caos è una parola che inquieta, trasmette un’idea di confusione assoluta, genera panico. Caso è certamente più elegante, più rispettosa, tutti le si sottomettono mentre al caos si cerca di reagire con l’ordine. A nessuno verrebbe in mente che in fondo sono sinonimi.
Il caso è un pesante velo steso sul gigantesco disegno dell’universo, impossibile da sollevare per la nostra limitata conoscenza, non per nulla il termine deriva dal latino “casus”, che significa caduta, è il nostro Dio pagano quando siamo costretti ad accettare qualcosa che non ci piace. Se quel qualcosa ci piacesse gli avremmo dato il nome di “fortuna” ma il personaggio è sempre lui. Un attore poliedrico delle nostre vite che spesso si fa chiamare anche destino.
Jung è stato l’unico a spingersi un po’ oltre, a cercare di sollevare a fatica quel velo di ignoranza ed ha dato un altro nome al caso. Ha parlato di sincronicità, una maniera elegante di affermare, attraverso le vie un po’ contorte della psicanalisi, che certe manifestazioni della realtà sono dovute a qualche misteriosa ragione presente nelle leggi dell’Universo, smentendo l’esistenza del caso.
Il regista e scrittore svedese Kay Pollak, nel suo libro “Nessun incontro è un caso”, lo descrive con queste belle parole:
“Immaginate che nessun incontro fra le persone sia casuale. Immaginate che ogni persona che incontriate sia mandata per uno scopo. Quando questa idea mi attraversò la mente per la prima volta la mia reazione fu di dubbio. Impossibile, pensai, chi mai potrebbe organizzare tutti questi incontri? Ma, a poco a poco, sperimentai, come questo pensiero rendesse straordinariamente e tangibilmente più gratificante procedere nel cammino della vita. Infatti, un buon numero di incontri, sia con persone che già conoscevo che con sconosciuti, diventò più eccitante, talvolta quasi inebriante! Immagino che chiunque io incontri mi sia mandato per uno scopo. Incomincio a pensare e a credere decisamente che sia così e questo pensiero rende la vita più divertente e piena di significato. Se riguardate alla vostra vita passata, potete constatare che ogni persona che avete incontrato – ogni singola persona – ha contribuito, a suo modo, a farvi essere quello che siete oggi. Ogni incontro che avete fatto, nei modi più svariati, ha messo in evidenza qualcosa di voi. Perché non provate a pensarci? Prendetevela con calma e rimanete per un po’ in compagnia di quest’idea. Chiunque io incontri mi è mandato per uno scopo. Leggete attentamente. Posso e voglio imparare dagli altri. Essi esistono per insegnarmi a crescere”.
Rinunciare al caso, da parte degli esseri umani, significa rinunciare alla propria libertà di azione, in quanto si dovrebbe di conseguenza ammettere l’esistenza della nostra responsabilità, sia pure “colposa”, in tutto ciò che facciamo, in tutte le scelte che compiamo, assumendocene tutta la responsabilità. E questo non è comodo, quindi se qualcosa va storto non è mai colpa nostra, ma colpa del caso…ci rassegniamo e continuiamo a dormire tranquilli nella beata ignoranza. Domani è un altro giorno, chissà cosa mi riserverà il caso…
Forse è proprio vero allora che il caso è un ordine da decifrare, come diceva Josè Saramago…
E forse non state leggendo questo per caso…

I sogni

Il sogno di stanotte mi ha proprio lasciato interdetto…se volete, in un altro post ve lo racconto…sarei curioso di sapere i commenti…

I sogni sono un argomento che ha sempre affascinato gli uomini, una caratteristica che ci accomuna tutti quanti ed a cui, dopo millenni, non sappiamo affatto dare una spiegazione.

Non solo, ma non sappiamo neanche cosa siano queste rappresentazioni della nostra mente, che, mentre siamo addormentati, viene lasciata libera di vagare in luoghi più o meno conosciuti, con persone anch’esse più o meno conosciute, vive o già morte e dove le leggi della fisica, lo spazio ed il tempo sembrano sovvertire ogni regola così come la conosciamo.

Eminenti scienziati come Sigmund Freud, grandi filosofi o gente comune ha cercato di dare una spiegazione razionale, c’è chi ha associato i numeri ai sogni, chi ha cercato di vedere un certo grado di premonizione del futuro prossimo o venturo, ma sta di fatto che il sogno è una “realtà” di cui non conosciamo nulla. Si, una realtà perchè in quei momenti siamo noi e la nostra mente, in un modo non molto diverso dalla vita “consapevole”, il protagonista non cambia, cambiano solo le regole dello scenario. In un sogno puoi essere vecchio o bambino, puoi volare o camminare sull’acqua, puoi fare un picnic con qualcuno che non è più su questa terra, puoi cavalcare un drago o combattere la guerra delle Termopili…non c’è limite a quello che puoi fare in sogno e sei sempre tu.

Mi chiedo cosa succeda alla nostra mente quando dormiamo, quando è lasciata libera di vagare senza le limitanti convinzioni della vita da “svegli”, tenendo anche conto che rappresentano quasi un terzo della nostra intera esistenza. Non possono essere “inutili”.

Le teorie sono tante e non so dire quale può essere quella esatta, forse nessuna, e quindi i sogni restano ancora oggi uno dei misteri irrisolti della nostra vita. Abbiamo messo piede sulla luna, abbiamo mandato sonde in giro per l’intera galassia ma ancora non sappiamo dove va la mente quando dormiamo nel letto di casa nostra…