Figli di dio o scimmie evolute?

Fin da quando l’essere umano è apparso sulla faccia della Terra ha cercato di porsi l’unica grande domanda che viene prima di tutte le altre: da dove veniamo?
Sino alla metà dell’800 la risposta era una ed indiscutibile: siamo stati creati da dio a sua immagine e somiglianza e quindi l’unica teoria “accessibile” era quella del creazionismo che aveva come sponsor la chiesa cattolica.
Ma, appunto a metà del diciannovesimo secolo, un biologo britannico, di nome Charles Darwin, sfruttando l’apertura culturale dell’epoca nonchè i suoi lunghi studi scientifici, giunse alla conclusione che la nostra specie sarebbe frutto di un lento processo evolutivo-adattativo che ebbe inizio milioni di anni or sono e che avrebbe portato certi ominidi scimmieschi vissuti centinaia di migliaia di anni fa ad evolversi sino ad arrivare a quelli che siamo oggi.
Ed ecco che, accanto al già citato creazionismo, si è affiancata da poco anche la teoria evoluzionistica la quale, per dirla in breve ed in modo abbastanza terra terra, afferma che dio non c’entra niente e che noi esseri umani altro non siamo che scimmie evolute.
Facile immaginare quanto la chiesa abbia osteggiato questa teoria “eretica”. Se il buon Darwin fosse vissuto ed avesse fatto le sue considerazioni un paio di secoli prima sarebbe finito senza ombra di dubbio sui milioni di barbecue organizzati nelle pubbliche piazze da quei simpaticoni in palandrana nera. Galileo e Giordano Bruno ne sapevano qualcosa. Il primo, per salvarsi le chiappe dovette abiurare, il secondo non lo fece e finì flambè.
Ebbene, al giorno d’oggi, tertium non datur, in altre parole se vogliamo sapere da dove veniamo, o crediamo che ci abbia creato qualche dio, oppure siamo scimmie moderne.
Se uno crede ciecamente alle barzellette che raccontano i simpaticoni in veste nera allora non avrà dubbi e sposerà la prima ipotesi. Atei e scienziati ovviamente sposeranno la tesi darwiniana.
Il grosso problema, se qualcuno va a fondo della questione, è quello che la teoria di Darwin fa un pò acqua da tutte le parti e questo, nel mondo scientifico, è ben risaputo.
In breve, ed è questo il fine di questo post, vorrei evidenziare solo alcune questioni che “non tornano” in base alla teoria darwiniana, ignorando del tutto la favoletta di Adamo ed Eva, del paradiso terrestre, del serpente e della mela perchè a quella ormai non crede neanche il mio gatto.
1) Dal momento dell’apparizione di “homo sapiens”, avvenuta, pare, 300.000 anni fa, l’evoluzione morfogenetica della specie homo si è arrestata ed è iniziata un’evoluzione intellettiva e culturale. Le leggi di adattamento naturali rispondono soltanto alla sopravvivenza della specie in un determinato ambiente e riguardano modificazioni fisiche (pelo, denti, lunghezza degli arti), non certo di sviluppo di una capacità estranea a questo. Se pensiamo a quale “utilità” adattativa abbia la nostra capacità di linguaggio, ecco che la teoria di Darwin non può avere una risposta valida.
2) Se deriviamo da una lenta evoluzione scimmiesca, i siti geologici e paleoantropologici dovrebbero essere pieni di queste “specie intermedie” e invece niente, in altre parole non siamo ancora riusciti a trovare l’anello mancante che ci collegherebbe, senza ombra di dubbio, alle scimmie vissute milioni di anni fa.
3) Domanda: ma se noi deriviamo dalle scimmie, come mai scimpanzè e bonobo sono rimasti tali da milioni di anni, mentre noi siamo apparsi improvvisamente e, in un periodo evoluzionisticamente ed inspiegabilmente rapido, siamo diventati quello che siamo?
4) Questione molto tecnica: il nostro patrimonio genetico è differenziato di circa l’1% da quello degli scimpanzè. Noi abbiamo 46 cromosomi, mentre i simpatici scimpanzè ne hanno 48. L’unica differenza è data dal cromosoma 2, che negli esseri umani si è misteriosamente “unificato” formandone uno molto più lungo, mentre nelle scimmie è rimasto diviso. A detta dei biologi non sembrerebbe affatto una mutazione naturale…
5) L’essere umano ha caratteristiche inadatte a qualunque ambiente naturale del pianeta terra. Non abbiamo peli sul corpo che ci proteggano, nè artigli o zanne per difesa, insomma per sopravvivere in qualunque zona del pianeta siamo costretti a vestirci, costruire armi ed abitazioni pena la morte certa. Inoltre, fattore unico tra tutte le specie, i nostri capelli crescono all’infinito e non è difficile capire come questo fattore non sembra affatto un adattamento evolutivo in quanto i capelli lunghissimi sono sicuramente una caratteristica che va contro la sopravvivenza della specie.
6) Il fattore sanguigno RH-; circa il 15% della popolazione mondiale, peraltro concentrata in particolari zone geografiche, ha il gruppo sanguigno RH-. La sigla RH sta per Rhesus, che è un tipo di scimmia, per cui l’85% della popolazione ha questa proteina sulla superficie dei globuli rossi, il che potrebbe confermare una discendenza da antenati scimmieschi, ma perchè allora non siamo tutti con fattore RH+?
7) Siamo l’unica specie che necessita di assistenza per il parto, mentre ogni altra specie animale vi provvede senza problemi ed in solitudine, oltretutto senza alcun rischio per la salute. Nell’essere umano, invece, il parto deve essere assistito e, ancora oggi, non è esente da rischi, ben consapevoli che da sempre esso ha rappresentato una delle principali cause di morte per la donna almeno sino al 19° secolo. Ma anche oggi, secondo i dati Unicef, nei Paesi in via di sviluppo, si hanno 300.000 decessi all’anno. E’ davvero strano che un momento fondamentale della vita come quello della nascita, sia un evento che può mettere a rischio la stessa continuità biologica della specie.
Di esempi ce ne sarebbero molti altri, ma, dopo queste contraddizioni lascio aperta la questione, anticipando che forse una terza teoria esiste ma ci vuole davvero grande apertura mentale per prenderla in considerazione…

17 comments

  1. “… vi chiedo, se vi sentite soli in questi scambi di idee o confronti, o come volete chiamarli, se certe convenzioni e credenze sociali vi stanno strette e preferite rifugiarvi in voi stessi invece di perdere tempo in inutili serate con persone che non vi trasmettono più nulla.

    -quando si hanno scambi ,confronti o come vogliamo definirli ,non credo ci si senta soli ,ma una spinta all’ascolto che quasi certamente tocca temi interiori su cui vogliamo difendere o allargarne la veduta.

    -Si a me personalmente le convenzioni e le credenze sociali stanno strette,ma se lo sono è perché bisognava elaborare interiormente un processo che stringesse per aprire la strada a qualcosa di più ampio e di diverso.Il rifugio non è certamente il nascondersi in se stessi ,o la cosiddetta ” zona comfort” da cui si teme di uscire…ma una sorta di libertà interiore ,fatta di ascolto su ciò che internamente non si sente di essere nascondendosi nel “rifugio conformista”… Ecco bisognerebbe capire se la zona comfort è circoscritta nel nostro io o in quello socialmente più congeniale.

    -Perdere tempo con persone che non trasmettono più nulla penalizza il nostro sentire spirituale, forse darebbe più corretto riuscire a raggiungere la consapevolezza che in fin dei conti le persone ci trasmettono sempre una parte di bellezza ,magari anche solo quella di non snaturare la propria essenza!

    Gigi il tuo progetto potrebbe essere molto interessante, anche io ne ho uno ed è quello di non averne …di vivermi il viaggio ,di camminare,di incontrare o forse dovrei dire Ri/incontrare belle persone come te!

    Grazie e buona serata

    L.

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    1. Grazie L. E’ difficile cercare di spiegare in poche righe certe sensazioni e prospettive su progetti e idee che riguardano comunque uno scambio di idee tra persone affini. Ed è proprio quell’affinità che oggi è rara da trovare, per cui si tende a ripiegare un pò su se stessi senza però perdere il contatto con la vita di società che appare sempre più effimera e senza prospettive. Parlando del mio personale punto di vista, io la mia zona comfort l’ho trovata ed è tutta interna, mentre fatico a trovare zone confortevoli all’esterno, tranne con le persone che mi sono più vicine e con cui riesco ancora a trascorrere belle serate. Io lo considero un grande equilibrio, perchè se si dovesse cercare quella zona comfort all’esterno allora si finirebbe come tante persone che credono che cambiare casa, città o Paese possa migliorare la loro vita. Infine condivido appieno la tua considerazione finale sul viversi la vita ed è quello che sto facendo con una consapevolezza e serenità che prima non ho mai avuto… Un saluto.

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      1. Lentamente leggerò i diversi post nel tuo blog,permettimi di scriverti che qui mi sento un po a casa…è questa la sensazione no?Non ti sento affatto estraneo,non mi sento affatto ospite…

        Quel tuo equilibrio…quante domande ,quante corse ,quanto affanno per capire che avevi già quello che cercavi…dovremmo solo sperare che chi passa da qui accorci il passo per godersi il viaggio!

        Buona serata !

        L.

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      2. Ma io voglio che tutti si sentano a casa e te in particolare. Ecco, hai centrato il punto…ho cercato tanto per scoprire che la risposta l’avevo già. Anche se quel “lungo giro” devo confessarti che mi è servito tanto e non avrei potuto farne senza… 😉 Ciao L.

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  2. Chiedo scusa per questa mia “interferenza”,ma ho trovato molto costruttivo questo scambio tra Mikahel e Gigi,cosa su cui spesso ci si scontra più che incontrarsi.

    – Gigi : Credo che mantenere la mente aperta ad ogni possibilità sia fondamentale per comprendere e progredire sul cammino dell’umanità.

    -Mikahel :Non ci si può basare sulla storia o scienza o altra materia umana per cercare di capire la nascita del tutto, ma bisogna utilizzare logica ed intuito, perché lunica entità che può sapere le cose in modo completo ed esaustivo, è quella entità che era prima ed è dopo (anche chiamato Dio).

    Mi trovo molto nelle parole di Gigi ,con un apertura a 360° e se il commento di Mickahel non mi apparisse sotto questo aspetto già come “verità assoluta ” invece di “possibile verità” …ecco forse l’utopia inizierebbe davvero a prendere forma.

    La mia terza ipotesi consiste in una forza magnetica chiamata “amore”… E più si cerca altrove quello che sta dentro di noi più ci allontaniamo a cercarlo… più teorie spazieranno…un po come le malattie dove mentre ne studi una ne nasce un altra…tra studi e scienza tra ragione e logica abbiamo perso una grande opportunità quale?La vita stessa forse, il viverci,il viversi…o no?

    L.

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    1. Oh oh che bello leggere queste cose…parlo a te, L, ma anche a Mikahel perchè credo che si faccia parte della stessa “famiglia”, in cui il confronto aperto può essere foriero di idee, riflessioni e progressi non solo personali ma per tutta questa malata umanità. Ti chiedo, L., e vi chiedo, se vi sentite soli in questi scambi di idee o confronti, o come volete chiamarli, se certe convenzioni e credenze sociali vi stanno strette e preferite rifugiarvi in voi stessi invece di perdere tempo in inutili serate con persone che non vi trasmettono più nulla. Magari potrà sembrare una domanda folle ma sono curioso della risposta perchè, insieme ad altre persone sto cercando di creare un progetto visionario di cui scriverò più approfonditamente…

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    2. Cato L., non sono io chd posiziono Dio o Allah come a me piace chiamare l’entità sopra citata, al di fuori di me, questa è stata la chiesa cattolica (non per fare polemica religiosa che non ha senso) quando ha deciso a tavolino che un Uomo doveva essere definito Dio.
      Questa entità è ovviamente dentro di noi, ed è (per me) una verità assoluta perché da qualchd fonte di intellighenzia questo mondo incredibilmente fagto deve essere partito, la natura così perfette non può essere frutto del caos (caotici sono certi scienziati che hanno un ego ed una “pagnotta” da portare a casa o un nobel da voler mostrare).
      Ti posso assicurare che io sono perfettamente in linea con quel che affermi, se cerchi fuori sarai pfeceduto dai pesci del mare, dagli uccelli in aria e dalle mucche sui prati.
      Noi uomini siamo attributi della manifestazione che chiamiamo Dio/Allah, ovvero particelle di quella intelligenza e siccome ne siamo parte dobbiamo conoscere la nostra fonte (almeno è il mio credo).

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      1. Chiedo scusa per il ritardo nella risposta Mikahel.

        Noi uomini siamo attributi della manifestazione che chiamiamo Dio/Allah, ovvero particelle di quella intelligenza e siccome ne siamo parte dobbiamo conoscere la nostra fonte (almeno è il mio credo).

        Prendo molto in considerazione quel che scrivi,non escludo nessuna presumibile verità…magari quello che tu chiami “credo” io lo chiamo “sentire”… Usando termini , anche se diversi, che più rendono quello che si cerca di trasmettere è molto probabile che vi si incontra una verità che ci accomuna tutti.Ti ringrazio e ti auguro buona serata

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      2. Si, sono d’accordo, sentire è un ottimo termine per definire quel che intendevo. Ma è pur sempre solo un termine, così come la parola Dio, io userei più volentieri Sorgente Unica o Principio Unico, che rende meglio l’idea, ma tra persone intelligenti se ci si perde nella dialettica, ci si è già persi.
        Grazie e buona serata anche a lei.

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  3. La terza ipotesi, non so se coincide con la sua, io l’ho formulata in quel che è la natura “nascosta” dell’essere umano, ovvero la natura magnetica o meglio elettromagnetica.
    La materia è energia (con una certa frequenza ed ampiezza) e così risponde alle leggi elettromagnetiche, per cui come sappiamo dall’osservazione scientifica, la capacità o modalità di comportamento cambia in base all’energia che si sviluppa.
    In breve, se una specie di uccello prima volava ora non lo fa più, non è detto (come affermava Darwin) che sia per le nuove caratteristiche fisiche del posto (cibo, acqua o altre specii presenti nel territorio), ma potrebbe essere dovuto ad un cambiamento magnetico del posto o di tutta la Terra.
    Infatti i Darwinisti dovrebbero chiedersi se il loro Professore si sia posto tutte le domande o alcune le ha tralasciate.
    Ovviamente in questa evoluzione manca la parte iniziale, il big bang creativo diciamo; e li la “storiella” di Adamo con Eva, non va presa in modo dogmatico, ma i teologi o gli studiosi serii aldilà del loro credo o non credo, dovrebbero coglierne degli spunti.
    E se invece di chiamarlo Adamo, lo, avessero chiamato “Atamo”?

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    1. Grazie prima di tutto per il corposo contributo al mio post. Credo che mantenere la mente aperta ad ogni possibilità sia fondamentale per comprendere e progredire sul cammino dell’umanità. Devo dire che non avevo mai pensato a questa possibilità di influenze più o meno forti del campo elettromagnetico terrestre sull’evoluzione del genere homo ma anche di tutte le altre specie, se ho ben compreso la tua teoria. Di sicuro, dal mio punto di vista, creazionismo ed evoluzionismo non bastano a spiegare quello che siamo diventati oggi. Non ho osato prendere in considerazione la “nascita” della vita in generale, mi sono limitato ad un interesse per l’evoluzione dellaa specie homo sapiens. Se si dovesse andare agli inizi della vita nell’Universo le domande sarebbero pressochè infinite e sarebbero desstinate, ad oggi, a rimanere senza risposta…

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      1. Non ci si può basare sulla storia o scienza o altra materia umana per cercare di capire la nascita del tutto, ma bisogna utilizzare logica ed intuito, perché lunica entità che può sapere le cose in modo completo ed esaustivo, è quella entità che era prima ed è dopo (anche chiamato Dio).

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      2. Un concentrato di verità in poche righe direi…io avrei anche qualche dubbio sull’entità…un concetto che è del tutto inutile ricercare perchè non potremo mai arrivare a comprendere…

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      3. Comprendere a pieno no, ma va ricercata la nostra sorgente.
        Anche perché nella ricerca ci si imbatte in conoscenze inaspettate e la conoscenza (che io chiamo anche amore visto che l’ignoranza genera odio, il suo contrario deve generare amore) è l’unica vera molla che spinge all’evoluzione [spirituale/mentale].
        E queste non sono parole ampate in aria e posso dimostrarlo (credo) :
        L’albero è un essere anche lui e cosa fa se non passare il suo tempo a meditare, magari sarà una meditazione incosciente, ma pur sempre è in quello stato. Come riscontrarlo? A Yakushima (isola che ha ispirato Princess Mononoke) vi sono degli spiriti che escono dalla foresta (anche fotografati e sono simili a quelli del anime) questi escono dalla natura che medita, alberi forse roccie e altro. La cosa avverrebbe ovunque, se non che i rumori molesti della civiltà (in Yakushima non presenti) rendono impossibile la meditazione, che viene interrotta e quindi altrove è difficile se non impossibile riscontrare questo.
        Si tratta si vera evoluzione spirituale/intellettiva di un essere (benche inanimato), e se succede agli alberi che sono dei vegetali, immaginiamo agli uomini cosa possa succedere con i dovuti metodi!

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    2. Ho perso il filo delle risposte e me ne scuso, in questo periodo non sono molto presente on line. L’argomento si presta ad un dibattito molto aperto e potenzialmente infinito. Mikahel tu parli di evoluzione della vita fin dalle sue origini e quindi sposti una eventuale datazione ad un tempo che non è dato conoscere e sulla “nascita” della vita strettamente intesa ogni ipotesi è davvero plausibile e possibile, e scartarne anche solo una sarebbe sbagliato. Con il mio post io mi sono posizionato abbastanza in là, considerando l’origine della specie “homo sapiens” e la sua possibile provenienza o meno dalle scimmie. Se vogliamo risalire ad una sorgente primaria della vita temo che non se ne verrebbe a capo mai e voler ammettere l’esistenza di “principio Uno” sarebbe comunque un atto di fede che andrebbe e a mescolarsi con principi che oggi sono inquinati dalle religioni e dai guru della new age. E’ un terreno interessante ma molto scivoloso credo…

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      1. Gigi, in realtà ho aperto solo una parentesi sulle origini, ma il mio intervento era in particolare sull’evoluzione delle specii, qualsiasi, anche delle piante.
        L’evoluzione (che in qualche modo ho riscontrato, ma che mi è difficile condividere) è dell’intelligenza, che io chiamo spirito, perchè anche una pianta ha uno spirito che la rende viva, anche se di segni d’intelligenza se ne vedono pochi, ma con il passare del tempo lo spirito si fortifica (a seconda di eventuali cambiamenti della zona o meno, il tempo può essere più o meno lungo) e così si ha un salto evolutivo o più propriamente un avanzamento.
        Ma questa è una materia che difficilmente può sfociare sul campo scientifico, perchè si ha bisogno di riscontri con prove ripetibili etc… (che tra l’altro mancano con la teoria di Darwin) ma entra nel campo teologico.
        Purtroppo, certe religioni, hanno creato un dogma sociale, cioè che la religione non deve occuparsi di nulla, invece quando finalmente si capirà che vi è una religione con un li ro che non è possibile alterare, ma va interpretato, allora si potrà prendere come base.
        Per il momento la discussione può rimanere sul campo teorico-indagativo.

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