feste

Feste Milanchic

Mi sono trovato spesso in contesti festaioli in cui vagavo svolazzando come un’ape di fiore in fiore cercando di localizzare il gruppetto che discutesse di cose almeno un minimo interessanti.

Ah quante volte ho rivissuto questa scena in quelle feste nelle quali, se le cazzate le vendessero al chilo, sarebbe stato, ogni volta, un party di miliardari.

Di solito, a causa della cazzoneria eterea degli argomenti percepiti, passo tutto il tempo a girare col bicchiere in mano e finisce che arriva l’ora di tornare a casa che sono ciucco tradito, ho inquinato il fegato ma almeno ho salvato i neuroni.

Di solito gli argomenti variano, ma il filo conduttore è quello di poter vantare meriti personali per far colpo (o invidia) negli interlocutori, che in fondo, si sa, sono tutti della stessa pasta.

Argomenti prediletti (Top ten) nelle feste milanchic:

1) Il lavoro

2) La figa (per soli uomini)

3) la moda e lo shopping (per sole donne)

4) I viaggi

5) Il calcio (per soli uomini, con qualche, sporadica eccezione)

6) La cultura

7) Il sesso (unisex, da non confondere col n. 2)

8) La politica

9) La palestra

10) lo spetteguless

Personalmente, a parte il n. 2 ed i n. 4 e 6, tendo ad evitare gli altri come la peste ma, come sto per dirvi, gli interlocutori di queste feste, fanno scendere il latte alle ginocchia anche ai più accaniti fans dell’argomento.

Il lavoro regna sovrano nei consessi milanchiccosi…è quasi una gara a chi ce l’ha più grosso (mi riferisco al conto in banca che ne deriva, perchè nell’altro senso ci sono parecchi problemi). Sembra una specie di babele di specialisti che si ostinano a discutere ognuno con la terminologia propria del suo ambiente, così può capitare di cogliere sprazzi di conversazioni incomprensibili:

“Ma sai che ieri ho fatto quattro briefing e due call conferences su stock options da Singapore e Las Vegas, ho chiuso un paio di agreements da paura e la mia capa (di cazzo aggiungo io col pensiero, da buon pugliese) mi ha riconosciuto un bonus da sfruttare nel 2067…che figata!

Risposta dell’interlocutore che non solo non ha capito un cazzo, ma neanche gli frega nulla: “Che bomba Giangy, pensa che io, nel mio studio legale, ho partecipato all’accordo di fusione tra Alitalia ed Air France, domani devo andare a Parigi per una due diligence fondamentale per l’accordo e devo portare la borsa al mio boss”. “Ma che sballo Puccy, alla prossima dovremo festeggiare con una magnum di Crystal..offro io”. Non si vedranno mai più.

Altro gruppo “lavoro”:

“Ragazzi, io faccio trading a Piazza Affari, se avete sghei da investire, puntate sulle stock options Eni, con warrants a tre mesi e rating basso, hanno un ottimo benchmark”. Nessuno capisce una mazza, annuiscono per non fare figure di merda e poi vanno a giocare 5 euro alla ricevitoria sotto casa al superenalotto.

Le altre categorie, a titolo esemplificativo, alla prossima…

New Year Day

A dicembre si gioca il solito incontro di pugilato che finisce per metterti inevitabilmente al tappeto. Si comincia con la serie di jab dell’immacolata e relativo ponte per arrivare al diretto natalizio. Neanche il tempo di incassare il colpo e ti ritrovi disteso dal montante al volto del capodanno. L’ho già detto, ma lo ribadisco: odio le feste.

In questa settimana infernale il problema che sembra assillare la maggior parte delle persone è sempre la stessa: “che si fa a capodanno?”

Ma poi, cazzo, mi chiedo: perché si deve fare per forza qualcosa? Se sei fortunato ed hai casa, animali e famiglia, perché non approfittarne?

Invece no. Se hai un posto a qualche veglione sei uno “di vita”, mentre se non hai alternative sei uno sfigato.

E già…il veglione. L’incubo di questo periodo. Location e compagnia non hanno importanza, sono secondari. L’importante è partecipare. E non importa se fuori nevica, se rischi una lavastoviglie sulla macchina, parcheggiata a 2 chilometri di distanza, se il giorno dopo hai il 90 % di possibilità di essere preda di una attacco di cagarella fulminante per la merda che ti propinano ed il tavernello spacciato come vino della casa, se il giorno dopo magari ti tocca andare al lavoro in condizioni fisiche da far invidia ad uno zombie struccato, se trascuri figli piccoli, animali domestici e genitori anziani. Ma che vuoi che siano simili inezie? Vai col veglione!

Mi sorge il dubbio che veglione sia una crasi per “veglia del coglione”. Se il mio dentista lavorasse la notte di capodanno avrei più piacere a farmi curare una carie che non a partecipare ad un veglione.

Ma volete mettere la libidine di quando, a 30 secondi dalla mezzanotte si mette a palla il maxischermo dove quel pinguino lampadato dello strapagato presentatore inizia il conto alla rovescia con una bottiglia di spumante accanto a Gigi D’Alessio e la sciaquetta di turno con tette e culo di fuori mentre ci sono 15 gradi sottozero? Vette di piacere incredibile, mentre il tavernello ottunde i sensi e corrode il fegato ed altri organi interni.

Allo scadere del fatidico ultimo secondo, mentre attacca l’inevitabile ritornello de “L’anno che verrà” di Lucio Dalla si ode un concerto asincrono di tappi di Asti Gancia che saltano, con l’immancabile rincoglionito che eiacula precocemente e l’imbranato che diventa paonazzo nel vano tentativo di estrarre un tappo incollato che farebbe bene a tener buono per l’anno successivo invece che farlo saltare quando tutti se ne stanno già andando via. Dicono che porti sfiga. Ma la vera sfiga è quella di essere lì, quindi non credo e certe dicerie.

L’ennesima occasione in più per dimenticare l’amarezza della vita, invece di affrontarla e risolverla.

Per non parlare della barbara e demenziale usanza dei botti. Ma che cazzo avete da sparare bombe che più sono rumorose e più fanno figo? Cosa minchia festeggiate, se domani sarete di nuovo nella solita merda? I botti sono pericolosi e spaventano a morte gli animali, quindi, se proprio volete provare l’ebbrezza del rumore, chiudetevi in uno stanzino e sparateveli sui piedi, poi vedete l’effetto che fa.

Non vorrei cadere nel patetico, ma personalmente non c’è stato un capodanno in cui il pensiero, almeno per un momento non mi sia corso a chi è in guerra, a chi, in un letto di ospedale, lotta tra la vita e la morte o ci sta perché i suoi familiari sono al veglione, a chi non ha un bicchiere d’acqua con cui bere, a chi sta lavorando, a chi semplicemente non è nello stato mentale di festeggiare per cazzi suoi, e soprattutto agli animali per strada o nei ricoveri al freddo e al gelo, insomma a quell’esercito silenzioso a cui quello dei “veglionisti” sembrerebbe un ritrovo di rincoglioniti. Lo so, serve a poco, ma io ci penso e mi commuovo per loro.

Non è una critica, sia chiaro. Esprimo solo il mio punto di vista, dal momento che abbiamo la fortuna di vivere in una società aperta che consente di esporre liberamente i propri pensieri. Per i “veglionisti” il rincoglionito sono io, ma sono contento di esserlo.

Non è una notte speciale. Il tempo passa uguale per tutti e l’universo, che sta li da miliardi di anni con i suoi misteri irrisolti non sa cosa sia il concetto di capodanno, perché il tempo non esiste, è solo una convenzione, una delle mutevoli dimensioni della nostra povera realtà umana. Se non credete a me dovreste credere almeno ad un tale che si chiama Albert Einstein, perché era lui che lo diceva.

Se proprio devo stappare una bottiglia e fare degli auguri, mi piace farli alle persone care che ancora mi sopportano su questo pianeta. Voltarmi tra una massa di sconosciuti ubriachi ed augurare falsamente buon anno a qualcuno che magari mai più rivedrò in vita mia mi sembrerebbe inutile, stupido ed ipocrita.

Si dovrebbe cercare di vivere la vita assaporando ogni momento con quello che ci offre, perché ogni momento della nostra vita è un capodanno che potrebbe regalarci gioie e dolori senza il disperato bisogno dell’ennesima manifestazione di rincoglionimento sociale.

Ah…dimenticavo…Buon anno a tutti…

Odio le feste

Non me ne vogliano i cattolici osservanti ma io detesto questo periodo di feste e finta atmosfera natalizia.

E’ falso come una moneta di cioccolata, pieno di un finto buonismo che rende le persone ancora più insopportabili. Dovunque senti dire: “a Natale siamo tutti più buoni”. Ma che cazzo vuol dire? che sei buono un paio di giorni e per il resto dell’anno sei un gran bastardo?

E’ un periodo pieno di forzata allegria e a me infonde una sconfinata tristezza, una specie di inutile armistizio creato dal sistema per far dimenticare i problemi e far spendere soldi alla gente.

Se ti capita qualcosa di spiacevole, tutto quello che ti sta intorno funziona quasi da cassa di risonanza che ti ingigantisce il problema. Stare di merda a Natale è proprio una sfiga…già…perchè se capita a maggio, allora ti senti meglio.

Poi c’è la stronzata immensa dei regali. L’ho sempre pensato, il Natale è fatto per i bambini, solo loro meritano attenzioni e regali. Oddio, se vuoi i regali li puoi fare sempre, ma ci sono ancora quelli che credono a Babbo Natale ed è un peccato deluderli per quei pochi anni in cui si vive ancora nel mondo delle favole. Avranno tempo e modo di accorgersi da soli, grazie alla vita, che non solo Babbo Natale non esiste ma che il mondo è fatto solo di carbone e di befane, senza scopa.

A Natale siamo tutti più buoni….questo l’ho già detto, ma anche più grassi. Quasi ci fosse una stupida giustificazione ad ingozzarsi come maiali di tutte le porcherie gastronomiche che la mente umana possa immaginare. Un pranzo dietro l’altro, cenoni a go go…”tanto a gennaio inizio ad andare in palestra”. Ma quanto sono imbecilli? E’ come darsi una martellata in testa…tanto poi in ospedale mi mettono i punti.

E’ il periodo dei buoni propositi: “dall’anno prossimo faccio questo e quest’altro”, “voglio cambiare vita”…poi arriva gennaio e si riprende il solito tran tran aspettando una nuova scadenza che ti tranquillizza.

“Oggi è il primo giorno del tempo che ci resta, un giorno buono per ricominciare”, recita una canzone. Giuste parole. La vita è fatta di giorni tutti uguali, siamo noi che attribuiamo un valore alle cose, così come ai giorni che viviamo, ed ogni giorno è degno del massimo rispetto, perchè il tempo è la cosa più democratica che ci sia, passa per tutti alla stessa maniera.

Ci sono quelli che danno mance ed elemosina solo sotto Natale ed il resto dell’anno non cagano certe persone neanche di striscio, quelli che passano il Natale in famiglia e tornano a troie appena le feste sono passate, quelli che non ti cagano di pezza tutto l’anno ed in quel periodo mandano quei patetici messaggini “di massa” a tutta la rubrica: “un caro augurio di buone feste da Pasquale Ciociammocca e famiglia”. Ma vaffanculo Pasquale! Magari neanche ci salutiamo durante l’anno e poi mi mandi un messaggio del cazzo magari svegliandomi alle sette di mattina del 25 dicembre. Te li potevi risparmiare quei 10 centesimi. Anzi magari neanche li hai pagati perchè a natale c’è l’offerta Trombafone Christmas all inclusive verso tutti i cellulari…

Per non parlare del traffico delirante e dei supermercati presi d’assedio dove non resta neanche più un vasetto di cetriolini sottaceto in offerta…perchè tanto a Natale si magna di tutto.

Infine c’è la fregola dell’organizzazione di feste, festini, cene e cenoni in locali di ogni tipo, dove per la modica cifra di 300 euro puoi prenotare il cenone di capodanno mangiando spazzatura che non pagheresti 20 euro durante tutto il resto dell’anno.

Mi chiedo: che resta di bello delle feste di Natale? Una sola cosa, dal mio modesto punto di vista: l’opportunità di avere qualche giorno libero da trascorrere con le persone che ami veramente, davanti ad un semplice piatto di spaghetti al pomodoro, con un bicchiere di buon vino e due chiacchiere ascoltando il notturno di Chopin in sottofondo.

Ah, a chi avesse la fortuna di passarle in questo modo, consiglio di spegnere il cellulare, onde evitare i messaggini funesti di Pasquale…