tatuaggi

Tatuaggi

Spesso ci troviamo a criticare o apprezzare chi ha voglia di marchiare la propria pelle con un segno indelebile quale quello di un tatuaggio.

I tatuaggi, non lasciano scampo a vie di mezzo, o li ami o li odi. C’è una ristretta minoranza a cui non dispiacciono ma che non se la sentono di stare ore nelle mani di una persona che sembra un fuori di testa a sua volta supertatuato che continua ad infilargli un ago nella pelle.

Poi si sa bene che, oltre al classico diamante, anche un tatuaggio è per sempre. Nel momento in cui decidi di scrivere sulla tua pelle, sai che quell’immagine ti accompagnerà fino alla fine dei tuoi giorni, diventerà una parte di te che non sarà più possibile cancellare.

Un tatuaggio è una forma molto particolare di comunicazione non verbale che però riflette un vissuto interiore. Attraversa tutta la storia e tutte le età. Fin dai tempi degli uomini delle caverne (ne aveva uno sulla schiena anche la mummia di Similaun risalente a 5.300 anni fa) sino ai giorni nostri, i tatuaggi riguardano in maggioranza i più giovani, ma sono per tutte le età. L’ultima volta che sono andato dal tatuatore ci ho trovato una signora che avrà avuto più di 60 anni, la quale voleva farsi tatuare una carpa sulla spalla. Le ho fatto i miei complimenti, e quando mi ha chiesto: “Perchè?” mi sono reso conto di essere con le spalle al muro perchè non avrei potuto venirne fuori senza una gaffe clamorosa sulla sua età…

In prigione, specie in Russia, i tatuaggi sono delle vere religioni, uniformi con tanto di gradi, un linguaggio di comunicazione tra detenuti, una vera e propria carta d’identità.

Puoi capire molte cose di una persona attraverso i suoi tatuaggi, essi sono un biglietto da visita per chi sa coglierne il significato. Colorati o in bianco e nero, giocosi ed eterei oppure ribelli e violenti, farfalle e fiori o teschi e pugnali, i tatuaggi parlano sempre di te e tradiscono il tuo inconscio.

Anche la zona da tatuare è importante, infatti c’è che sceglie la visibilità e chi preferisce nasconderlo in zone poco “accessibili”, quasi fosse un segreto da svelare a pochi intimi. La zona è importante anche per il dolore. Farsi un tattoo sulla spalla non è la stessa cosa che farselo su un fianco. Nel primo caso senti solo un pizzicorino a cui ti abitui subito, nel secondo è dolore vero e sono quelli a cui ti affezioni di più, forse perchè il dolore è un termometro dei ricordi e non lo scordi facilmente.

Un tatuaggio può diventare una promessa di amore che spesso sopravvive all’amore stesso, rimanendo a ricordare giorni felici o difficili, un ricordo che non sbiadisce e che non puoi strappare come le foto.

Importanti sono anche le dimensioni del tattoo. Le persone discrete amano le piccole cose, il disegnino sulla nuca nascosto dai capelli, il tatuaggio sul piede nascosto dalle scarpe… Poi ci sono quelli (di solito uomini) per cui il tatuaggio è una specie di prolungamento del pene, della serie “io ce l’ho grosso”…peccato che l’attributo poi si limiti al solo tatuaggio.

Un tatuaggio può anche essere eccitante, una pista da baciare sulla vuota distesa di pelle dell’altra persona, un immagine che difficilmente puoi separare dal volto della persona che lo “indossa”.

Insomma, io li adoro, ne ho 12 al momento, e ho già prenotato il prossimo: l’araba fenice che risorge dalle ceneri di un fuoco rosso vivo…ah lo faccio sul fianco…dolore….