A te che verrai fuori dal nulla come un soffio di vento inatteso ed ogni tanto ti assenterai, lasciandomi solo e lontano ad asciugare pensieri che colano dagli angoli della bocca.
A te che entrerai da una porta che neanche sapevo esistesse, un varco chiuso, da cui tu farai entrare luci e suoni, la tua orchestra in punta di piedi che camminerà su pareti e soffitto suonando un motivo di strumenti antichi.
A te, che sento di conoscere ma che so di non conoscere fino a quando non mi conoscerai.
A te, che una tua risata sarà un grimaldello che apre ogni stanza della mia casa e che farà da colonna sonora ad ogni ora della mia giornata…
A te che sarai tanto orgoglio e pochissimo pregiudizio ma che saprai come giocarti le tue carte anche se non sai giocare d’azzardo, come ho fatto stupidamente io per una vita…
A te che non camminerai, ma rimbalzerai tra i muri del cuore con frasi spezzate e gioie intere, toccando e dipingendo punti che non erano mai stati visitati nè dipinti prima.
A te che correrai, correrai e non ti fermerai mai a te che trascinerai tutto nella tua scia senza voltarti indietro a guardare perchè oltre il tuo fianco non ti interesserà cosa ci sia.
A te che avrai la consapevolezza di essere ma la paura di avere, tappeto di piume che volteggiano nel vortice delle tue allegre corse e che non faranno mai in tempo a posarsi che subito torneranno a danzare di nuovo in aria al tuo passaggio, come in uno di quei souvenir per turisti che vendono nelle stazioni ferroviarie di tutto il mondo.
A te che sarai e che per me ci sarai e che non vorrò mai lasciare andare via, come facevo con i giocattoli che mi regalavano da bambino, che avevo paura di rompere ed accarezzavo felice.
A te che mi farai parlare di te come se ci fossi stata da sempre e che sto aspettando solo il momento in cui arriverai… non conosco il tuo nome ed il tuo viso, ma conosco la tua anima, unica e bianca che ha già tessuto un velo che forse non è stato mai completato.
A te che sarai la A del mattino e la Z della sera e non importa dove sei ora, perchè verrai, e da allora la vita sarà un calendario tutto in rosso fatto di feste e domeniche per mangiare, riposare e fare l’amore.
A te che mi darai il coraggio di volare, io che ne ho un pò paura e mi faccio scudo di quel camminare a testa alta ma coi piedi per terra. Io che mi sento piccolo davanti a chi sfoggia un paio di ali, perchè so che ne ho bisogno se voglio guardare il mondo da un’altra prospettiva.
A te che sei aquila e sola e non hai bisogno di sbattere quelle ali per galleggiare nel vento, basta tenerle aperte ed essere ciò che sei per farti portare dove vuoi, che è sempre lo stesso posto deciso dal vento, che forse è tuo amico. Ed il vento non è amico di tutti.
A te, che sarai un regalo a cui non si può fare un regalo, perchè sarebbe come avere il privilegio di essere invitati alla festa di un miliardario a cui è impossibile pensare a qualcosa da regalare perchè ha già tutto.
A te che dirigerai le parole come Topolino comanda le scope nel film “Fantasia”, le userai e poi le lascerai andare per toccare e fuggire, e non importa se gli altri non le capiscono, tu saprai quello che volevi dire e non avrai rimpianti.
A te che voli alto… mi insegnerai a volare con la pazienza di un’aquila, perchè quando spazi nell’azzurro del cielo e ti rendi conto che sai volare, la paura si trasforma in un sorriso.
A te che ora sai ma non sei ancora…. usa queste parole, infilale in una collana come perle oppure masticale e dimmi che sapore hanno, assaggiate dal futuro.
A te….