Premetto che è la prima volta che mi cimento in questo esercizio per dar seguito ad una delle nomine che mi è pervenuta, ma ritengo che l’argomento meriti una certa considerazione, in quanto trattasi dell’araba fenice che tutti cercano ma che nessuno sa dove trovare.
Un argomento concreto ed ambito ma etereo e sfuggente come il sole che si affaccia tra le nuvole…e credi che il tempo volga al bello, invece riprende a piovere. E quando esci con l’ombrello ti accorgi che non serve più, perchè non avevi capito niente. Ti sembrava una cosa ed il cielo ti ha risposto in altro modo. E’ un pò la metafora della vita.
Le definizioni della felicità sono soggettive, ce n’è una per ogni essere umano, come le impronte digitali o come la definizione dell’amore perchè hanno tratti in comune la felicità e l’amore. Gli ostacoli alla felicità sono nella nostra mente, non nel mondo e forse la felicità è quando, in un determinato momento, non cambieresti nulla della tua vita.
La felicità forse è il motore della nostra esistenza, è la possibilità che diamo a noi stessi di essere ciò che siamo davvero e la possiamo scorgere anche nelle difficoltà che siamo in grado di superare. Sono le cose che ti strappano un sorriso da quando ti svegli a quando ti addormenti. Felicità è un attimo, l’aver messo il punto ad un lavoro difficile, sospirare soddisfatto alla fine di un libro o di un film, ti passa davanti veloce e devi saperla cogliere perchè non sai quando tornerà. E’ ripetibile ma non durevole, dove tutto è dove deve stare, è equilibrio, armonia, nelle cose e con le persone che ti sono vicine.
E’ un sorso di acqua fresca quando hai sete, è il primo squillo del telefono quando aspetti una chiamata, una parentesi che si può chiudere subito, un goal della tua squadra del cuore a tempo scaduto, nel profumo di un fiore, nel canto dei grilli in una notte stellata, che si assapora a piccole dosi. E’ la notizia che aspetti un figlio, è la smorfia di quel figlio quando ti guarda per la prima volta e sorride, è un complimento, un perdono, un parcheggio libero in pieno centro, un abbraccio, la stanchezza dopo una notte di lavoro duro…la felicità è tutto e niente. La felicità va condivisa con chi ci sta a fianco ma va fatta sussurrando perchè pare che la tristezza abbia il sonno leggero.
Venendo alla mia personale interpretazione del suo ABC, direi:
Accettazione: la felicità credo parta da questa rara capacità umana. Accettare se stessi e la vita con tutto ciò che offre. Accettazione da non confondere con rassegnazione. Sai benissimo che ci saranno alti e bassi, gioie e dolori. Nessuno è esente da questo movimento ondulatorio dell’esistenza. Riguarda belli e brutti, grassi e magri, poveri e ricchi, santi ed assassini. La felicità umana è un attimo fuggente ma la pace interiore può essere un traguardo stabile ed infatti non è un caso che nel corso dei millenni, a partire da Buddha, tutte le persone illuminate hanno puntato alla pace interiore, non alla felicità.
Benessere: inteso nel senso di ottimismo. Guardiamo la vita tutti con gli stessi occhi ma abbiamo tutti occhiali diversi. Chi non vede l’attimo vicino, chi non riesce a vedere il lontano futuro, chi ha lenti così scure che vede tutto nero ma nessuno pensa a togliersi gli occhiali e guardare il mondo con i suoi occhi, perché così forse capirebbe il suo concetto di felicità.
Consapevolezza: la felicità sta nella consapevolezza del momento. Potrebbero passarti accanto attimi di felicità, ma se non ne hai consapevolezza andrebbero sprecati come pioggia nel mare. Consapevolezza è non fare scelte, perchè la scelta porta con se il conflitto. Chi è costretto a scegliere è confuso e quindi vive un conflitto. La consapevolezza è scelta di ciò che è, senza alternative. Solo questo può darti la felicità senza il rischio di rimpianti.
Non faccio nomine ma lascio aperta a tutti la strada di una risposta…