Troppe volte si sente parlare dell’enorme difficoltà ad essere genitori, ad essere esempio di vita e di educazione, a scegliere la strada giusta per i figli. Si è istituzionalizzata la festa del papà e quella della mamma. E i figli? Perchè nessuno si è mai preso la briga di quanto possa risultare difficile a volte essere figli? Perchè non esiste una festa del figlio?
Perchè non è socialmente corretto. I figli devono “ubbidire” ai genitori perchè si presume che essi scelgano il meglio per loro e se un genitore sbaglia, si dice che lo fa per amore.
Senza arrivare all’esasperazione di genitori violenti o abusatori, alcolizzati o comunque persi (e quanti ce ne sono…) ci sono quelli che ti comprano i vestiti anche quando arrivi a quarant’anni, che ti mettono la maglietta della Juve fin da piccolo perchè vogliono che tu tifi la loro stessa squadra, che ti iscrivono a quelle scuole che vogliono che tu frequenti, che danno consigli più o meno espliciti sulla persona con cui hai deciso di vivere la tua vita, immancabilmente condizionandola…
Crediamo che sia un bene tutto questo?
Voglio chiudere anche questa volta con degli splendidi versi di un’anima illuminata, Kahlil Gibran:
“I tuoi figli non sono figli tuoi,
sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo, ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore, ma non le tue idee,
perché essi hanno le loro proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo, non alla loro anima,
perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non è dato entrare, neppure nel sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro, ma non volere
che essi somiglino a te,
perché la vita non ritorna indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani“.
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