Questa bevanda, che, dopo l’acqua, è la più bevuta al mondo, è qualcosa di unico perché è il classico esempio di quanto ci si possa far passare letteralmente sotto il naso un intero mondo che riserva sorprese, piaceri e benefici conosciuti da millenni a cui oggi non facciamo più caso.
Alla pari di altre sane passioni (mi vengono in mente quelle per il buon vino o la musica classica), quando ci si addentra nel mondo del tè conoscendone a fondo storia ed usanze, si entra in una tradizione millenaria piena di fascino e mistero, che ebbe origine, neanche a dirlo, nell’antica Cina.
Laggiù si fa risalire l’origine di questa bevanda nientemeno che al 2.737 a.c. ed alla sua scoperta da parte di un imperatore chiamato Shen Nung. Nel corso dei millenni il tè ha riassunto sia le proprietà di una vera erba medicinale, sia quelle di una bevanda che ha conquistato poi interi popoli in ogni parte del mondo. In Europa è arrivato soltanto nel 1600 grazie ad olandesi e portoghesi e fu originariamente appannaggio di re ed imperatori che ne rimasero subito affascinati e non vollero mai più restare senza.
Il tè è divenuto quindi “disponibile” per il grande pubblico solo verso nel 1800 ma ritengo che ancora oggi le persone non sappiano cosa significhi bere del vero tè. Quasi tutti oggi li consumano in bustina aggiungendo poi latte o limone o peggio zucchero ed a quel punto è più salutare una bibita gassata in lattina perché quello che ne viene fuori non è più tè.
A prescindere dall’intruglio che si è prodotto aggiungendo latte, limone o un paio di cucchiaini di zucchero, dovete sapere che i tè in bustina fanno male. Molte bustine sono infatti rivestite con epicloridrina, un noto cancerogeno attivo in acqua calda. Negli ultimi anni (ovviamente per risparmiare) le marche presenti nella grande distribuzione imbustano il prodotto con materiali provenienti dalla plastica come PVC e nylon alimentare perché la carta speciale o il tessuto con cui andrebbero fatte costa troppo. Le sostanze plastiche in questione rilasciano inoltre sostanze chimiche aromatizzanti ed altre schifezze artificiali che avvelenano la vostra tazza di simil-tè.
Ma non è tutto. Uno studio dello scorso anno ha accertato che le bustine in cui sono contenute tisane e tè, immerse in acqua bollente, emettono fino a sedici tipi diversi di ftalati, altri veleni chimici che vanno ad interferire pesantemente con il sistema endocrino. Digitate in rete e ve ne renderete conto.
Senza contare la qualità delle foglie di tè contenute in quella bustina che di solito provengono dagli scarti della produzione o quantomeno dalla parte meno pregiata del raccolto. Un tè, meno costa e meno si può chiamare tè; ma questa è una regola che si applica ad ogni cosa, per cui se acquisti un vino da 2 euro stai sicuro che quello che ti hanno rifilato non è vino.
A Milano ho scoperto un posto dove vendono solo tè ed accessori per prepararlo e mi si è aperto un mondo. Il proprietario è un grande esperto, conoscitore dell’oriente ed ogni volta che ci vado mi trattengo almeno un’ora, facendo passare davanti tutti i clienti ed aspettando i momenti vuoti per chiacchierare con lui.
Ho imparato a distinguere i vari tipi di tè (anche se tutti i tè provengono da una stessa pianta, la camellia sinensis, e le differenze stanno nella diversità di trattamento e raccolta delle foglie) che vengono venduti rigorosamente in foglie essiccate che vanno messe in infusione in una teiera di ghisa con apposito filtro per un tempo rigorosamente stabilito e diversificato con acqua a differenti temperature altrimenti si rischia di bruciare le foglioline e rovinarne il gusto.
Ho scoperto che esistono tè verdi giapponesi che costano anche mille euro al chilo e sono quelli per le cerimonie, ma a parte certe eccezioni, il resto ha prezzi abbordabili e gusti così diversi che c’è davvero da perderci la testa.
Il tè (non quello nelle bustine del supermercato) ha dei benefici per la salute infiniti ed incredibili, specialmente il tè verde; non sto qui ad elencarveli, digitate su Google “benefici tè verde” e leggete.
Il tè è una bevanda senza tempo e deve essere bevuto da chi può dedicargli (e dedicarsi) del tempo; per prepararlo, come per gustarlo, da solo o con amici. Si pensi che la cerimonia del tè in Oriente, chiamata Cha no yu, può durare più di un’ora e solo poche persone sono in grado di compierla esattamente perché ha un rituale molto complicato, ma è chiaro che il tutto racchiude un significato di raccoglimento e meditazione che trascende la semplice tazza di tè.
Se non si ha molto tempo a disposizione è meglio farsi un caffè…
