Mi piace perdermi tra le righe di un libro. Sfogliare le sue pagine una ad una, annusare quell’inconfondibile odore, lasciando andare la mente nei luoghi del racconto, immaginandoseli come se fosse un invisibile spettatore.
Sembra quasi di vedere con gli occhi i tratti, le mosse e i luoghi dei protagonisti. Le parole scritte spesso sono in grado di toccare le corde dei sensi facendoteli immaginare, amare, odiare come se fossi lì. Ma non puoi fare nulla, solo stare a seguire quel filo irresistibile che un’abile mente ha già tessuto e che ti trascina verso l’inaspettato o prevedibile finale.
In un libro il tempo non esiste, puoi essere trasportato in ogni epoca del passato o del futuro, essere presente ad eventi storici reali o fittizi come se potessi saltare in mille universi paralleli. Un libro è la realizzazione delle teorie della fisica più ardita.
Un bel libro è un viaggio che intraprendi da solo, in cui sei libero di scandire le tappe e che, quando arrivi all’ultima pagina, ti lascia l’amaro in bocca di una bella vacanza che si conclude e di un amico che ti lascia.