Troppe regole

La nostra società è forse troppo improntata all’educazione esasperata. Fin dalla nascita troviamo delle regole pronte ad attenderci. L’educazione della famiglia, poi quella della scuola in tutte le sue fasi, ci si mette anche la comunità religiosa di cui spesso si fa parte ed infine la società costituita, lo Stato di appartenenza, con i miliardi di leggi e leggine che sei obbligato ad osservare ed addirittura conoscere (ignorantia legis non excusat).

Non dico che sia sbagliato porre alcune regole, ma l’esasperazione spesso non produce i risultati sperati. La nostra anima, crescendo, si appesantisce con un fardello enorme di lecito e illecito, giusto e sbagliato, “sta bene” o “sta male”, al punto che quando la misura è colma si arriva a vivere una vita col pilota automatico senza porsi più questioni sullo scopo della vita stessa.

Gli anni passano e quel bambino assetato di vita ha studiato la storia fatta da altri, ha seguito la moda decisa da altri, ha imparato le regole degli altri, ha creduto in un Dio imposto da altri.

E se l’unica regola fosse quella che propone Sant’Agostino in una sua bellissima poesia?

“Sia che tu taccia,

taci per amore.

Sia che tu parli,

parla per amore.

Sia che tu corregga,

correggi per amore.

Sia che tu perdoni,

perdona per amore.

Sia in te

la radice dell’amore,

poiché da questa radice

non può procedere

se non il bene.

Ama e fa ciò che vuoi”.

5 comments

  1. Ahinoi, siamo schiavi di convenzioni stabilite da nostri simili, presuntivamente “saggi”. Il problema è se presenza di tutte queste regole e convenzioni non si riesce ad arrivarne a capo, figurarsi senza! Grande spunto di riflessione, il tuo.

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