Day: 9 novembre 2015

I cancelli del cielo

La dottrina cattolica, a mezzo di tutti i suoi esponenti più autorevoli, ha sempre propugnato la teoria che, dopo la vita terrena, se un uomo avesse osservato, durante quest’ultima, i precetti del cristianesimo alla lettera, avrebbe varcato i cancelli del paradiso, ivi guadagnandosi la vita eterna. In caso contrario, sarebbe marcito all’inferno.

Ora, siccome le chiavi del cancello sono affidate a San Pietro, lo stesso venne messo a capo del corpo di guardia in uniforme bianca a smistare i nuovi arrivi. Lui era l’unico residente in loco, in quanto gli altri due, uno addetto alla sbarra, l’altro di vedetta, erano due precari presi a tempo determinato dalle liste di collocamento del purgatorio.

Si iniziò quel giorno, al mattino, con l’arrivo di un pullman di bambini passati a miglior vita senza essere stati battezzati e qui il buon Pietro, romanaccio buontempone, va subito in crisi: “aho, basta a fà caciara, nun ve posso fare entrà, disse al più grandicello che sembrava il capo comitiva. “Qua le regole sò precise e poi rischio che me sfasciate tutto. Eh o’ sò che siete anime innocenti ma qua dobbiamo rispettà le regole altrimenti nun ce se capisce più gniente. Su su, annate a smaltì er peccato originale ner limbo, saranno una decina di anni luce…dopo Sirio, prendete la seconda stella a destra”… e i bimbi mestamente se ne vanno.

Ma ecco che arrivano due tizi vestiti con un sari bianco, quello davanti è magro, calvo ed ha degli occhialini di metallo cerchiati. Quando arrivano al gabbiotto dice a Pietro: “Siamo indù” E Pietro sghignazzando: “Eh o vedo che siete indù, so contare… Ma tu chi sei?”

“Sono il mahatma Ghandi, l’apostolo della non violenza”.

“Ah, apostolo? Però all’ultima cena der fijo der capo mica t’ho visto sa? Ma te sei battezzato?”

“Cos’è il battesimo?”

“Ok a Ghà stai a fa o spiritoso? Nun te posso fa passà a te e l’amico tuo…ho già mannato ar limbo un pulman de pischelli, figurate se faccio passà a voi”…nnnamo va…”

Subito dopo arrivano altri due anziani con capelli bianchi in tunica che camminano con aria solenne. Giunti al cancello, Pietro li ferma e chiede chi siano secondo procedura.

“Siamo Socrate e Platone, ci hanno dato questo indirizzo dove avremmo trovato tutte le risposte ai nostri interrogativi”

“Questo è er paradiso dei cattolici, ah belli…siete battezzati?”

“Cattolici? E che roba é? Una squadra nuova? Mai sentiti nominare… ai nostri tempi non esistevano”

“Annamo bene… allora ve ne dovete annà…qua, se non siete soci, nun se – pò – entràààà… ma che ve pensate che stamo a pettinà i cherubini qua?”

E così mestamente anche i due filosofi tornano indietro.

Ed ecco che si avvicina un uomo in armatura e veste crociata.

“Ahhhh” fa Pietro, “finalmente un socio. Come te chiami?”

“Sono Goffredo di Buglione, capitano della prima crociata contro gli infedeli musulmani e ne uccisi a migliaia!”

“Uccisi? Tu hai ucciso? Allora a morè nun te posso accettà… er comannamento dice non uccidere, quindi aria… anvedi questo, uccide migliaia de persone e c’ha pure la faccia de presentasse qua!” E si allontanò fischiettando “Un capitanoooo c’è solo un capitanoooo” chiaramente inneggiando ai colori giallorossi ed a Francesco Totti per il quale i tempi non erano ancora maturi.

Ma ecco che si avvicinano due uomini, di cui uno un pò sovrappeso avvolto in un alone di luce con una fiamma che gli ardeva in testa… “Salve Pietro, sono Siddharta Gautama, il Buddha, il risvegliato e colui che mi sta accanto è il saggio Confucio”.

” Con…chi? O’ vedo che sei sveglio, ma siete anche battezzati?”

I due restano un attimo interdetti non comprendendo di cosa stesse parlando, per cui cercano di spiegargli le filosofie del Tao e dell’ottuplice sentiero ma Pietro, che a sua volta non capisce, non vuole sentire ragioni e li liquida: “Io l’ottuplice sentiero o’ vedo quanno me spacco de vino…tacci tao… Annate a provà ar Purgatorio che là se entra a coppia… ma pensa te… che gente”.

Ecco quindi arrivare tutta una schiera di persone in abiti talari che, con passo spavaldo, stanno per entrare salutando Pietro ed ignorando il blocco. Il primo scavalca la sbarra e fa “Ciao Collega, come va?”

“Ahò ahòòòòòòò… Collega? Ma chi te conosce….. ndo nnate? Chi siete?”

“Ma come chi siamo? Siamo i Papi del passato e siamo i rappresentanti sulla terra del Capo Supremo”.

“Tu aspetta qua e voi nun ve movete!” Pietro resta un attimo interdetto quindi si reca nel gabbiotto e chiama Dio chiedendo lumi su cosa fare alla luce di quello che gli era stato detto. Dopo un pò riattacca il ricevitore e si rivolge a quel folto gruppo: “Er principale ha detto che nun ha mai nominato nessun rappresentante perchè ce mancherebbe che deleghi a qualcuno il da farsi sulla terra coi casini che state a fà, quindi aria! Sciò…smammare!”

Alla fine del turno Pietro raggiunge Dio nelle sale del paradiso sconsolatamente vuote, senza nemmeno un’anima che fosse una, mette su il solito DVD “Il paradiso può attendere” e gli fa:

“Capo, sò millenni che arrivano ai cancelli miliardi di anime e non facciamo entrà nessuno, nun sarà er caso de cambià un pò le regole?”