Mi rendo conto di andare a toccare un argomento delicato che non ha avuto nessuna soluzione fin dalla notte dei tempi: le differenze psicologiche e comportamentali che ci sono tra gli esseri umani quando si interfacciano.
Fino a quando questo rapporto riguarda il lavoro, l’amicizia, la parentela e la conoscenza in generale ci si può convivere, si accetta e si rinuncia, ci si lasciano briciole di ragione in virtù di una convivenza anche un po’ forzata che occupa scampoli di vita ma che spesso non è la vita stessa.
Posso dare ragione a mia madre o a mia sorella, ad una mia amica o conoscente giusto per quieto vivere perchè so che non mi conviene polemizzare… è un armistizio della vita che la gran parte delle persone mette in atto quotidianamente. E’ amore anche quello.
Ma… ma… se l’altra persona è destinata a diventare con te un cuore solo, un’anima sola, una carne sola allora siamo in un territorio misterioso chiamato Amore con la A maiuscola, quello a cui tutti fanno riferimento quando si pronuncia quella parola.
Visto che siamo a San Valentino è chiaro che sto parlando anche e soprattutto di quell’amore. Di “amori” ce ne sono tanti, amor filiale, amor fraterno, amore verso gli amici, le passioni, gli animali, il prossimo in generale, la vita, Dio, e chi più ne ha più ne metta.
Una sola parola per mille vestiti, un concetto che sta bene con tutto e che dovrebbe essere in effetti universale. Forse si dovrebbe amare tutto e tutti nella stessa maniera per essere davvero felici, invece anche l’amore ha i suoi pesi e le sue misure, i suoi abiti da giorno e da sera, le sue svendite e persino la sua bigiotteria come pure le sue falsità.
Iniziamo con la prima domanda? L’amore è innato o si può “imparare”? Domanda difficile. Ognuno risponda a modo suo.
Se ne dovessi dare una definizione, direi che l’amore è dare senza aspettarsi nulla in cambio, e forse è una taglia che può adattarsi a tutti i tipi di questo strano sentimento.
L’amore è quasi uno specchio, se ci sentiamo amati allora siamo felici e disposti a corrispondere lo stesso. Ma l’amore che richiede una contropartita porta con sé una certa dose di dolore.
Viene misurato con il nostro peso e, se una bilancia non ha la stessa, identica quantità su entrambi i piatti, penderà inevitabilmente da una parte o dall’altra… e difficilmente riusciamo a calibrare la nostra bilancia della vita così perfettamente; penderà sempre da una parte.
C’è chi afferma di soffrire pene atroci per amore…mi chiedo perché. La risposta è nelle aspettative, nella pretesa di dover ricevere quella sensazione così enorme che poi ci fa soffrire e spesso ci porta anche a fraintendere avvelenato anche dalla gelosia, sorellastra dell’amore. Quindi si arriva al paradosso che più amiamo qualcuno e più soffriamo perché mettiamo sulla famosa bilancia un peso tale che l’altra persona a volte non è in grado di equilibrare.
Anthony DeMello, in un suo bellissimo libro (Messaggio per un’aquila che si crede un pollo) dice: “Come si possono amare le persone quando si ha bisogno di loro? Le si possono soltanto usare. Se io ho bisogno di te per essere felice, ti devo usare, ti devo manipolare, devo trovare mezzi e sistemi per conquistarti. Non ti posso lasciare libero.”
Forse l’amore non sta in un “rapporto” con una persona bensì in un modo di vivere, in una scelta personale a prescindere da tutto e da tutti.
Ed anche qui, alla pari di altri argomenti già trattati come la felicità, la fede o i sogni si entra in un campo di soggettività personale per cui ognuno ne ha una visione che non può essere uguale a quella di nessun altro sulla faccia della Terra.
Allora amare non è più fare ciò che ci si sente di fare ma fare ciò che l’altro si aspetta e questo non è amore…
