interviste

Le “interviste impossibili”: dialogo con il gatto

“Se i gatti potessero parlare, non lo farebbero” (Nan Porter)

Eccoci qui con la seconda puntata delle nostre “interviste impossibili”. Questa volta abbiamo come gradito ospite sua maestà il gatto, un essere misterioso ed affascinante che ci tiene a non essere paragonato al suo collega cane e che abita le case di molti di noi umani.

D: ”Che effetto le fa vivere in compagnia degli esseri umani?”
R: “Iniziamo subito con una domanda difficile, eh? Guardi, l’interazione con gli umani è molto diversa da parte nostra come da parte loro. Mi spiego, quando un umano decide di condividere la propria dimora con un rappresentate del regno animale, parte dal presupposto errato che tutti gli animali siano uguali e, per il solo fatto che danno loro un tetto e un pò da mangiare, si aspettano in cambio amore incondizionato e soprattutto obbedienza alle loro stupide regole. Non andare qui, non fare questo, dammi la zampa, salutami, vieni qui quando ti chiamo e cose del genere. Noi gatti abbiamo una certa etica da difendere ed è ben diversa da quella degli umani. Mi chiedo perchè loro sono fatti così e quindi disposti a dare affetto solo alle persone che fanno quello che loro desiderano. E’ un principio che in natura è illusorio e del tutto sbagliato.
Non capisco poi perchè la maggior parte degli umani si lamenti del fatto che noi gatti, secondo loro, pensiamo soltanto a mangiare e dormire quasi tutto il giorno. In primo luogo, in questo tipo di affermazioni vi leggo una certa invidia nei nostri confronti, perchè quasi tutti loro vorrebbero fare le stesse cose ma gli risulta impossibile. Non esiste un solo umano che non abbia mai detto in vita sua “Il mio sogno sarebbe quello di starmene disteso in un bel posto a mangiare, dormire e non fare nulla tutto il giorno”. A noi viene naturale, loro non riescono a farlo nemmeno quando sono in vacanza e potrebbero, quindi temo che sia un loro problema di coerenza mentale.
In secondo luogo gli umani non hanno ancora capito che il nostro ruolo nelle loro vite non è tanto quello di “animale di compagnia”, a quello ci pensa il collega cane, noi siamo un pò i guardiani della loro anima e gli siamo vicini solo quando ne hanno davvero bisogno perchè noi percepiamo e vediamo cose che loro non possono percepire nè vedere. Siamo come muti insegnanti che comunicano con svariati suoni e intonazioni o sguardi di rimprovero, ma devo ammettere che i nostri allievi umani non sono molto intuitivi e, se potessi, li boccerei quasi tutti. Si credono la razza dominante del pianeta…ma è davvero così? (strizzata d’occhio)


D: “Non posso non chiederle quali sono i rapporti con l’altro animale con cui condividete la compagnia degli umani, il cane.”
R: “Malgrado le dicerie infamanti sul nostro rapporto, che le leggende vorrebbero conflittuale, devo dire che le nostre relazioni sono ottime e gli umani con la frase “come cane e gatto” dovrebbero indicare due persone che vanno d’accordo e non due persone in conflitto tra di loro, ma, come ho detto prima, gli umani sono poco perspicaci.
I rapporti sono buoni essenzialmente per il fatto che non siamo affatto in concorrenza ed operiamo in settori diversi, come ho accennato prima. Dai cani ci si aspetta che facciano la guardia, che accompagnino l’uomo a caccia, oppure che si specializzino nel salvataggio in acqua o guidino gli umani che hanno avuto la sventura di perdere la vista. Sono queste, essenzialmente le quattro categorie in cui operano i cani. Avete mai visto un gatto da guardia o uno da caccia? Oppure un gatto che guida un cieco? Certo potremmo farlo benissimo, visto che ci vediamo perfettamente anche di notte ma non fa per noi. Se penso a tuffarmi in acqua poi…non mi ci faccia pensare che mi sento già male.
Anche coi cani, però, gli umani hanno un pò stravolto i programmi e quindi, tengono i cani, che sono nati per i compiti attivi di cui ho parlato, fermi in appartamento come animali da compagnia e pretendono da loro cose che essi non sono nati per fare. Una volta ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con un levriero che si lamentava del fatto che il suo “padrone” lo tenesse chiuso in 100 metri quadrati di casa e lo portasse solo sotto casa per qualche metro solo per fargli fare i bisogni. Era molto depresso. Ma si può essere più stupidi? Sarebbe come far correre Usain Bolt attorno al tavolo della cucina.
Per fortuna, a noi gatti tutto questo non viene richiesto, e forse per questo motivo gli umani non hanno ben capito che ruolo abbiamo. Noi, a differenza dei colleghi cani, manteniamo sempre il nostro carattere, per cui non troverà mai due gatti uguali, lo stesso non si può dire per il cane. Posso solo anticipare che noi abbiamo anche poteri diciamo così…particolari, ma non posso dire di più altrimenti violerei il segreto professionale.
Per riassumere le differenze tra noi ed i cani potrei dire che il cane vi insegna ad amare, noi vi insegniamo a vivere.


D: “Molti di voi sono di colore nero e si dice che in quel caso portiate sfortuna, che ha da dire?”
R: “Una simile affermazione è così stupida che non meriterebbe risposta alcuna, ma qualcosa in proposito mi sento di dirla. Come ho già accennato sopra, ci accusano di fannulloneria, di opportunismo, di indifferenza e adesso anche di portare sfortuna.
Forse molti ignorano che l’intera storia umana è costellata di favole, leggende e simboli che ci riguardano. Gli egizi, che poi tanto fessi non erano, ne hanno fatta una divinità di nome Bastet, guarda caso di colore nero. A quei tempi chiunque causasse la morte di uno di noi veniva punito con la pena capitale. E quando sempre uno di noi moriva di morte naturale, in casa ci si rasava le sopracciglia in segno di lutto e pensi che ci dedicarono un’intera città, chiamata Bubaste dove venivamo imbalsamati e seppelliti con grandi onori…eh già bei tempi, ma non vorrei sembrare troppo nostalgico.
Vede, quella diceria stupida sui gatti neri è il frutto della malsana influenza di quella che voi chiamate Chiesa. Ci hanno perseguitati per anni e messi sul rogo perchè credevano che fossimo creature del diavolo…ma si può essere più imbecilli? Intanto posso anticiparvi che il diavolo non esiste, noi lo sappiamo bene, e poi dopo che ci hanno perseguitati e sterminati si vestono loro di nero…mah!


D: “Se dovesse eleggere la sua dote principale, quale sarebbe?”
R: “Senza dubbio la curiosità, siamo terribilmente curiosi e forse l’unico detto umano che potrebbe avvicinarsi ad una verità sul nostro conto è quello che recita “la curiosità uccise il gatto”. Ma, del resto, come si fa a non essere curiosi in questo mondo? La curiosità tiene vivo chiunque e, per quanto ci riguarda, voi umani siete così buffi che è impossibile non essere curiosi per osservare quello che combinate…

Le “interviste impossibili”: dialogo con il letto

“Il letto è il luogo più pericoloso del mondo; vi muore l’ottanta per cento della gente” (Mark Twain)

Buonasera a tutti, cari lettori, oggi inauguriamo una serie che credo risulterà molto interessante: intervisteremo alcuni oggetti, animali o piante con cui abbiamo a che fare tutti i giorni e che non immagineremmo mai che possano parlare.
A dire il vero se provate a farlo e scoprite che in effetti vi parlano, allora mettete giù subito la bottiglia di vodka e smettetela con gli stupefacenti. In realtà non parlano, ma se avete abbastanza fantasia e perspicacia vi renderete conto che hanno cose da dire che non avreste mai potuto immaginare.
Oggi inizieremo da sua maestà il letto.

D: “Come ci si sente ad essere così famoso?”
R: “Sono un tipo semplice ed in effetti non mi sarei mai aspettato di essere probabilmente l’unico oggetto presente in tutte le case del pianeta. Nessun altro mio “collega” può vantare questo primato, a parte la mia collega tazza del gabinetto, ma io sono un tipo che presta molta attenzione alla pulizia, mentre lei non si può dire che faccia altrettanto. Di solito siamo sempre ben distanti…ma non vorrei sembrare troppo snob…certo i neonati non hanno ancora ben capito la differenza ma, quando crescono, col tempo, mi apprezzano molto”
D: “Dicono di lei che è il “confidente” di tutti, è vero?”
R: “Certamente! Io posso affermare tranquillamente che conosco i segreti inconfessabili di tutte le persone che su di me si distendono. Chi parla nel sonno, chi confessa qualcosa in punto di morte e che non ha mai detto a nessuno, chi sussurra parole d’amore vere o false (me ne accorgo il giorno dopo) o grida sconcezze irripetibili, io vengo a conoscenza di tutto ma non chiedetemi altro perchè ho una reputazione da difendere e sono molto riservato”.
D: “Le piace questa sua condizione?”
R: “Devo confessare che spesso mi trovo in difficoltà. La mia etica di signor letto mi imporrebbe di mettere in guardia tutti gli ospiti che passano per le mie lenzuola sugli inganni che il proprietario spesso mette in scena per portare ospiti sul mio palcoscenico, ma sono costretto a tacere per un accordo tacito che ho con lui/lei perchè i nostri abbracci notturni mi portano ad affezionarmi a chi mi accoglie in casa ed io non sono un traditore.”
D: “Può raccontarci qualche aneddoto simpatico che le è capitato?”
R: “Me ne sono successi tanti, ma quelli più comuni riguardano certi gesti che sono caratteristici a seconda di quando il mio proprietario è solo oppure in compagnia. Guardi, quando sono con me, come nella vita di tutti i giorni, le persone hanno atteggiamenti diversi. Se siamo da soli, il mio proprietario/a non esita ad essere se stesso, si compiace di fare rumori col sedere e seppellirsi sotto le lenzuola ad annusare la propria opera e questo mi fa molto ridere, ma mi fanno parimenti ridere gli sforzi che fa quando è in compagnia, dissimulando inesistenti attacchi di tosse per coprire il rumore…per i disturbi olfattivi certi geni sono soliti agitare dal verso loro le coperte manifestando improvvisi attacchi di caldo che si rivelano inesistenti e questo mi diverte molto.”
D: “Le sue tipologie, o meglio diverse personalità che anche lei vanta, differenziano le esperienze che si trova a vivere?”
R: “Certamente. Quando sono singolo di solito percepisco tristezza e solitudine, il mio proprietario vorrebbe allargarsi ed è particolare come l’ambizione ad essere più grande delle persone è legata a me. Da singolo vorrei dare di più, così come le persone che accolgo vorrebbero di più. Preti e ragazzini hanno ambizioni di crescita. Per i secondi ci penserà la vita, per i primi non va bene che poi vadano a cercare quei ragazzini che hanno la loro stessa dimensione di letto. Poi c’è quella diabolica invenzione umana dei letti a castello, una specie di metafora della vita umana, politica e non. Chi è sopra ha una posizione privilegiata ma corre sempre il rischio di cadere e farsi male; chi è sotto si sente oppresso e tende a guardare chi è sopra di lui. So bene che è un’esigenza di spazio per sistemare due materassi dove ce ne andrebbe uno solo ma sono convinto che gli esseri umani non amino molto dormire e camminare a troppa distanza dal suolo, ho imparato che queso li inquieta un pò.
D: “Quali sono le principali doti o virtù di cui lei va fiero?”
R: “Non credo di aver bisogno di farmi pubblicità, quindi rispondo volentieri. In primo luogo ritengo di essere l’oggetto più democratico che esista, ogni bandiera di stato democratico dovrebbe inserirmi nella sua effige al posto di stelle, scudi, croci, lune e soli. Tutta roba triste come le croci o inarrivabile come stelle, luna e sole. Io sono molto più concreto, inoltre accolgo su di me chiunque. Quando si distendono sul mio socio materasso sono tutti uguali, indistintamente, e più o meno fanno tutti le stesse cose. Un povero, come anche il Papa, vanno a letto tutte le sere senza alcuna differenza. Poi li ho visti tutti nudi o almeno in mutande, anche il Papa o il presidente USA.
Poi direi che sono versatile. Le mie forme e dimensioni diverse mi consentono di adattarmi ad ogni angolo della casa; ad una o più piazze, un posto per me si trova sempre.
Inoltre sono anche molto paziente. Non ha idea di certi “pesi” che sono costretto a sopportare. Sono vecchio quanto il mondo ed in quei casi le mie vecchie molle cigolano doloranti. Ma la stessa cosa succede quando saltano i bambini grassocci oppure quando qualche amante che si sente un pornoattore cerca di compiacere la sua partner dando botte da martello pneumatico credendo che quello sia il modo per far godere una donna. Questa verità l’ho imparata dalle donne quando poi, magari sullo stesso letto dormono con qualche amica…se gli uomini sapessero quanto li prendono per il culo, gli passerebbe la voglia di fare i patetici playboy…
D: “Per concludere, qual’è il messaggio che il letto vuole lanciare al mondo intero?”
R: “Siate leggeri, in tutti i sensi, farete molta meno fatica a vivere e farò molta meno fatica io nel sopportarvi. Su di me liberate sereni i vostri pensieri, perchè bisogna essere distesi per vedere o soltanto immaginare il cielo.”