SOS creatività

Siamo davvero in crisi.

Non parlo di crisi economica, quella poco mi interessa dato che mi vanto di capire il minimo indispensabile sull’argomento, giusto quanto basta per gestire con accortezza le mie piccole finanze personali o concludere con sufficiente disinvoltura una partita di Monopoli.

La crisi che più mi preoccupa è quella della creatività, del libero pensiero che, anche in periodi di profonda crisi economica, non si è mai arrestata ed ha trovato sempre le giuste soluzioni per fare uscire gli uomini dai periodi più bui della loro storia.

Negli anni più terribili del XX secolo abbiamo trovato la forza per uscire, più forti di prima, da due devastanti guerre mondiali e un crack economico al cui confronto, la crisi dei nostri giorni sembra grave quanto il morbillo per un bambino.

Eppure non riusciamo più a venirne fuori, annaspiamo in una pozzanghera e diamo tutte le colpe dei nostri mali e problemi (anche personali) alla “crisi”. E non mi si venga a dire che è colpa di governanti inetti e ladroni che hanno portato allo sfascio le istituzioni. Paragonare Bossi e Prodi a Hitler e Stalin sarebbe come dire che Gigi D’Alessio ha stesso talento musicale di Mozart o Chopin. Certo, in quegli anni il mondo aveva i Roosvelt ed i Churchill, noi abbiamo Renzi ed Hollande e questo è un bel punto a vantaggio dei tempi passati…

Ma proprio qui sta la questione. Le crisi hanno sempre prodotto eroi, grandi uomini che sono riusciti a trascinare la società fuori dalle peggiori paludi, oggi, ed in ogni settore, produciamo solo imbecilli. Perchè? E non parlo solo di politica. Elencare le doti negative dei politici e governanti di oggi sarebbe facile come picchiare qualcuno seduto sulla tazza del cesso. Il più “sano” ha la rogna.

Va bene, direte voi, non ci pensiamo…che si fa? Andiamo al cinema a distrarci per vedere un bel film. Ecco…buona idea…che propone il programma? Oggi siamo indecisi tra il cinepanettone con Boldi, De Sica e tette e culo della strappona di turno e Checco Zalone. Poi ci sono Ficarra e Picone, Claudio Bisio e, per i più intellettuali, l’ultimo thriller di Hollywood col vendicatore/giustiziere tutto muscoli e occhiali da sole che spara agli spacciatori/terroristi cattivi di turno ammazzando da solo, nella scena finale, un esercito superarmato di cattivoni malgrado abbia già in corpo 5 o 6 pallottole ed un paio di pugnalate. Mito! Idolo! Che figo! Ma come farà? Io non riuscirei a rispondere al telefono a chi mi propone un nuovo piano telefonico se ho un accenno di mal di testa…

In questo cinematografico deserto del neurone, in questo paesaggio lunare dell’intelligenza filmica mi tornano alla mente i tempi in cui al cinema si sfornavano mensilmente capolavori degni di essere visti e rivisti, infatti lo facciamo ancora oggi con nostalgia.

“Il Padrino”, “C’era una volta in America”, “Salvate il soldato Ryan”, “Carlito’s way”, “I soliti sospetti”, “Pulp fiction”, “Il miglio verde”, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”…potrei andare avanti all’infinito e sto citando titoli “leggeri”, film di cassetta che potrebbero non piacere solo ad un deficiente con la meningite.

Li guardavamo rapiti, seduti su scomode sedie di legno pieghevoli rese più morbide solo dalla quantità di cewingum che ci avevano impastato sopra i cretini di turno. Dopo le quattro ore del Padrino, su un sedile che avrebbe fatto venire la scoliosi ad un fachiro, ti alzavi rapito e soddisfatto con un argomento di discussione che sarebbe durato giorni e tornavi a casa con la soddisfazione di aver speso bene i soldi del biglietto.

Oggi ti siedi sprofondando in poltrone hi-tech con tanto di occhialini HD per vedere….cosa? Boldi che cade dalla scala urlando “che dolooooooreeeee” e De Sica che fa il figo toccando le tette dell’ochetta la cui recitazione farebbe apparire Rin Tin Tin degno dell’oscar alla carriera?

Ma possibile che nessuno oggi ha più un’idea nuova che non sia far cadere Boldi dalla scala? Ed ecco che tutto quello che si riesce a fare per far tornare il grande cinema sono i prequel, i sequel e i vari Rocky e Rambo che saranno arrivati al numero 187 con il povero Stallone che, per tirare su qualche lira, combatte ancora spacciatori e terroristi con l’artrite che gli devasta le ginocchia ed il parrucchino per nascondere la pelata. Ma come si fa?

Ok resto a casa a guardare la TV che è meglio…

Che propone oggi il palinsesto? Ehm… Rai1 con il Festival di San Remo, Rai2 con una trepidante fiction ambientata nell’800 con Gabriel Garko prete che fa strage di cuori inaccessibili di suore in un convento, il cui coinvolgimento emotivo forse è solo secondo al polpettone del discorso del Presidente della Repubblica l’ultimo dell’anno.

Rai3 con una biografia di Berlinguer ottima per chi soffre di insonnia, Canale5 con la De Filippi che fa la perfida croupier strappando audience con le disgrazie della gente, risultando falsa come una banconota da 120 Euro.

Ok ma c’è Sky coi suoi mille telefilm americani di supereroi, nani telepati, uomini invisibili, poliziotti integerrimi, vampiri teenagers e, per gli amanti dello sport c’è persino la diretta da Posillipo del campionato mondiale di lancio della pizza.

Altro disastro.

Magari si potrebbe andare ad un bel concerto musicale. Stadi e palazzetti ospitano ogni giorno artisti che fanno musica. Vediamo…abbiamo una band di diciottenni lobotomizzati la cui originalità dei testi e qualità della musica sono profondi come il bidet di casa mia, Lady Gaga che ha avuto almeno il buon gusto di scegliersi un nome in assonanza a quello che le urlerebbero milioni di persone (a parte i suoi neurolesi fans) se mai dovessero trovarsi ad un suo concerto, poi ci sono “le merendine atomiche”, i “cronical diarreah”,gli “urine festival”, i “vomitory”, i “putridity” (esistono davvero!)…ma no, dai, lasciamo stare la musica. Questa gente lascerà un segno indelebile nel panorama musicale come una scoreggia nella bora di Trieste.

Quelli che hanno fatto musica vera o sono morti uccisi dal tempo, dall’alcol, dalle droghe e dall’AIDS o sono troppo vecchi per reggere un concerto di tre ore…

Ok, allora si va sul culturale, andiamo a vedere una bella mostra d’arte. Oggi c’è in esposizione un tale che si chiama Lucio Fontana. Uno che fa arte tagliando le tele o facendoci dei buchi. Ok, non discuto il povero Fontana che, tra l’altro, è morto da un pezzo, ma quale imbecille sta glorificando oggi un’opera d’arte degna del peggior Freddy Kruger? Cercare un messaggio artistico in una tela lacerata da un banale taglierino e faselo pagare centinaia di migliaia di Euro dal miliardario gonzo di turno mi fa pensare ad un’abile messa in scena della Yakuza che governa il deserto dell’arte oggi. Se facessi il critico d’arte azzarderei l’interpretazione che il buon Fontana, nelle sue opere di buchi e tagli si è ispirato alla cosa che più di tutte gli uomini (anche i non artisti) hanno in testa: la figa.

Poi ci sono quelli che sputano sulla tela, quelli che dipingono con la cacca, quelli che fanno dipingere al loro figlio di tre anni e riescono a convincere qualcuno a dire che è “arte astratta che trasuda malinconia sociale mista ad uno scettiscismo mistico tipico delle anime infelici”.

Ma se qualcuno di talento riuscisse oggi a dipingere soggetti al passo dei tempi (non dico Monna Lisa) con la tecnica, i colori e le ombre di un Caravaggio o di un Van Gogh verrebbe cacciato a calci in culo dalle gallerie e bollato come asino? O più semplicemente dobbiamo giungere alla conclusione che uomini così non ne nascono più? Perchè?

Voglio puntualizzare che non sono un nostalgico dei tempi andati, uno di quelli che “si stava meglio quando si stava peggio”, a me piacciono questi tempi di progresso tecnologico, di infinite scelte, di comodità solo qualche anno fa impensabili, ma mi chiedo: non sarà che tutto questo progresso ci ha rammolliti? Non avrà ucciso la nostra creatività, il nostro talento naturale? E non sarà che questa anestesia cerebrale ci impedisce di trovare in noi stessi quella forza delle idee che ci permetta di uscire dalla crisi senza delegare questo compito a dei governanti inetti e ladroni? Se fosse così siamo davvero nella merda…

Svegliamoci, riappropriamoci del nostro tempo e delle nostre funzioni cerebrali invece di sacrificarle a Boldi che cade dalla scala.

Credo che l’unico settore, tra quelli elencati prima che ancora si salvi sia quello della scrittura, dei libri, dove alcune valide e coraggiose voci sempre più isolate cercano di urlare, nel deserto dell’indifferenza, un grido di risveglio delle coscienze creative. Ma oggi si legge sempre meno, preferiamo ad un buon libro il Festival di San Remo, Checco Zalone e Stallone ottantenne che ancora fa strage di cattivoni. Che tristezza…

La mente più illustre che sia mai esistita, Albert Einstein, ai primi del 900 aveva detto: “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. Amara verità.

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