Esperienza scolastica? #Catastrofe

Ribloggo un post di Cris che sto seguendo da poco…le parole del filmato e la sua esperienza mi hanno davvero colpito… in linea con quello che vado affermando da un po’ di tempo a questa parte. Qui si parla di scuola, un argomento che è a me ormai lontano, ma spero che faccia riflettere affinché si limiti lo scempio a cui tuttora sottoponiamo i giovani studenti….

EndlessLove

Prima di leggere vi prego di guardare questo video di Federico Clapis , altrimenti non ha senso.

La prima volta che ho visto questo video, ho pensato : “allora non sono l’unica matta che crede fermamente che il nostro sistema scolastico sia una violenza mentale?”

La mia esperienza scolastica? una tragedia!!!

Iniziando dall’asilo , non volevo andarci.

Urla e pianti tutte le mattine, come la maggior parte dei bambini d’altronde, ma le mie crisi non sono mai finite.

Alle scuole elementari , fingevo ogni giorno mal di pancia , stomaco testa e via dicendo, non seguivo le lezioni in classe, ed in più ero dislessica , avevo molta difficoltà a leggere,nel mio caso quella “dislessia” era solo dovuta ad un rifiuto mentale verso quel contesto.

Alle scuole medie , il coltello nella piaga lo girò, la mia professoressa di Matematica e Scienze, al quanto isterica , e con lo stesso…

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37 comments

  1. ho avuto fortuna..tutta la mia scuola, dalle elementari, al liceo, all’università è stata per me di vero aiuto: ottime insegnanti che ricordo con molto affetto e riconoscenza, E hanno avuto anche molta pazienza…buona giornata

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    1. Ciao Viki…credo che la maggior parte di noi che ci leggiamo qui su WP abbia avuto la fortuna di non essere assorbita dai pensieri di massa… è davvero una cosa bella ed inaspettata per me… buona giornata a te mia cara….

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  2. Oh gigi!avevo gia letto da cris e lasciato da lei la mia opinione… Era stata chiarissima anche se non sono ancora riuscita a vedere il video…
    Io credo sia difficilissimo x una societa radicata come la nostra cambiare il modo di essere e concepore la scuola e l’istruzionr in un momento in cui in alto sono accecari dalla potenza e dai soldi…
    Detto cio si devw essere fortunati a trovare dei maestri prima e professori dopo che non facciano il loro lavoro non solo xche devono farlo ma perce amano il loro lavoro e i bambini e i ragazzi… Spero che la mia lia troverà una guida come lo è stata suor angela x me alle elementari… Regole si, ma quanto affetto e cose nuove ci ha passato… Eravamo tutti un po figli suoi! Alle superiori ho trovato due prof cje erano come quello dei film! Detto cio io credo che le regole sono importantissime,ma senza x forza uccidere le ns fantasie Egioie!
    Scusa gigino se ti ho annoiato,ma ci tenevo a condividere ol mio pensiero proprio con te!

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    1. Ciao Ale…infatti avevo letto il tuo intervento da Cris… questa è un po’ un’oasi in cui si trovano persone che hanno un bel senso della libertà e principi sani. Se sarai tu a scegliere allora Lia avrà un futuro felice, non solo per la scuola ma anche per la mamma che ha… 😉

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    1. Ma dai… davvero piccolo il mondo. Vedi che basta una presenza per valorizzare certe persone? Davvero una circostanza interessante… Qui ci sono gran belle persone Federico, come te e come molti altri… sono contento davvero di aver conosciuto (anche se solo virtualmente) tutti voi…

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  3. Io penso che la scuola tradizionale tenda ad uccidere il bambino che c’è in noi, a umiliare la creatività, a far nascere l’ansia, a spegnere il giudizio critico. Non tutti i bambini sono uguali, alcuni la sopportano meglio, altri peggio. I più sensibili ne riportano cicatrici indelebili.

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      1. Ho guardato tutto e la mia esperienza di madre di un figlio che, per inciso, non ha mai avuto problemi scolastici, mi trova d’accordo con loro. Piccolo esempio? Prima di andare alle elementari, mio figlio adorava disegnare, poi, da quando è stato costretto a scuola a colorare nei contorni per ore i disegni forniti da un’insegnante, non ha più disegnato spontaneamente per anni e anni.

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      2. Sì, per i genitori è come veder spegnere la gran luce che i figli piccoli hanno dentro, potrei fare esempi di mille episodi all’apparenza banali, ma che, sommati, sono in grado di alterare le reali aspirazioni e tendenze di un giovane studente

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  4. Like solo perché lo pubblichi tu. L’avevo letto. Siamo numeri, oggetto di valutazioni dallo stesso momento in cui nasciamo. Non ci sta bene? Non va bene essere sottoposti a regole, leggi, principi, dottrine, giudizi? Le caverne sono là. Ci aspettano. Dobbiamo solo avere il coraggio di ritornarci. Ciao, carissimo amico. Un abbraccio, Piero

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    1. Amico mio non sto dicendo che vadano messe al bando le regole, tutt’altro. Non è un post anarchico e tantomeno lo sono io. 😉 Il ragazzo del video propone metodi alternativi che credo siano validi, quali le scuole Steineriane. Per come è impostata la scuola oggi, quella dell’obbligo intendo, la vedo come un lavaggio del cervello assurdo a dei bambini che andrebbero invece educati e seguiti lasciando ampio spazio alle loro indoli più personali… Un abbraccio a te!

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      1. Ma caro Gigi non sto contestando.
        Piuttosto, parlando con cognizione di causa riferisco di aver vissuto la scuola degli anni 60, 70 e poi con i miei figli quella degli anni 90 e oltre.
        Non ci sono metodi vincenti, definitivi, omnicomprensivi ed efficaci. C’è invece formazione del personale, c’è la conquista della consapevolezza del ruolo, la coscienza di essere cioè anche educatori.
        I miei maestri erano prima educatori e il loro metodo era il “Montessori”. Oggi obsoletissimo!
        Gli attuali purtroppo devono stare attenti a dire “a” invece di “b” altrimenti si beccano una denuncia.
        Il problema della scuola sta nelle scelte di una società. Se ne vogliamo farne un luogo in cui sia più importante la “socializzazione” e la cooperazione mi sta bene. Ma poi non lamentiamoci se ci troviamo in una società sfilacciata, in cui tutta la capacità comunicativa si estrinseca attraverso mezzi di comunicazione la cui principale efficacia è quella di nascondere chi siamo davvero.

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      2. Condivido nella prima parte. Sulla seconda non intendo “socializzazione” ma libertà di esprimersi anche per i più giovani. Scusa Pierì ma poi, più sfilacciata di come è adesso cosa potrebbe essere? Il problema è vasto. Insegnanti demotivati e sottopagati che quindi se ne fregano. Tutti fanno il compitino e andiamo avanti. La cultura non è nozionismo e la nostra scuola è puro nozionismo… ma forse stai dicendo anche tu la stessa cosa…mi sta venendo sto dubbio…ehehehe

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      3. Magari ci fosse il nozionismo.
        Purtroppo, nel bene e nel male, la mia vita si è svolta nel mondo della scuola.
        Mia madre insegnante elementare, una moglie insegnante, una compagna prima professoressa e poi dirigente scolastica.
        Ho vissuto direttamente l’evoluzione (direi involuzione) e il presunto mutamento del bisogno formativo. Il cambiamento dei metodi educativi, la scuola che si trasformava in palestra di aggregazione, il sei politico, la necessità di conferire un senso sociale.
        Le ho vissute proprio tutte! A mio avviso, il moto di ribellione odierno non è indirizzato correttamente. Il problema della scuola non è tanto nella capacità dell’insegnante, nell’attualità dei programmi, ma nella finalizzazione. La scuola dovrebbe formare per entrare con sicurezza e determinazione nel mondo del lavoro, dove ci siano possibilità. Invece produce disoccupati. Frustrazioni, delusioni. In altri termini oggi inizio la scuola sapendo di partire battuto.
        Ai miei tempi non era affatto così e forse c’era molto più nozionismo.
        Oggi è normale che si dica “ma perché devo essere giudicato”? Ma se io fossi giudicato per essere assunto a 70mila dollari l’anno in un’azienda (come è accaduto al figlio di mio cugina in Canada appena terminata l’Università), non credo che mi ribellerei. Anzi.
        E nel Nord America, tutto si fa tranne che nozionismo.
        La riforma che i nuovi occupanti delle stanze dei bottoni hanno fatto, è un’altra barzelletta. Più arte, più musica, più edilizia. Non una sola parola sui programmi formativi, sulla diversità etnica, linguistica, culturale e religiosa che si sta creando nelle nostre scuole.
        Però. 500 euro nella busta paga ad ottobre a ciascun insegnante per la propria formazione.
        E la contestazione è rientrata.

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      4. Piero, su metodi e programmi ci sarebbe veramente molto da dire e su cui confrontarsi. Quello che capisco è che ognuno di noi, che sta dando qui la sua opinione, vorrebbe un “miglioramento” del sistema scolastico. Questo è fuori discussione. Io sarò pazzo o visionario, ma temo tutto ciò che viene “imposto” dai vertici, da chi ci governa. Non si tratta di buone o cattive norme e di buoni o cattivi programmi e metodi. Io parlo di qualcosa di molto più sottile, di una manipolazione delle coscienze che avviene, a monte, nella scuola e da adulti con i media, la pubblicità e tutto ciò che raggiunge la massa nella sua condizione di “begli addormentati”. Ai bambini viene insegnato ad “ubbidire senza discutere” a quello che dicono i grandi, i quali, a loro volta, sono condizionati dal sistema ad ubbidire ai poteri occulti che ci governano (e non sto parlando di quei quattro buffoni che sono al governo). E il circolo si chiude. Tutto sotto controllo e avanti così… ecco…è questo che io voglio combattere… so che mi capisci…

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      5. Carissimo Gigi, perfettamente d’accordo. Però io (e pure tu) che andavo in fila per tre con il grembiulino nero, oggi dovrei essere pressapoco un automa. E non lo sono. Anzi non lo siamo. Quindi il sistema ha fallito con noi?
        Il punto è che di quel condizionamento io non trovo gli indizi in una scuola già molto distratta dai problemi sociali e politici. Basta vedere le tracce della maturità per capire quanto essa sia sensibile a ciò che sta accadendo nel mondo.
        I responsabili di quel condizionamento sono – e qui siamo d’accordo – ahimè le famiglie stesse soggiogate dal potere economico delle banche che le vuole alla rincorsa del benessere e dalla società tramite il martellamento mediatico, realizzato anche per mezzo di internet e di tutti i sistemi di comunicazione.
        Certo che ti capisco. Il sistema di condizionamento di cui parli è per esempio in atto in Giappone, dove i bambini stanno a scuola dalle 6 alle 24 e se mostrano un talento, vengono sottratti alle famiglie. Ma qui, per cinque ore in classe per lo più spese a cazzeggiare, a prendere per i fondelli i docenti, peraltro sempre impegnati in riunioni o assenti per permessi, malattie e bla bla chi vuoi che venga condizionato?
        Grazie amico mio è sempre costruttivo e illuminante confrontarsi con te! Scusa per tutto lo spazio preso.
        Ricambierò con molte birre!
        Un abbraccio. Piero

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      6. Pierì, se non ci fossi tu (e qualche altro) mi sarei già stancato di questa esperienza… ma vedo che qui finalmente c’è terreno fertile, ci sono menti aperte con cui confrontarsi e trarre spunti di conoscenza oltre all’amicizia. Noi siamo rimasti immuni a tutto quello che hai descritto. Già, perché? Sai cosa penso io? Siamo “anime antiche” giunte ad un livello avanzato di coscienza su cui questi mezzi non fanno più presa… siamo ancora poche, il che mi fa supporre che il cammino di questa umanità sarà ancora molto lungo… 😉 Le birre saranno reciproche fino a quando il primo di noi due dirà “basta”… ahahaha

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      7. Ti ringrazio per pensarla allo stesso modo. Infatti né io né tu siamo qui per contare i like o le visite, per fortuna.
        Caro Gigi, noi abbiamo già detto basta a quel sistema. Lo sappiamo entrambi. Tu ed io siamo esempi di scelte drastiche, dolorose, sofferte volte a svincolarci da quei gioghi tremendi. Quando facevo il manager non avevo altro tempo che per il lavoro. Desideravo che la giornata durasse 36 ore e che la settimana fosse di 8 giorni. Avevo due valigie sempre pronte per i viaggi di lavoro. Vivevo in aeroporto come nel film The Terminal. E tutto ciò per una scalata sociale, alla carriera e ai guadagni sempre più lauti che quell’impegno mi fruttavano.
        Ma io? Dov’ero io? Dov’erano i sentimenti, l’amore, il profumo di una donna, i figli che stavano ad almeno mille chilometri da me?
        Non c’era nulla perché così voleva il sistema. Guai a entrare in ufficio e dire “ah oggi sono giù di morale perché mi mancano i miei figli!”
        Ma ora sono libero. Penso e dico ciò che voglio a chi mi voglia stare a sentire ma soprattutto ho il privilegio di parlare con persone che, come te, danno ragione alla nostra esistenza umana.
        Dunque, GRAZIE. E diamoci sotto con le birrozze dove, sono d’accordo, non ne avremo mai abbastanza.

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      8. Eh già… e tu hai riassunto benissimo l’essenza della vita, o almeno come crediamo che debba essere…
        Con le peculiarità che caratterizzano la mia, di vita, mi accomunano a te certe scelte altrettanto drastiche. Proprio stamane parlavo al telefono con una mia (ormai ex) collega da cui stavo raccogliendo le “solite” lamentele… le dicevo che mi sono fatto il più bel regalo che mi potessi fare…mi sono regalato il mio tempo che mi sta consentendo di comprendere chi sono davvero e cosa sia davvero importante nella vita. Tu ed anche molti altri me ne state dando conferma, siete un po’ come le lampade che mi indicano che quella che sto seguendo è la via giusta… e se la percorreremo ondeggiando a causa delle troppe birre, ben venga… ehehehe 😉

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  5. Purtroppo ci sono parecchi insegnanti che non sarebbero in grado di insegnare:magari hanno cultura,titoli o semplicemente sono lí grazie a qualche aiutino e non per merito.Ma gli manca la cosa fondamentale:il saper ascoltare e capire i bambini e i ragazzi.Perché se non sai capirli,se ti poni come l’insegnante al di sopra di tutti e vedi loro come ubbidienti vasi da riempire,non riuscirai mai a farli sentire sereni e rilassati,come dovrebbero essere,e a trasmettere loro l’interesse necessario ad imparare. Personalmente io imparo molto dai miei alunni,sia che siano bambini o ragazzi:imparo a come rapportarmi con tante menti diverse con vite e sentimenti diversi,e sento di migliorarmi ogni volta che li vedo appassionarsi e partecipare attenti alle mie materie anziché subirle passivamente come un obbligo. Studiare psicologia e pedagogia serve tantissimo,ma ancora di più serve il saper uscire dagli schemi e capire che ogni persona é una storia a sé e che deve essere la scuola ad adattarsi a bambini e ragazzi e non il contrario,con una scuola che tende a voler uniformare tutti con un unico metodo.

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    1. è esattamente quello che penso anche io Indy. Ma quanti agiscono come te? E poi, non sei mai stata “osteggiata” dai tuoi colleghi o superiori per i tuoi metodi? Sarei curioso di saperlo, perché di solito le persone come me e te sono molto “scomode” al sistema….

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      1. Sono stata osteggiata eccome! Qualcuno mi ha perfino detto che adesso non ero più la studentessa metallara ribelle ma un’insegnante e come tale mi devo comportare! Che non è compito nostro capire e ascoltare gli alunni,ma delle loro famiglie.E che quindi devo limitarmi a seguire il programma scolastico,spiegare le cose a chi le vuole capire e gli altri che si arrangino! Lo studente va responsabilizzato:il suo compito è alzarsi alla mattina,andare a scuola,non disturbare con le sue questioni personali e fare i compiti assegnati.Altrimenti son brutti voti e bocciature! Devono imparare subito che la vita è dura! Eh si! Ma secondo te io sto ad ascoltare certa gente? Non li ascoltavo da studentessa figurati adesso!Non ti ricordano certi posti di lavoro? Dove tu ti alzi,vai a lavorare,torni a casa….Ecco:io non voglio educare i ragazzi a essere piccoli robot uniformati al sistema! Futuri adulti lavoratori robot che vivono meccanicamente la loro vita già decisa da altri.Io cerco di trasmettere l’unicità delle persone,il non dover subire passivamente la vita,la scuola e il lavoro,ma diventarne parte attiva in grado di cambiare le cose quando non rendono felici. Per questo chiedo spesso ai miei alunni cosa vogliono fare certe mattine,cosa gli piacerebbe approfondire,se preferiscono essere interrogati,fare un tema,un disegno.Praticamente faccio quasi delle lezioni personalizzate! Qualcuno inorridisce quando vede che anziché un’interrogazione o un compito qualche ragazzo mi porta un disegno sulla lezione di storia o italiano o scienze. Ma se fatto bene e rende l’idea che male c’é? E poi io insegno anche arte e cosí con un compito me ne fanno due e hanno piú tempo per fare quello che vogliono a casa.Le regole ci sono e ci devono essere,ma quelle che si ritengono sbagliate vanno modificate o eliminate. Io per prima rispetto e pretendo rispetto ed educazione. E non solo dai ragazzi 😉

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      2. Indy ti ho già detto che ti adoro? Immagino che anche i tuoi alunni pensino la stessa cosa… non sei una che “lascia fare”, ma una che “lascia liberi” ed è molto diverso… tu rispetti ognuno di loro e giustamente pretendi rispetto, e non applichi le “norme” a tutti…ecco questa dovrebbe essere la scuola dei miei sogni…se ce ne fossero di più come te il mondo sarebbe un posto migliore… Grazie!

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      3. Credo solo che ognuno nel mondo debba essere libero di esprimersi come vuole e come riesce meglio. Certo che deve imparare a farlo anche in tutte le altre maniere, ma poi ce ne sarà sempre una in cui eccelle ed è quella che bisogna valorizzare. Ognuno ha delle potenzialità che devono essere tirate fuori e concretizzate.Altrimenti si avranno sempre ragazzi che si sentiranno inadeguati e insicuri perchè non riescono a fare le cose che fanno gli altri, quando invece riuscirebbero a farne altre in modo anche migliore. E si sentiranno degli eterni perdenti anche da adulti, senza ambizioni e speranze, quando invece potrebbero creare cose nuove ed avere una vita felice. E’ questo che mi fa incazzare di brutto: il volere a tutti i costi le persone uguali anzichè valorizzarne le differenze. Forse perchè la massa si controlla meglio? Mi fa molto piacere che mi capisci:)))

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      4. ti voglio raccontare un aneddoto molto personale Indy… io ho un “conflitto” di idee molto profondo con mia madre sui principi della vita. C’è un affetto e amore sconfinato reciproco, ma quando si affrontano certi argomenti le nostre posizioni divergono in maniera estrema. Certo è un’altra generazione, mi rendo conto, ma io cerco con calma di farle capire certi concetti che lei non accetta, non perché non lo voglia, ma perché non ha proprio i mezzi per farlo, essendo vissuta in un periodo in cui bisognava obbedire a tutti. C’era la guerra, i genitori decidevano chi doveva frequentare e via dicendo… Qualche giorno fa, sull’ennesimo screzio riguardante i miei tatuaggi ho cercato di dirle che a me piacciono e che non faccio del male a nessuno, anche se per lei sono una vera “tragedia” 🙂 Le ho chiesto: ma c’è qualcosa che ti sarebbe piaciuto fare nella tua vita, un sogno che avresti voluto realizzare? Sai che mi ha risposto? “Volevo suonare il pianoforte ma i tuoi nonni mi hanno detto che non era una cosa adeguata e non me lo hanno mai comprato, né mi hanno mai permesso di prendere lezioni”… Sai, mi sono venute le lacrime agli occhi…ho capito quanto sono fortunato ad essere nato adesso e l’ho perdonata per tutto…

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      5. E’ una storia davvero molto triste che credo abbia riguardato molti di quelli che hanno vissuto nelle generazioni passate. E’ brutto dirlo ma a volte è necessario dire qualche no ai genitori e seguire il proprio istinto. Se sbagliamo la colpa sarà soltanto la nostra e almeno non avremo nessun rimpianto. E te lo dico da mamma ansiosa quale sono! I miei figli sono ancora piccolissimi, ma cerco già di guidarli a fidarsi del proprio istinto e a fare le proprie scelte indipendentemente dal resto del mondo, ovviamente entro certi limiti ( il più grande ha 4 anni). Ci vogliono tutti uguali? Caxxi loro! Per fortuna mia madre ( vengo da una famiglia matriarcale, per fortuna), dopo qualche esitazione, mi ha lasciata libera di fare tutte le mie cose e i miei errori. E di questo la ringrazierò sempre

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      6. Dicono che le anime decidano in quale famiglia rinascere…i tuoi figli hanno fatto un’ottima scelta Indy… L’ansia materna resta costante nelle generazioni, ma un certo tipo di preparazione alla vita credo che sia per pochi… 🙂

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