Day: 14 gennaio 2017

Una favola…

Riposto una storiella banale che avevo già scritto agli albori del mio blog…mi è capitato di rileggerla e mi va di ripostarla..

Nel regno di Gaianaku i cittadini godevano di una certa ricchezza dovuta alla bontà e munificenza del loro re, il quale non vessava la gente con tasse e balzelli ma permetteva che tenessero per loro la maggior parte dei raccolti e delle loro ricchezze.
L’agio dei cittadini di Gaianaku era unico rispetto a quello dei regni vicini che dovevano invece sottostare a tiranni ingordi e disinteressati al benessere dei loro sudditi.
Un giorno il giovane Hermes, giunto con suo padre al mercato di Gaianaku da uno dei regni confinanti per vendere i loro miseri prodotti, sperando di ottenere un prezzo migliore, rimase molto colpito dalla bellezza del villaggio, delle sue case e dei vestiti dei suoi abitanti che vedeva per la prima volta nella sua vita. Hermes non conosceva il sentimento dell’invidia, ma sapeva apprezzare la bellezza e tutto in quel posto gli sembrava meraviglioso, tanto che la sua mente priva di malignità lo portò a pensare che anche la gente del villaggio dovesse essere altrettanto meravigliosa.
In una delle poche pause dal lavoro si sedette su di un muretto a mangiare una mela e si trovò a fare conoscenza con dei suoi coetanei che stazionavano li vicino a chiacchierare tra di loro, mangiando succulenti panini con la carne che si guardarono bene dall’offrirgli. All’inizio li trovò simpatici ed incuriositi per quello straniero così diverso da loro ma presto iniziarono a fargli domande su chi era, da dove venisse e ciò che possedeva, come se quello fosse tutto quello che gli interessava sapere. La povertà di Hermes fece cambiare atteggiamento ai ragazzi che iniziarono a schernirlo ed a definirlo “barbone” e “pezzente” prendendosi gioco di lui.
In quel momento un cane, in condizioni davvero penose, passò loro accanto, così magro che sembrava non mangiasse da giorni e quando si avvicinò al gruppo, malgrado l’odore della carne lo avesse attratto, si avvicinò ad Hermes che non potè che dividere metà della sua mela con la sventurata bestiolina.
I ragazzi iniziarono a ridere sguaiatamente tirando pietre alla povera bestia, urlando che un pulcioso aveva riconosciuto subito un suo simile e che insieme facevano certamente una bella coppia. Hermes si frappose tra la povera bestiola e quei ragazzi, trascinandola via con se fino ad arrivare al carretto di suo padre. Il genitore, appena vide il cane, inveì a sua volta contro Hermes urlando che non voleva quel sacco di pulci accanto al suo carro e che nessuno si sarebbe avvicinato a comprare le sue merci con quella bestia li vicino.
Hermes si perse negli occhi teneri ed imploranti di quello sfortunato cane dicendo al padre che non lo avrebbe abbandonato e che sarebbe rimasto con lui.
Allontanatosi con il cane che lo seguiva, si trovò ad attraversare le strade del villaggio mentre la gente si scansava al loro passaggio tirando bucce di patate ed ogni tipo di immondizia, deridendoli e chiedendosi ad alta voce chi avesse più pulci, se lui o il cane…
Hermes aveva solo seguito il suo cuore ed aiutato una creatura in difficoltà e, per questo, si trovava ad essere deriso e messo ai margini di quella opulenta società. Improvvisamente si trovò a riflettere come tutta quella felicità e quel benessere avessero inaridito l’animo delle persone e quel posto non gli appariva più il paradiso che aveva creduto che fosse.
Proprio in quel momento, mentre evitava l’ennesima pietra che gli lanciavano contro, udì l’avvicinarsi di una carrozza trainata da una schiera di cavalli bianchi e subito si fece da parte avvicinando a sè la povera bestiola.
Giunta alla sua altezza, la carrozza improvvisamente si fermò ed Hermes notò che tutti quelli che fino a poco tempo prima stavano insultandolo e lanciandogli oggetti, si inchinarono. Dalla carrozza ne discese quello che doveva essere il re, seguito da una misteriosa e bellissima fanciulla dall’aria molto triste. Il sovrano e la ragazza venivano proprio nella sua direzione ed Hermes ritenne che fosse opportuno inchinarsi al re ed a quella che, con ogni probabilità era sua figlia la principessa. Notò anche che il suo nuovo amico a quattro zampe stava dimenando la coda alla vista della ragazza che stava venendo loro incontro.
“Angel!” gridò la ragazza appena vide il cane, correndogli incontro ed abbracciandolo. La bellissima ragazza sembrò aver ritrovato un sorriso che doveva aver perso da tempo mentre ricopriva di baci il cane.
A quel punto avvenne una cosa strana. Sembrò che la bestiola stesse comunicando alla principessa che quell’incontro e la sua salvezza fossero dipesi da quel giovane male in arnese che il cane continuava a guardare.
“Come ti chiami, giovane straniero?” chiese ad Hermes la principessa.
“Hermes, vostra altezza. Sono venuto dal vicino regno di Soul per vendere con mio padre le nostre merci. Qui è tutto meraviglioso e ricco, ma l’unico amico che ho trovato è stato lui” fece indicando il cane.
“Se vorrai, giovane Hermes” disse il re intromettendosi nel discorso, “sarò felice di averti ospite d’onore a palazzo dove potrai avere un buon lavoro e tutte le ricchezze ed i privilegi che desideri perchè grazie a te mia figlia ha ritrovato il sorriso”.
Il ragazzo accettò volentieri, riflettendo sul morale di quella strana storia: La strada verso il paradiso passa attraverso l’amore per qualunque forma di vita bisognosa d’affetto piuttosto che nella ricerca affannosa dell’inutile riconoscimento sociale.

Il linguaggio nascosto

Qualche anno fa qualcuno mi suggerì di leggere “Il piccolo principe”. Quasi sdegnosamente risposi che lo avevo già letto molto tempo addietro e che adesso non avevo certo l’età per leggere certe favolette per bambini.
Ma un giorno, non molto tempo fa, una persona a cui tengo molto mi regalò, per il mio compleanno, un’edizione di quell’opera con una dedica che non lasciava spazio ad altre possibilità; dovevo rileggerlo.
Bè vi confesso che mi si è aperto un mondo. C’è un tempo per ogni cosa e se leggi un libro o guardi un film a vent’anni e rileggi quel libro o rivedi quel film anni dopo ti sembra di non rileggere o rivedere la stessa opera.
E’ un pò come giudicare una salita o una discesa a seconda di dove ti trovi. Il libro o il film sono sempre gli stessi, allora cosa è cambiato? E’ cambiata la chiave interpretativa dell’anima, il vostro punto di vista e le chiavi che ci permettono di cogliere certi aspetti che potrebbero essere celati sotto il falso mantello di una favola per bambini. E ce ne sono tante…
Da quella incredibile esperienza, con occhi nuovi e mente nuova, sono andato avanti alla scoperta di tutti quei grandi capolavori che potevano contenere un messaggio nascosto, invisibile agli occhi di una mente non ancora pronta.
Ed è stato così che ho riscoperto “Alice” di Lewis Carroll, “Il gabbiano Johnatan Livingstone” di Richard Bach, sino ad arrivare, ebbene si, alla prima trilogia cinematografica di Star Wars di George Lucas e persino “Harry Potter” ed “Il signore degli anelli”. Lo stesso “Pinocchio” di quel genio di Collodi, riletto oggi avrebbe un gusto diverso.
“Non leggere con gli occhi della mente, bensì con quelli del cuore”, è un pò la parafrasi di ciò che afferma la volpe allorquando dice al piccolo principe “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Provate a digitare su Google “piccolo principe, aforismi” e leggete che concentrato di meraviglia è contenuto in una “banale” opera per ragazzi…
Mi è venuto da approfondire la conoscenza di certe opere che possono sembrare banali a degli occhi che guardano solo in superficie. Io amo “Star Wars” ed in particolare il personaggio di quel nanetto verde di Yoda. Pare che l’autore si sia ispirato ad Albert Einstein nella sua creazione, e se estrapolate tutte le sue (poche) frasi in quei film otterrete anche lì un concentrato di saggezza profonda che non può sfuggire (su Youtube troverete filmati selettivi in proposito).
Lasciate perdere gli ultimi best seller di stupidi giornalisti servi del regime, provate a rileggervi quelle opere che non avete più aperto da quando eravate bambini, non vi porteranno via molto tempo ma sono certo che vi daranno una ricchezza ed un sollievo inaspettati…
Concludo con con quella che è la mia frase preferita del Petit Prince: “E’ una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. E’ una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio.”