Amore per sempre

Belinda è una bella donna che aveva avuto la sfortuna di vivere molte relazioni “sbagliate”. Aveva inoltre il “difetto” di essere innamorata dell’amore e proiettava questa sua impellente esigenza su ogni uomo che incontrava e che le dimostrava un diretto ed elegante interesse, praticamente quasi tutti, data la sua avvenenza.
Dopo l’ennesima delusione, Belinda cadde in una profonda crisi che la spinse a voler chiudere con la speranza di incontrare la sua anima gemella, fomentata in questo proposito dalla maggior parte delle sue numerose amiche single, a cui chiedeva spesso consiglio, essendo tutte accomunate da esperienze più o meno simili, una sorta di schiera di amazzoni in guerra perenne con il genere maschile che organizzavano uscite solo tra di loro per stabilire piani di difesa sentimentale. Per loro gli uomini erano monete con una sola faccia in vista, quella nascosta si rifiutavano o facevano finta di non vederla e trovare un uomo che mettesse tutte d’accordo era più raro che trovare appunto una moneta in bilico che potesse mostrare entrambi i lati.
Se poi erano carini e magari anche benestanti automaticamente erano dei gran bastardi, se erano brutti…bè neanche meritavano attenzione e quindi era inevitabile che fossero sempre ad un punto morto.
Poi, se per qualche ragione, si palesava qualcuno che andava loro a genio, allora andava bene tutto, ricco, povero, bello o brutto. Si sarebbe fatta fatica a fargli capire, per esempio, che un uomo che guarda una bella donna, ovunque sia ed ovunque si trovi è uno normalissimo ed è come ci si scandalizzasse che in mare vi siano i pesci…
Il loro mantra era diventato quello che il sesso era ormai bandito dalle loro vite almeno fino a quando non sarebbero riuscite a trovare finalmente il principe azzurro. Quello che opportunamente e maliziosamente nascondevano alle altre era il fatto che ogni tanto si facevano trombare selvaggiamente dal corsaro nero di turno.
Belinda arrivò quindi a convincersi che la sua spasmodica quanto vana ricerca dell’amore della vita fosse una sorta di castigo divino, un karma da espiare in qualche maniera. Forse stava davvero rincorrendosi la coda andando a caccia di una figura maschile che rispondesse il più possibile al suo ideale di uomo ma sarebbe stato come sperare di incontrare Babbo Natale dal vivo.
Non le era ancora chiaro forse che ogni persona va amata per quello che è, non per quello che noi vorremmo che fosse.
Belinda era quindi indecisa tra l’insistenza nella ricerca di un uomo come diceva lei oppure seguire il consiglio delle sue amiche amazzoni metropolitane di mettere il sesso in naftalina “tanto nessuno ci merita”.
La prima ipotesi la attraeva di più, quindi si mise a pregare ferventemente Dio o chi per lui (qualcuno doveva pur esserci…miliardi di persone non potevano essersi tutte sbagliate) di farle finalmente incontrare la sua anima gemella, ovunque si trovasse, facendo in modo che alla sua sfiga karmica con gli uomini si sostituisse un incontro altrettanto karmico che l’avrebbe resa felice ed appagata.
Dopo un bel pò di tempo, senza che Belinda perdesse fede e speranza, Dio, il quale utilizzava la Terra come cabaret per farsi grasse risate della dabbenaggine di quei comici esserini, non potè più ignorare lo stalking di Belinda che ossessivamente chiedeva un uomo fatto apposta per lei.
Il buon Dio, che possedeva avanzatissimi algoritmi per individuare la compatibilità tra terrestri sulla base delle loro caratteristiche e sogni, mosso a compassione, decise di monitorare tutti gli uomini del pianeta per cercare l’uomo dei sogni di Belinda.
Passò al setaccio tutta la popolazione maschile in un range di età che potesse essere compatibile con la donna attraverso il programma AFIS (aiuto facilitato individui solitari) ma, con suo enorme stupore, il risultato continuava ad essere negativo. La cosa lo stupiva alquanto, per cui face revisionare il software dal suo ufficio informatico avanzatissimo ma il risultato continuava ad essere lo stesso.
Per curiosità, decise di allargare la ricerca prima al sistema solare, poi all’intera galassia e finalmente trovò una corrispondenza.
Sul pianeta Artemis, dove vigeva un rigido sistema matriarcale, trovò finalmente un abitante di sesso maschile che sognava una donna a cui obbedire grazie al potere della mente e non a forza di schiaffoni e bastonate come accadeva sul suo pianeta ed il sistema AFIS dava una corrispondenza tra i due pari al 99%.
A questo punto si presentavano, per il creatore, due problemi di non facile soluzione. Il primo riguardava il trasferimento dell’artemisiano sulla Terra, il secondo, più difficile, era quello che l’aspetto fisico dei maschi su Artemis era abbastanza diverso da quelli terrestri, dal momento che i primi avevano un’altezza inferiore, un occhio solo e due organi genitali. Il resto era abbastanza simile.
Ma Dio, dopo averci pensato un attimo, esclamò “Ma cazzo io sono Dio, per me non esistono problemi irrisolvibili!”, per cui teletrasportò con la forza del pensiero l’artemisiano sulla Terra, gli aggiunse un occhio, gli infuse la conoscenza della lingua, lo allungò un tantino, gli affibbiò il nome David (su Artemis si chiamava Barambembazzo ed ovviamente non andava bene), ma gli lasciò i due genitali che magari uno di riserva poteva tornargli utile.
Restava solo da organizzare l’incontro fatale che Dio, sulla base dei film e romanzi d’amore di successo, decise dovesse avvenire casualmente mentre entrambi condividevano una passione comune.
Fu dunque ad una lezione del corso di naturopatia olistico-bio-smithsoniana (ci sarebbe voluto un corso intero solo per capire di che cazzo si trattava ma il nome era fichissimo) che Belinda e David si scambiarono lo sguardo fatale che fece scoccare la scintilla. Dio aveva incaricato il suo fido ed infallibile ruffiano Cupido di scegliere luogo e modalità per lanciare la freccia e quell’amore interplanetario predestinato era finalmente iniziato.
Agli inizi fu una passione incredibile, David sembrava anticipare i desideri di Belinda, ed in effetti ciò era possibile grazie alla sua dote telepatica artemisiana, ma dopo un pò smise di farlo perchè l’intreccio di pensieri ed immagini di Belinda era così intenso e variopinto, ed a volte persino contraddittorio, che il farlo gli provocava la stessa sensazione del bere una bottiglia di vodka a stomaco vuoto.
Col passare del tempo, come sempre succede in tutto l’universo, il luogo in cui David si trovava a vivere aveva profondamente cambiato il suo DNA artemisiano ed era stato costretto ad adattarsi ad abitudini e pensieri terrestri. Si era reso conto che sulla Terra, al contrario che su Artemis, poteva dire la sua abbastanza liberamente, bere birra con gli amici, guardare il calcio in TV, scoreggiare e leggere la gazzetta dello sport senza essere arrestato e la vita di coppia fatta di cenette, regalini, serate con la futura suocera e gli amici radical chic di Belinda, corsi di yoga, cinema e teatri di tendenza (du palle…anzi quattro) iniziava ad annoiarlo.
Quell’atmosfera magica dei primi anni iniziò a diradarsi e Belinda percepì le avvisaglie della crisi con un senso di crescente impotenza. Allora iniziò a pregare nuovamente dio per chiedergli conto di quello che stava accadendo, del perchè quella storia che sembrava così idilliaca si stava rivelando l’ennesimo fallimento.
Fu in quel preciso istante che dio comprese il suo errore più grande nella storia della creazione. Aveva creato due generi perfettamente compatibili per procreare un seguito generazionale ma la struttura mentale non era affatto simile in nessun posto e nel lungo periodo quelle differenze rendevano difficile una vita insieme.
La compatibilità poteva funzionare nella linea temporale attuale, ma non aveva immesso la variabile futuro, ecco perchè non aveva funzionato tra David e Belinda. Del resto aveva creato i mondi col fine della continuità e della procreazione e con tutti gli altri animali aveva funzionato, anche se nessun’altra specie si sognava di restare con la stessa compagna per tutta la vita, quindi che questi umani se ne facessero una ragione e si adattassero a vivere la vita così com’era senza farsi troppe pippe mentali, perchè in nessuna parte dell’universo conosciuto avrebbe scovato qualcuno che andasse bene a Belinda per sempre…

11 comments

      1. Oh Art…sono domande toste queste…fidanzate pare non ne abbia o in giro si saprebbe…il che mi dice che ho fatto la scelta giusta…anima ce l’ha ma duplicarsi non ci pensa nemmeno…non ama la concorrenza

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    1. Ciao Indy! Vero che alcune specie lo sono, i lupi non tutti, i maschi alfa sono “liberi”, ma pare che le specie con questa caratteristica non superino la dozzina. La mia storiella provocatoria forse rispecchia questa percentuale? 😉 Un salutone…come sta la tua piccolina?

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