L’orologio rotto

Ho un vecchio orologio rotto che porto sempre con me.
Una volta correva e segnava il tempo, un tempo fatto di ricordi, di gioie e di paure per chi l’ha guardato con ansia e trepidazione, sapendo che le sue lancette scandivano la sua vita e quella del mondo che lo circondava. Un orologio rotto, per la maggior parte delle persone, non serve più a nulla, è una cosa inutile, ma per me resta un simbolo che racchiude molti significati, una tappa dell’esistenza, una cassaforte magica.
Lo porto per ricordarmi che anche il tempo si può fermare se si blocca il meccanismo che lo misura, perchè senza quel meccanismo non sappiamo più cos’è il tempo. Quindi esso è relativo e non assoluto. Sono arrivato alla stessa conclusione di Einstein attraverso il ragionamento invece che con una formula matematica come ha fatto lui. Non mi daranno il Nobel ma fa lo stesso.
Anche noi esseri umani siamo orologi che misurano il tempo e prima o poi siamo destinati a romperci.
Ma sarebbe bello se qualcuno, in qualche maniera, ci portasse sempre con se, per il ricordo di ciò che siamo stati, per quei momenti, belli ed anche brutti, che abbiamo saputo segnare. Per quelle ore e giorni che hanno lasciato un segno indelebile in chi ci ha camminato accanto in quella scheggia di tempo segnato dai pur limitati giri di tre lancette in un quadrante.

69 comments

  1. Il post bellissimo numero sette.

    E’ inebriante sapere di essere il tempo buono di qualcuno, un tempo di anni o anche solo di un istante, il tempo di uno sguardo o di una stagione, un tempo senza lancette e calendario, sole e meridiana insieme.
    Del tempo filosofi e scienziati hanno dibattuto per darne una definizione.
    Qualsiasi definizione vera o presunta, qualsiasi tesi confutabile o inconfutabile, non può in alcun modo racchiudere la personalissima percezione dello scorrere del tempo per ciascuno di noi e quello che davvero scandisce la nostra vita, tutta, al di là di ore e di date.
    Un orologio rotto non ferma il tempo. Il tuo orologio rotto ferma il suo tempo, interrompe la sua funzione oggettiva, si trasforma da strumento a monumento, in senso etimologico.
    E diventa orologio che non segna più le ore o i minuti, ma ricorda un tempo molto più dilatato, che non importa misurare con precisione, ma che è quel tempo in cui lo guardavi. Il tuo orologio rotto segna il tuo tempo in un altro modo.
    E’ vero, anche noi ci rompiamo. Diventeremo quelli di un tempo, diventeremo il tempo senza di noi, senza che lo sappiamo. Ci rompiamo anche quando ce ne andiamo, quando guardando l’orologio che funziona benissimo, ad un’ora precisa non arriviamo più. Siamo altrove a segnare un altro tempo.

    Siamo l’attesa. Siamo il tempo che non basta. Siamo corsa. Siamo il tempo sbagliato. E siamo il tempo giusto. Siamo il tempo che non ci aspettavamo, quello che avevamo dimenticato. Siamo il tempo migliore. E il tempo peggiore.
    Siamo tempo scandito da miliardi di respiri, un numero incalcolabile, ma finito. Il nostro personalissimo orologio: il respiro. Lento, affannato, trattenuto, accelerato…

    Piace a 1 persona

    1. Hai affrontato un tema a me molto caro, Silvia. Quello del tempo. Mistero e fascino si celano dietro un concetto così sfuggente eppure così importante nelle nostre esistenze. Avevo promesso di non scrivere più di fisica quantistica, ma tu mi ci riporti sempre con le tue riflessioni, il tempo lì è un argomento centrale, una variabile misteriosa che esiste e non esiste. Alla velocità della luce il tempo cessa di esistere e questa è una cosa incredibile. Hai visto il film “Interstellar”? Aggiungo a ciò che hai detto che un orologio rotto segna il tempo esatto almeno due volte al giorno (antico detto), e credo che questo sia uno degli argomenti “portale” come lo definisco io. Una specie di porta che ci proietta in un altro mondo, in un argomento in cui vale tutto ed il contrario di tutto in cui ci si ubriaca nel leggere quello che pensa un’altra mente che ha varcato quel portale…

      Piace a 1 persona

  2. Caro Gigi,

    trovo molto interessante quest’angolo dedicato alla filosofia e ritengo che potresti alimentarlo
    con altri interessanti spunti sulle prospettive connesse all’Etica del vissuto, del vivente e del divenire e di tutti gli argomenti che ci rendono viaggiatori della vita, trepidanti ed esitanti al tempo stesso.

    Si, in fondo credo che sia questa la vera chiave di lettura per comprendere il senso del viaggio, del nostro transito.

    Per me, ad esempio, la ragione e la rivelazione sono due fonti di verità, anche se non ho mai asserito, e non ho gli strumenti metodologici per farlo, che l’una sia superiore all’altra.

    Mi piace però pensare che l’uomo abbia il diritto di vivere felicemente e il mio concetto di felicità sposa il pensiero di Socrate: “Tu, Antifonte, sembri convinto che la felicità consista nel lusso e nel dispendio; io penso invece che sia proprio di un dio non aver bisogno di nulla”.

    Il concetto di felicità che amo è già stato tracciato da Platone che nel Simposio indica, come modo per raggiungere la felicità, la capacità di “partorire bellezza” e passa da Epicuro e dalla sua celebre “lettera”, dalla saggezza di Seneca, dalle confessioni di Agostino, fino ai pensatori più recenti.

    Fondamentalmente cerco la felicità nell’intima essenza della libertà che connota il mio spirito, anche se sono consapevole che in questo livello d’esistenza convivono due misteri: Dio e la libertà, ma noi non sappiamo chi sia Dio e cosa sia la libertà ed essa è ineffabile come la felicità.
    La sua legittimazione è nel tendere, il suo dramma nel realizzarsi. Sul piano teorico è indefinibile e dà luogo antinomie. Sul piano pratico è irrealizzabile e dà luogo ad utopie.

    Commentando il tema ricordo che S. Agostino scriveva: “tutti sanno cos’è il tempo, ma se vi chiedo di spiegarmelo, nessuno lo sa “. Evidenzio anche che il problema del “tempo” fu per lui un vero e proprio grattacapo. Egli, infatti, sosteneva che Dio è eterno e, dunque, fuori dal tempo.

    Il tempo è qualcosa che comincia dalla creazione del mondo, ma soltanto per noi, poiché, invece, Dio esiste da sempre, in una sorta di perpetuo presente.

    Questo ragionamento lo indusse ad affermare che soltanto il presente ha una vera e propria esistenza. Il passato esiste soltanto come un ricordo attuale e il futuro solamente come una attuale immaginazione aspettatrice.

    Alla luce di ciò, credo, che il tempo sia stato un mistero anche per S. Agostino.

    In fondo, come ha detto Jean-Paul Sartre “non si può acchiappare il tempo per la coda”.

    Lascio a te la parola e il giudizio.

    Cordiali saluti, iago.

    "Mi piace"

  3. Commossa. (Beh, quasi).
    Insomma, un amuleto. Ognuno ha il suo con i suoi svariati significati, con dentro la sua storia o magari quella di qualcun’altro.
    Bello conoscere questo particolare di te, non sei per nulla superficiale, già l’avevo capito e ogni volta è solo una ulteriore conferma. Ciao.

    Piace a 1 persona

  4. Io penso, ma soprattutto spero, che in ogni relazione, di amore o di amicizia, ogni persona prenda un “qualcosa ” dall’altra e lasci lei stessa un “qualcosa”. Poi i ricordi sono diversi per ognuno di noi, ma il tempo trascorso insieme non mai perso. Bell’articolo davvero e, se posso permettermi, io fossi in te darei una possibilità a Franz 😜

    Piace a 1 persona

      1. ahahahah io ed il buon Franz abbiamo intimità di pensieri letterari ma altra intimità credo proprio che farebbe rabbrividire entrambi visto che siamo due amanti della bellezza e sensualità femminile…a cui mai rinunceremmo per niente al mondo 🙂 Lo so che ti piace scherzare…sto imparando a conoscerti… 😉 Buongiorno!

        "Mi piace"

  5. boh, io leggendoti mi son chiesto un perchè:

    “Ma sarebbe bello se qualcuno, in qualche maniera, ci portasse sempre con se”

    ma questo non è un condizionale, è ciò che succede, sempre e io penso quasi a qualsiasi essere umano…

    il punto che lo potrebbe rendere “condizionale” è se ce ne possiamo realmente rendere conto

    tempo fa riflettevo in qualche modo su questi principi associandoli appunto a vita e morte, sono partito dal pensare che la nostra vita inizia con la nostra nascita e termina con la nostra morte per arrivare al punto che la nostra vita inizia con la nostra nascita e finisce con l’ultima morte dell’ultima persona che in qualche modo e in qualche spazio ci ha incontrato…

    il tempo non è l’unità di misura dell’ignoto e dell’indefinibile, la vita e la morte non appartengono solamente al conosciuto quindi sono arrivato a pensare che il tempo sia una componente della storia ma non quello che ne regola l’esistenza…

    quindi per me quel “sarebbe bello” diventa quasi nella totalità dei casi un “è bello perchè”

    Piace a 2 people

    1. Ciao Erik! Devo dire che i tuoi commenti rendono sempre onore a ciò che scrivo e di questo devo ringraziarti. Scrivi poi cose su cui riflettere molto e questa idea del ricordo di noi che sopravvive fino alla morte dell’ultima persona che ci ha incontrato è degna del miglior Schopenauer…ed è verissima. Certo se non siamo stati grandi condottieri o personaggi storici il ricordo di noi termina con chi ci ricorda…ma per le mie credenze la vita non termina con noi e quindi torneremo con l’ulteriore possibilità di farci ricordare ancora, e ancora…

      Piace a 1 persona

      1. beh, grazie mille per quello che hai scritto, ne sono molto onorato… sulle mie credenze di vita invece mi riservo ancora qualche anno per arrivare ad un pensiero tutto mio, anche se sono propenso pure io a pensare che non finisca tutto così, almeno nel piano dell’anima e dell’energia… 🙂

        Piace a 1 persona

  6. Ma che bello quell’orologio che ti porti sempre appresso!! … Lo sento ticchettare nella consapevolezza che ciò che conta veramente può anche fermarsi, ok … ma che meraviglia quando il nostro affetto, i nostri sorrisi e si, il nostro amore viene portato in tasca come qualcosa di molto prezioso, di eterno!!! … 🙂
    Mi immagino un paio di pantaloni dismessi da tempo, da tanto, tanto tempo, da qualcuno che conoscevamo o avremmo dovuto conoscere. Mi immagino di trovare in quella tasca qualcosa di speciale, chissà che forma ha l’amore … di sicuro ne conosco la voce ^______^ è quella di chi conosciamo che ci ha parlato di qualcun altro e lo ha fatto con tanto amore, un sentimento così sincero da entrarci nel cuore e … in tasca 🙂 direttamente! come se lo avessimo vissuto noi. Questo si che è un orologio eterno. E’ bellissimo!!! Bravo Simo ^________^

    Piace a 1 persona

    1. Ma ciao superNorma! Grazie del bellissimo commento… Dovrò istituire anche io, come fai tu, dei premi per i commenti ed a te darei fin da subito una cipolla…ma noooooooo non quella da soffriggere, bensì uno di quei bellissimi orologi antichi d’argento, col meccanismo funzionante ma senza lancette, così sentiresti il ticchettio ma per te il tempo non passerebbe mai… 🙂

      Piace a 1 persona

  7. Io ne ho uno a forma di cuore che é un charms di un braccialetto:é fermo da quando un tir mi ha travolta in bicicletta quando avevo 16 anni. Non lo tolgo mai perché secondo i medici sarei dovuta morire in quell’incidente. Quando si dice che l’erba gramigna….😄

    Piace a 1 persona

  8. Certo, come gli orologi possiamo romperci ma non per questo perdere di valore, soprattutto per chi ci ama e ci conserva nel cuore. L’orologio rotto mi ha fatto pensare anche a un invito a rallentare il tempo, a godercelo, a fare tutto con calma, Sarà forse perchè io odio la fretta e amo la lentezza.

    Piace a 1 persona

  9. I ricordi,sono la parte più bella di noi! Non te ne puoi liberare,sia di quelli belli perché ti fanno tuttora emozionare..sia di quelli meno belli,perché ti hanno cambiato e reso più forte!A volte basta un niente per rivivere un certo momento della tua vita…io personalmente vivo,di ricordi!..forse anche troppo… 😉

    Piace a 1 persona

Lascia un commento