Apologia della domanda

Una domanda è sempre uno sconfinato oceano di possibilità, è aperta ad ogni soluzione, è come un insieme di possibilità potenziali che possono condensarsi in una realtà da venire. Una domanda è guardare al futuro, una risposta è mettere il sigillo a tutto questo, porre un limite, ed è lì che inizia il passato.

Una domanda è una azione da bambini, una risposta è una roba da vecchi.

Una domanda è movimento, è sete di conoscenza, è curiosità, è vita. Una risposta è sempre rigida, a meno che non sia la più coraggiosa e rara di tutte: “non lo so”; una risposta è presunzione, è spesso saccenza e più raramente saggezza.

Una domanda è una cascata di acqua fresca che si rinnova sempre, una risposta è uno specchio di acqua stagnante.

Una domanda è malleabile, puoi riformularla, ritirarla, modificarla, adattarla a chi ti sta di fronte. Una risposta, una volta data, è come una freccia, difficilmente può tornare indietro, l’orgoglio e le leggi fisiche glielo impedirebbero.

Una domanda può fregiarsi dell’eleganza sinuosa del punto interrogativo. Una risposta ha la povertà di un misero puntino che è compreso nel punto di domanda ma giace sempre come un servo ai suoi piedi.

Una domanda può accomunare e mettere d’accordo ogni essere della terra, mentre questo è impossibile per una risposta. La tua domanda può essere anche la mia domanda ma la tua risposta difficilmente potrà essere la mia risposta.

Una domanda non è mai stupida, moltissime risposte lo sono.

La domanda è la madre del dubbio, le risposte sono le figlie dell’ignoranza.

Le domande scandiscono i momenti più importanti della vita, le domande non mentono, sono sempre sincere, è impossibile mentire se si chiede. Le risposte, invece, sembrano fatte apposta per la menzogna; sono le vesti naturali di chi vuole nascondere la realtà.

Alle domande sono associati in genere aggettivi positivi quali belle, ingenue, sfrontate, coraggiose, intriganti; alle risposte si affibbiano aggettivi di segno opposto quali sbagliata, tardiva, insensata, offensiva, tagliente.

Spesso, a domande da un milione di dollari vengono date risposte che non valgono un centesimo.

Ogni progresso umano è fondato sulle domande perchè se i grandi geni non si fossero posti quesiti folli, oggi forse saremmo ancora nelle caverne ad accendere il fuoco con le pietre. Se ci fossimo fidati delle risposte immutabili oggi crederemmo ancora ad una terra piatta al centro dell’universo e ad altre cose che oggi sembrerebbero assurdità.
Gesù non ha mai esaltato le risposte ma ha sempre posto al centro dei suoi insegnamenti il “chiedete e vi sarà dato”; del resto come potremmo mai ottenere qualcosa senza domande?

Insomma preferisco sempre coloro che fanno domande, proprio come i bambini. Un pò meno mi piacciono quelli che hanno e danno solo risposte. Una domanda non è mai sbagliata ed è solo nostra; le risposte vengono dagli altri e molto spesso sono sbagliate.

E per finire gustatevi questa chicca di pochi secondi su una distinzione tra domande e risposte tratta da un dialogo di “Per qualche dollaro in più” del mitico Sergio Leone.

13 comments

  1. Gigi, mi sei mancato, ma tu ci sei sempre stato, sono io che mi sono smarrito per qualche mese, perdendo le tue riflessioni sul blog. Ti ‘ritrovo’ più in forma che mai!
    In tuo articolo a sostegno del valore della domanda mi piace molto.
    Splendida la contrapposizione raffigurata della risposta, in quanto puntino, ai piedi del ben più nobile e cavalleresco segno interrogativo (cavalleresco, perché mi ricorda un pezzo bellissimo degli scacchi: il cavallo). E la chicca finale è un colpo da maestro.
    A proposito di ‘maestro’…, mi hai riportato alla mente cosa mi è stato detto qualche tempo fa, alla fine di una mia articolata spiegazione (più o meno così): “Mi fa piacere che mi telefoni; allo stesso tempo mi dispiace tu lo faccia per un tuo dispiacere… Ti ho ascoltato… e quello che ho sentito sono solo state affermazioni: non una domanda… Mi spiego?”.
    Ciao, amico mio 🙂

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    1. Nick, amico mio, non è proprio vero che ci sono sempre stato…come vedi curo il blog un pò a singhiozzo, quando mi va e soprattutto quando ho qualcosa da dire, altrimenti non scrivo per intrattenere relazioni social…in questo credo che siamo simili… ti ringrazio per i complimenti, da te valgono doppio ehehehe. L’analogia con il cavallo degli scacchi è davvero bella, non ci avevo mai pensato…così come ho apprezzato la chiusura del tuo commento con parole che fanno riflettere… 😉 un abbraccio a te!

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  2. e allora… milfone impenitente, come te la spassi? domanda indiscreta?
    tutte le sere ai navigli a baccagliare anime perse che cavalcano il tacco 12 😀 😉 🙂

    bel post, come sempre, “interrogativo” esistenziale, invero una domanda dovrebbe sempre essere sete di conoscenza e la risposta elargizione di saggezza e sapienza ma, come giustamente dici, non è così, non sempre.

    io credo che gli umani, superata l’adolescenza, dovrebbero passare la vita a cercare risposte senza porre/porsi domande, pare un ossimoro ma non lo è.

    la logica strutturale dell’esistenza si basa su fondamenti teorici, quando veniamo al mondo siamo già una domanda, per quale motivo sbattersi per farne altre quando non abbiamo risposte alla prima?

    batti un cinque vecchio mio 😉 😀 😉

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    1. Taaaaadddddssss è sempre un piacere leggerti. Me la passo e spasso da milfone che invecchia senza rinunciare a certi piaceri da giovani…sempre che abbiano un tacco 12 come minimo sindacale…eheheheh Grazie dei complimenti vecchio mio, in effetti la tua considerazione conclusiva è la summa di tutta la filosofia della domanda…se non sappiamo nemmeno che cosa siamo venuti a fare da queste parti, perchè continuiamo a porci altri quesiti? L’equilibrio domanda/risposta è anomalo rispetto al dualismo che permea tutta l’esistenza, c’è sempre stato un complesso di inferiorità della domanda rispetto alla risposta che ho cercato di sovvertire…sai che sono sempre a difesa dei più deboli… 😉 un abbraccio e a presto!

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