Month: febbraio 2021

Le “interviste impossibili” – dialogo con il pene

“Dio ha dato all’uomo un pene e un cervello, ma sfortunatamente non lo ha provvisto di abbastanza sangue da far funzionare entrambi nello stesso momento.” – Robin Williams

L’ospite di oggi è alquanto inconsueto e, pur potendosi inquadrare nel “fil rouge” delle interviste tematiche di vizi e virtù, ne rappresenta l’aspetto più nascosto ed intrigante, andandosi ad inserire in quelli che vengono definiti comunemente “argomenti tabù”. E’ una vera star, il suo nome volgarizzato è un jolly discorsivo che viene pronunciato come intercalare da tutti quasi sempre e si dice che sia la parola più espressa al mondo, senza distinzione tra il sesso a cui evidentemente appartiene e quello che invece non ce l’ha.

D: “Lei non parla molto, ma oggi ha l’occasione finalmente di poter far sentire la sua voce e siamo certi che le sue risposte saranno molto seguite da ogni tipo di pubblico. Inizio col chiederle se è soddisfatto della sua vita e che stile di quest’ultima predilige.

R: “Iniziamo col dire che il “passero solitario”, per usare una parafrasi leopardiana, non esiste. Io vivo sempre in società con qualcuno e dipende dallo statuto che si stabilisce nel corso degli anni chi detiene la maggioranza per prendere certe decisioni. Ovviamente sto parlando di quelle che mi vedono in qualche maniera coinvolto (e sono molte di più di quanto si possa pensare). Comunque in generale posso ritenermi soddisfatto, sono sempre il primo ad alzarsi al mattino anche quando il mio socio dorme ancora e riesco persino a fargli fare bei sogni realistici quando lo sento un pò depresso. Nel suo bagno ho un bel lavandino tutto per me ed un asciugamani pulito che uso solo io, entrambi più piccoli di quelli del mio socio, ma questo è normale vista la differenza dimensionale tra me e lui. Anzi, posso dire, facendo un raffronto, che sono molto più grandi dei suoi in relazione. Sono molto sensibile alla luce del sole e di solito passo le ore diurne a dormire comodo nella mia amaca triangolare a meno che il mio socio non faccia, dica o guardi qualcosa che mi chiama direttamente in causa, allora sono costretto a destarmi per partecipare.”

D: “Visto che ha parlato di “dimensioni”, una delle domande più dibattute sull’argomento è proprio quella dell’importanza delle stesse per una vita soddisfacente della vostra…società. Quindi le chiedo, le dimensioni contano davvero così tanto?”

R: “Domanda tecnica o domanda di cuore? Ebbene si, mi sento di fare questa importante distinzione per essere in grado di dare una risposta. Vede, se parliamo di rapporti inseriti in un contesto sessuale di coppia felice e senza problemi, allora le rispondo no, almeno in linea generale. Se invece parliamo di rapporti intimi giocosi e per il piacere fine a se stesso, allora le dimensioni contano. Però, anche in questa categoria bisogna fare un’altra specificazione. Le dimensioni si devono sempre conciliare con l’esperienza soggettiva, e alla fine, tra dimensioni ed esperienza, è sempre quest’ultima ad avere la meglio. Per riassumere, quando c’è amore basta averlo che funzioni, anche al minimo. Se invece non ci sono sentimenti profondi, ma solo attrazione fisica allora, a prescindere dalle dimensioni, bisogna sapermi usare al meglio. Il top sarebbe, dimensioni, amore ed esperienza, allora si che divento un idolo. Ah dimenticavo un particolare molto importante. Tutte queste distinzioni vengono azzerate se il mio socio ha problemi psicologici di varia natura. Ansie, paure, dolori, preoccupazioni e delusioni non mi piacciono affatto e, se mi accorgo che sono presenti, io me ne sto per fatti miei, resto a riposare e non mi alzo. Per fare il mio dovere al meglio, il mio socio deve essere il più sereno possibile.”

D: “E’ dunque questo il motivo per cui la maggior parte dei suoi “soci” afferma di sentirsi spesso tradita da lei proprio sul più bello?”

R: “Mettiamo le cose in chiaro, io non ho mai tradito nessuno. I compiti che mi sono stati assegnati sono soltanto due, uno meccanico e neutro, diciamo così, che non richiede molto sforzo, ed un altro molto più complesso in cui vengono tirati in ballo sentimenti e stati d’animo di varia natura, probabilmente le forze più potenti che madre natura ha dato agli uomini. In quest’ultimo caso sono io il primo a voler svolgere il compito affidatomi al meglio, ma il mio socio, invece di agevolarmi e concentrarsi come un laser su quella attività agendo come fossimo uno solo, si lascia fregare dalla sua mente infida ed inizia a cazzeggiare vagando tra i pensieri più stupidi ed inutili, del tipo le bollette da pagare, il lavoro da terminare, un colloquio importante o la fidanzata che lo ha lasciato. Ma dico, stiamo per divertirci un mondo e lui pensa a queste fesserie? So bene che quella traditrice della mente cerca spesso di boicottare il nostro sodalizio a fini sessuali, ma per molti sono occasioni che non capitano mica tutti i giorni, quindi il mio socio non dovrebbe farsi fregare e perdere magari un’occasione che chissà quando poi gli ricapita (sogghigna).
Come vede, non sono io a tradire, ma è il mio socio che si rovina da solo e manda a monte tutto. Ammetto di essere suscettibile ma sono un perfezionista, perciò quando si fa quella cosa, si deve pensare solo a quello ed occorre essere sempre concentrati sul pezzo, altrimenti, come le ho già detto, mi ammoscio.
Per restare sempre in tema sulla sua domanda, un’altra cosa che proprio non sopporto è la mancanza di fiducia nei miei confronti. Come ho già detto prima, sono alquanto suscettibile e, se il mio socio non si fida di me, avendo letteralmente terrore di fare cilecca, allora lo accontento perchè il rapporto sessuale, con chiunque venga fatto, deve essere sereno e giocoso e le paure devono restare fuori dalla cerniera. Su questo non transigo. Tanto, alla fine sono sempre io a decidere cosa fare…un noto proverbio afferma che “al cuor non si comanda”, bè non è vero, sono io quello a cui non si comanda, solo che sostituire il mio nome a quello del cuore in un proverbio così romantico potrebbe risultare sconveniente, me ne rendo conto.
Comunque, a proposito di proverbi saggi, i napoletani, che di saggezza se ne intendono, ne hanno dedicato uno anche a me, infatti si usa dire da quelle parti che “o cazz nun vò pensieri”, trovo che sia verissimo.”

D: “Ci può descrivere un incontro di attività sessuale dal suo punto di vista?”

R: “Vedrò di contemperare la mia prospettiva con quella del mio socio per fornirle una risposta che sia interessante. In questo settore la convergenza di interessi tra noi due deve essere completa perché tutto vada al meglio. Se mi accorgo che il mio socio ha un’attrazione fisica molto forte verso una donna, sono molto felice per lui e faccio di tutto per dimostrarglielo. A volte mi sembra quasi un bambino davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli ed arriva a fare gesti anche molto stupidi e avventati pur di mettermi all’opera. Capita di frequente poi, che lo sento così tanto emozionato e desideroso di quella persona da perdere il controllo della situazione, per cui mi manda segnali così confusi che mi portano a concludere l’atto così in fretta che la donna quasi non si accorge che l’atto appena iniziato è già concluso. So che per lui è abbastanza frustrante, ma cerco di rassicurarlo sempre che la seconda andrà meglio.
Questo accade spesso durante il primo incontro intimo con una persona che gli piace davvero tanto.
Dal mio punto di vista la situazione non cambia molto, per me sono tutte uguali, ma cerco di fare sempre del mio meglio.
In alcuni casi il mio socio mi infila un bel vestitino di gomma aderente per tenermi al sicuro. Non lo trovo molto elegante e devo confessarle che mi da anche parecchio fastidio, ma capisco che in certe occasioni è un sacrificio necessario. Ad ogni modo preferisco quelli neutri e mai colorati. Il peggiore è quello nero perché qui colore snellisce ed io sono l’unico organo del corpo contrario alla linea.
Tecnicamente, per concludere la risposta alla sua domanda, ho poco da aggiungere. Quando inizio sono sempre gonfio di orgoglio perché so che è arrivato il mio momento e le confesso che essere massaggiato, in qualunque modo lo si faccia, mi provoca un particolare piacere. Peccato che nei luoghi bui in cui vengo infilato non si veda niente, ma la sensazione è comunque molto positiva e piacevole.

D: “A parte il vestitino di gomma che ha menzionato, che tipo di biancheria intima predilige per trascorrere la maggior parte del suo tempo?”

R: “Mi faccia iniziare dicendo che odio le mutande di lana! A volte il mio socio mi tratta davvero alla grande e mi fa dormire in biancheria di seta dove mi trovo benissimo. Comunque anche il cotone è di mio gradimento, mentre mi irritano certe mutande in tessuto sintetico scadente del tipo di quelle acquistate dai cinesi.
Per quanto attiene al modello, dipende da una serie di fattori. Nei periodi più caldi i boxer sono abbastanza comodi ma, con le temperature alte, dopo un pò mi stanco di ciondolare qua e la. Per cui, gli slip di cotone sono i miei prediletti anche perché il boxer mi dicono sia passato ormai di moda.”

D: “Parlare di lei e della sua attività primaria apertamente è sempre stato un argomento tabù, anche se oggi l’andazzo è un pò mutato. Cosa pensa in proposito?”

R: “Cosa vuole che le dica? Come succede spesso, le cose più piacevoli sono sempre quelle più nascoste. Francamente non capisco perché l’argomento che mi riguarda sia così censurato nel suo uso comune. Le istituzioni religiose mi hanno sempre celato e persino nelle più belle opere d’arte sono stato coperto e nascosto da posticce foglie di fico. In fondo io sono lì, nella zona centrale della persona umana, ma anche al centro dei suoi pensieri. Se il principio è quello che ogni sporgenza del corpo umano deve essere nascosta, allora perché non nascondere il naso o le dita oppure le orecchie? Forse perché rappresento la pulsione più forte nell’uomo e le pulsioni non sono mai state ben viste nell’ottica bigotta delle religioni. Pensate che avrebbero l’assurda pretesa che io venga utilizzato a fini sessuali solo in in un modo e soltanto a scopo procreativo…scusate ma mi scappa da ridere. Se fosse così mi sarei già atrofizzato.
Però devo dire che sin dall’epoca antica, sino ad arrivare ai giorni nostri, dei coraggiosi autori letterari mi hanno dato un ruolo da protagonista nelle loro opere. Pensate al “Satyricon” di Petronio oppure ad Alberto Moravia che, proprio per aver scritto su di me non vinse un meritatissimo premio Nobel.
Come ha giustamente detto lei, comunque, di recente la mia presenza è stata abbastanza sdoganata ovunque, anche se le tradizioni sono sempre molto dure a morire. In fondo sono un giocherellone e mi piace divertirmi, e forse per questo non riusciranno mai a nascondermi per sempre dietro ridicole foglie di fico. Senza di me, voi neppure esistereste come specie.”

D: ”Ci può dire che rapporto ha con il gentil sesso?”

R: “Scusi, devo dirglielo, ma questa è una domanda del cazzo. E’ ovvio che che le donne mi piacciono, ma in certi casi mi piacciono anche gli uomini, questo dipende dal mio socio che, in questo settore ha libera scelta, per me non fa molta differenza.
A me piacciono fantasia e creatività e più ce n’è e più mi sbizzarrisco. Odio le luci spente, sono un pò esibizionista quando mi sento in forma e sono abbastanza contrario alle tradizioni, per cui, più il partner ha fantasia, più mi esalto, con grande gioia del mio socio.
Inoltre sono depositario dei desideri segreti più nascosti, quelli che spesso non si ha neppure il coraggio di raccontare e, proprio per questa mia riservatezza non mi faccia aggiungere altro.”