Ho ragione io…

Forse sono moltissime le persone che hanno una visione idealizzata di come il mondo dovrebbe essere. Questo dovrebbe andare così… tu dovresti essere…sarebbe meglio che…

Stiamo solo manifestando come le cose dovrebbero adattarsi al nostro modo di vedere perchè siamo convinti che il mondo giri meglio se si adattasse a come noi lo vogliamo o come ci aspettiamo che vada. Se non gira come diciamo noi, “nel modo giusto”, allora va tutto a rotoli.

Quante volte sentiamo dire che il mondo dovrebbe andare così o colì, e per quanto possa essere un’idea meravigliosa, bisognerebbe comprendere che, affinchè il mondo sia così o colì, gli idealisti dovrebbero “imporre” le loro credenze agli altri a costo di sottomettere tutti quelli che si rifiutano di uniformarsi alla loro immagine “perfetta” del mondo stesso.

Pensiamo, insomma, che l’unico modo per rendere migliore una persona e migliorare, di conseguenza, il mondo, sia convincere gli altri a vedere le cose a modo nostro.

Ma il mondo e le persone non si comportano mai come vorremmo e sprechiamo un mare di energie nel tentativo di convincerle a diventare qualcosa che non sono e non possono essere, invece di lasciarle libere.

L’attaccamento ad alcune credenze spesso diventa più importante del messaggio, sino a corrompere il rispetto e la libertà degli altri. E senza questi presupposti, anche se gli ideali sono giusti, la pace non sarà mai possibile.

Costringere qualcuno al cambiamento non cambierà mai nulla. Sulla terra vivono sette miliardi di persone e quindi ci sono sette miliardi di punti di vista diversi. Se ognuno pensasse che solo il proprio è quello giusto, avremmo sette miliardi di scontri.

Libertà di scelta non significa voler affermare la propria ragione a tutti i costi, ma apertura e rispetto. Voler bene a qualcuno significa anche e soprattutto rispettare le sue scelte senza porre condizioni, anche se pensiamo che siano sbagliate.

Se qualcuno non condivide le nostre idee non prendiamola come un fatto personale scendendo sullo scontro, ma impariamo ad ascoltare senza replicare. Ognuno deve pretendere ed offrire rispetto per le idee.

Quando parlo con mia madre, ad esempio, mi rendo conto che lei ha una impenetrabile fede nelle sue convinzioni religiose e che non esiste altra via oltre a quella che lei ritiene giusta, e se provo a parlarle di altri modelli mistici che potrebbero essere altrettanto apprezzabili ed orientati al bene non vuole sentir ragioni. La via è solo una, ed quella che lei ha scelto.

In fondo ha ragione, è la sua via, chi sono io per cercare di farle cambiare idea?

Il discorso potrebbe essere trasportato su tutti i piani della nostra esistenza, la politica, la religione, il tifo sportivo, la musica, l’arte e così all’infinito.

Se arriviamo a difendere con veemenza la nostra posizione o la nostra causa senza ascoltare il punto di vista altrui e senza dare potere alle loro parole, allora l’attaccamento prende il posto della consapevolezza.

In fondo la verità esiste indipendentemente dal fatto che ci crediamo o no, mentre una credenza esiste soltanto fin quando ci si crede. E molto spesso si tende a confondere la ricerca della verità con il tentativo di avere ragione…

142 comments

  1. aneddotica a parte credo che questo post meriti un di più, magari anche impopolare e controcorrente, intanto sveliamo un arcano, Voltaire non disse MAI: “non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”… a parte il “ma” dopo la virgola queste sono interpretazioni/riporti spesso frutto di desolato archivismo, magari tra una masturbazione e l’altra…!!! Una interprete sbagliò a tradurre la frase e tutti si ritrovarono e si ritrovano a fare la ola a Voltaire… è solo uno dei tanti falsi storici.

    noi siamo animali dominanti, alcuni, altri, la maggioranza, succubi di un sistema che distribuisce democrazia ad minchiam come il pensiero “politically correct”, tsunami di ipocrisia ammorbante, diciamocelo chiaro Gigi, è nella nostra natura difendere idee e convinzioni, ma poi… alla fine della fiera… è poi così sbagliato essere ancorati alle proprie visioni??? ce lo dice la Storia, il mondo dell’arte, della cultura, dello spettacolo, quelli che se ne sono fregati dell’altrui giudizio spesso si sono rivelati essere vincenti. Una riflessione ce la farei.

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    1. Quella di Voltaire non la sapevo e mi sembra un rilievo importante. Per il resto sono d’accordo in pieno. Ciò che dici non è in contrasto con la mia visione. Bisogna seguire il proprio cammino senza farsi condizionare dall’altrui giudizio. L’importante è non cercare di convincere nessuno che è il migliore…saranno i fatti a giudicare…

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  2. quando ero studente, secolo scorso, avevo una fidanzatina che da bambina era arrivata a Torino da Spinazzola con la piena degli anni ’60, una domenica a pranzo andai a conoscere la sua famiglia, numerosa ma tutt’altro che disagiata, tutti universitari con un padre ex muratore diventato impresario. In quel periodo chi costruiva case mieteva soldi alla grande. Bene, rimasi molto colpito da quell’uomo che, seppur fosse quasi descolarizzato, era riuscito a creare solidità e sicurezze, mi ricorderò sempre le sue parole di fine di fine pasto, guardandomi mi disse testualmente: “uagliò… in questa casa… o ho torto o0 ho ragione… sempre ragione io ho”, te capì? perentorio, nessun diritto di replica. 😀

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    1. uahauhauhuah conosco bene quella mentalità caro Tads… sono pugliese anche io e quindi profondo conoscitore di quelle realtà. Certo non mancava l’iniziativa ma il diritto di replica era completamente abolito…sono dovuto scappare via anche io per non sottostare a quei principi… 😉

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  3. Grazie per questa profonda analisi, il porsi di fronte a se stessi,alle ragioni che spingono ad alimentare alcune idee piuttosto che altre. La ricerca di uguaglianza non deve abbattere le diversità, così come la globalizzazione non deve uccidere l’unicità. Ė vero che non ha senso imporre idee…ma che fare quando attraverso la sensibilità si ha la sensazione di essere diversi, forse per formazione o cultura ed il mondo sembra correre in fretta calpestando quello che prima era vissuto come un valore? Credo che le persone anziane possano soffrire di questo. Nessuno ha ragione,nessuno a torto ma vanno costruiti ponti per comunicare. ☺

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    1. Sono io che ringrazio te per il passaggio e la profonda analisi Daniela. Ciò che di ci è assolutamente condivisibile in quanto ognuno dovrebbe poter realizzare il proprio spirito in libertà, senza condizionamenti e seguendo le leggi della natura. Un po’ la disciplina del Taoismo…ma so che al giorno d’oggi è un’impresa davvero ardua…

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      1. Hai ragione caro Gigi,attualmente ė difficile fare una profonda analisi per cogliere la propria originalità,spezzando le catene dei condizionamenti e delle altrui aspettative,anzi,ė triste assistere a come volutamente ci si discosti dalla propria vera natura per seguire un branco che non sa realmente cosa stia cercando e che non ha una natura ben definita:cambiano le mode e viene meno una sostanza significativa. Hai ragione sul significativo incontro,stile Zen con il senso stesso del nostro Essere. ☺

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      2. Credo che seguire il branco, come giustamente dici, sollevi la gente da molte responsabilità. Un po’ come i bambini che lasciano che siano i genitori a decidere…con la differenza che forse i genitori fanno il tuo interesse, la massa non di certo….

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      3. Si, vorrei che tali voci non restino mute perché isolate o inascoltate. Anche chi grida nel deserto muove eco capaci di portare significato. Grazie. ☺

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  4. Il problema mr. Gigi credo sia che la stragrande maggioranza delle persone non sia stata educata ad una percezione della realtà come molteplice. Ma solo alla propria, totalizzante. Il soggettivismo esasperato di tutta la postmodernità ha fatto il resto! Ciao 🙂

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    1. infatti…questo perché non abbiamo la cultura del confronto, dello scambio. Si è sempre instaurata la legge del più forte che non ammette discussioni. “Si fa quello che dico io” e gente al potere che la pensa così ce n’è ancora…così come ci sono quelli che li seguono pecoronamente…il tutto a scapito della ragione individuale… buona serata a te 😉

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  5. Mi piace ragionare con la mia testa , errori inclusi.
    Ma errare con la testa degli altri;mi lascia sempre un sottile amarezza
    Nessuno è depositario della verità, ognuno “pretende ” la proprita verità da portare avanti
    Sempre post riflessivi che lascia libero il cervello dei lettori di dira la sua
    Un abbraccio da Mistral

    PS: grazie, Gigi

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  6. senti bello! a occhio e creoce già ti dico che ho ragione io, su qualsiasi cosa di cui parliamo. Quindi non affannarti che tanto non ti ascolto, metto le dita nelle orecchie e canto lalalalala così non ti sento. non voglio il confronto ne niente. ho ragione io. PUNTO.
    prova a contraddirmi e ti butto per aria il blog!

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      1. praticamente ai matti dire sempre si e dare ragione?? XD hai visto come si difende bene la ragazza, notare l’affermazione sotto ‘vedi ad usare le buone maniere’ ! ci mancava la pantofolata che ti sfiorava l’orecchio XD
        Insomma, stringendo le donne vogliono avere sempre ragione e quando capiscono che proprio non ci sono riuscite parte la scopettata e il povero uomo onde evitare …. piega sapientemente la testa ed annuisce col capo! AI MATTI SI DA SEMPRE RAGIONE ! XD

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  7. In fondo la verità esiste indipendentemente dal fatto che ci crediamo o no, mentre una credenza esiste soltanto fin quando ci si crede. E molto spesso si tende a confondere la ricerca della verità con il tentativo di avere ragione…
    ….. Quanto è vero!.. Like 🙂

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  8. Bravo, e’ vero. Anche se per evitare le guerre ci dovra’ pur essere un sistema alternativo allo scontro e all’imposizione individuale. Beh, dai…lo voglio sperare.
    Mi piace il tono allegro col quale sdrammatizzi. Sempre letture piacevoli.
    Ciao buona giornata.

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  9. Ma pensa! oggi ho avuto voglia di sentire il Duca. Space Oddity è bellissima ma ero entrata in fissa con Life on Mars. E per rimanere in tema musicale, leggendo il tuo post mi viene in mente Live and let Die: “when u were young and your heart was an open book, u use to say live and let live (u know u did…) but if this ever changin’ world in which we live in makes you give in and cry, say live and let die”.

    Santa Notte!

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  10. Io non ho certezze, preferisco coltivare un orto di dubbi che avere una sola pianta infestante di certezza! Ho le mie opinioni, ma rispetto quelle degli altri e ascolto, ho fatto dell’ascolto una professione, perchè ho imparato che se lasci parlare gli altri molto spesso le soluzioni arrivano da sole, sono lì a portata di mano. E’ solo quando si cerca di parlare più forte, di sovrastare l’altro con il volume della voce che le cose iniziano a farsi difficili, è solo allora che da dialogo si passa a scontro.
    Sei una bella persona e sei saggio Gigi, lo dico con ammirazione e un po’ di affetto 🙂

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    1. ed io ti ringrazio Melinda! hai ornato le mie parole con le tue che condivido in pieno. Infatti abbiamo comunque bisogno di collaborare perché gli scontri non hanno mai portato benefici a nessuno, la cooperazione invece si. Un bacio a te!

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  11. I peggiori sono quelli che ti guardano dall’alto in basso perché credono di avere l’opinione migliore perché assolutamente e insidacabilmente “logica” rispetto alla tua.
    Peccato che la loro logica non si accompagni alla coerenza… Rifiutano qualsiasi altra opinione che si basi su una sensazione, credenza, su qualcosa che non puoi vedere e spiegare. Ognuno ha il sacrosanto diritto di vivere come gli pare. L’intelligenza alle volte non conta nulla se manca l’empatia.

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    1. ed il guaio è che forse parliamo della maggioranza delle persone, specie di quelle che identificano la loro superiorità con tutto ciò che è “esterno”…denaro, macchine, potere, titoli di studio… il possesso di qualcosa di materiale gli fa credere di avere certezze. Togli loro quei beni e crolla tutto il loro castello… 😉

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    1. Ciao Cecilia! Non lo so…io ammetto di averne parlato ma forse nella pratica non so quante volte riesco ad attuarlo perché mi rendo conto essere cosa molto difficile…ma mi sforzo di farlo e questo per me è già qualcosa… bè sulla sincronici dell’evento c’è da riflettere… Grazie!

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      1. Grazie Cecilia! a volte scrivo gli stessi interrogativi che mi pongo, spinto dalla mie letture un po’ particolari e, a rischio di risultare un po’ falloso, mi va di condividerli… 😉

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  12. Già il solo ricorso all’autorità per imporre le proprie ragioni, evitando il confronto dialettico o stroncandolo sul nascere, definisce di per sé la debolezza delle stesse. Attraverso la condivisione e l’ottenimento del consenso, infatti, esse acquistano una forza incomparabile. È la prima cosa che insegnano nei corsi di management e di leadership. Ben più potente arma è l’arte della persuasione che possiedono solo gli individui dotati di grande empatia e carisma e sanno esprimere la propria autorevolezza grazie alle competenze che possiedono.
    Grande post, my friend. Buona serata. 🙂 Piero

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    1. Infatti vecchio mio….che si tratti di autorità religiosa per le questioni di anima o di autorità giudiziaria per le questioni terrene si finisce sempre per delegare tutto a chi detiene il potere e le fila di tutto.. le persone di cui parli tu però in giro non si vedono… l’ultima che conosco è morta da millenni… 😉 Grazie ragazzo!

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      1. Mio caro Gigi, bisogna distinguere alcune cose. Le verità per loro natura non tendono a morire, ma ad autoalimentarsi. Un filosofo che si chiama Popper, in modo molto semplificato, diceva che il principio di verità di una teoria sta nella sua falsificabilità. Più è falsificabile (ossia più è assoluta) più è vera. Ora comprendi che nessuna delle verità in questione desidera essere falsificata, dunque cosa accade, cercano di difendersi, di auto-sostenersi, di auto-motivarsi attraverso tutti quegli addentellati che sono gli assiomi. Indimostrabili, ma ritenuti veri. Ora questo ci conduce a dire che le verità tendono a auto-salvarsi, non a morire. Ed anzi se anche apparentemente muoiono, nei loro assiomi, nelle loro conseguenze, continuano a vivere (pensa solo alla gnosi che si perpetua in moltissime forme, da decine di secoli). Ecco. La verità invece della quale io parlo rifiuta tutto questo e invece di auto-conservarsi, si espone direttamente alla morte, alla fine, senza aggiungere alcun assioma. Questa verità che per il fatto di prevedere il proprio annientamento, direi il proprio esanimento, è diversa da tutte le altre, perchè non è collegata ad un’idea, ma ad una relazione. E solo in questa relazione può esprimere la propria natura di verità… Il centro della verità, perciò non sta nella sua giustezza, ma nella sua relazione, spinta nella morte. Spero di non aver confuso le carte…

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  13. Facendo la premessa che “La verità in tasca non l’ha nessuno” sicuramente ognuno ha il proprio modo di ragionare e di vedere le cose, ma chi può dire quale sia il più giusto? Un dilemma…forse la strada migliore è comunque ragionare con la propria testa, e quando il proprio vivere non danneggia gli altri, beh credo si sia già a buon punto 😉
    Buona serata Gigi 🙂

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    1. Ciao Silvia, infatti non credo esista un modo giusto per tutti proprio perché ognuno ha il suo. E non si tratta di danneggiare il prossimo ma solo di non discutere più o meno animatamente per difendere la nostra verità…ascoltare senza giudicare…sembra facile, ma è la cosa più difficile del mondo…

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  14. Tutto vero dalla prima all’ultima parola e per quanto io sia una che applica il “vivi e lascia vivere”, mi ritrovo in quelle pecche che hai fatto emergere. Spesso si ragiona sa egoisti perché è più semplice far andare la ruota nel senso che vogliamo noi, più che adattarci ad un qualcosa di diverso!
    Buona cena Geco Gigi!

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  15. Una volta scrissi: “non esiste un’unica realtà, ma solo tanti punti di vista”.
    Purtroppo è un pensiero che non mi piace, perché l’oggettività farebbe davvero comodo in certi casi.

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      1. Devi sapere una cosa importante, di me: io sono solo o bianco o nero.
        Le sfumature non mi piacciono, sono superflue, confusionarie, indecise, volubili, inaffidabili.
        Certo, anche avendo un bianco e un nero, tra i quali scegliere, ci sarebbero comunque due punti di vista, ma sarebbero ridotti di molto.

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      2. è un buon inizio ed un passo avanti… in fondo il tuo è il dualismo che pervade tutta la vita, lo yin e lo yang… condivido il tuo punto di vista…anche se lo sbaglio credo sia sempre nella “scelta”

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      3. Ma forse non è necessario scegliere, sai?
        Conosci il principio di indeterminazione di Heisenberg?
        Ecco, applicalo a un bivio il quale ti conduce, allo stesso tempo, sia alla destinazione giusta sia a quella sbagliata.
        Dal momento che, a priori, non si può sapere con certezza quale sia quella giusta, non scegli: prendi entrambe le direzioni.
        Non si può applicare sempre naturalmente ma, quando possibile, meglio prendersi il “bicchiere pieno” (no, non sono nemmeno da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: lo voglio pieno e basta).

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      4. Allora dimmelo nell’orecchio…
        Non fare come quei geni che, per pochi spiccioli, vendono metodi infallibili per vincere al lotto.
        Che poi, visto che c’è gente che abbocca, tanto scemi non sono…

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      5. Credo però che non esista un metodo che va bene per tutti…ognuno deve trovare il suo Tao, la sua via come un vestito che gli sta comodo e che veste per lui. Io ho individuato delle mie credenze errate che mi causavano problemi e riprogrammando il mio inconscio sono riuscito a superarle… ci è voluto tempo ma ho ottenuto risultati…ma forse è stato solo perché ci ho fortemente creduto…

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      6. lo capisco Vittorio, ma si può benissimo farlo senza rinunciare al proprio essere più profondo. Se una sera mi va di andare in un bel ristorante con la tuta, solo per fare un esempio, lo faccio senza preoccuparmi degli sguardi e dei commenti degli altri… certo che non vado in giro in mutande o cose del genere, ma rispetto i miei gusti e la mia libertà… meglio poche interazioni sociali ma vere che un riscontro universale rinunciando a se stessi…tanto poi è tutta roba finta… 😉

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      1. magari sei la sua reincarnazione e non direi che ti è andata male, visto che scrivi bene… eh si Oscar diceva: un uomo non è mai se stesso quando parla in prima persona, dategli una maschera e vi dirà la verità… 😉

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      2. Non credo di aver mai ricevuto un complimento grosso quanto questo! Parafrasando un mio amico: se non mi facessi schifo, ti bacerei 😛
        Però, dai, al povero Wilde non andò un granché bene da vivo; risparmiagli almeno il tormento di essere paragonato a me, da morto 🙂

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