Il mago dei regali

Una persona che considero un vero amico mi ha di recente fatto un regalo. Tra le doti che gli riconosco, oltre a quella fondamentale di una vera e disinteressata amicizia con la A maiuscola nei miei confronti, già di per se un bene prezioso al giorno d’oggi, c’è la sua innata capacità di azzeccare sempre i regali che decide di farmi.

La vita ci offre una miriade di occasioni standard per fare regali: compleanni, Natale, lauree, nascita di un bambino, San Valentino, matrimoni, tutti eventi in cui si arriva a ridosso della scadenza e si è perennemente in crisi al pensiero di cosa regalare all’amato/a, al figlio/a o al laureando/a di turno. Il più delle volte si finisce con lo spremersi le meningi inutilmente e ripiegare in zona Cesarini su un evergreen che nel 99% dei casi finirà in fondo ad un cassetto o, nella peggiore delle ipotesi, nel bidone della spazzatura (per gli ecologisti convinti si procederà al drammatico rituale del riciclaggio del regalo in questione che finirà per entrare in un terrificante giro che a volte lo riporta beffardamente alla persona che ha iniziato la catena).

Quindi ecco che arrivano cravatte, cornici d’argento, penne stilografiche, libri su argomenti demenziali ma di pregiata edizione, collanine con santi e madonne, agende di pelle…insomma la tomba della fantasia. Ed a questa miserabile pantomima fa da contraltare l’espressione pseudofelice del malcapitato ricevente/festeggiato che, scartando l’ennesima cravatta (anche se di Hermès) che non indosserebbe neanche ad un veglione di carnevale vestito da Sbirulino, esclama la frase di rito già rodata: “ma è stupenda! proprio quella che desideravo, ottima scelta…grazie! Grazie davvero!”. L’ha imparata a memoria, reprimendo conati di vomito e la recita ormai da attore consumato meritevole dell’oscar per qualsiasi pezzo di ciarpame si trovi costretto a scartare alla presenza dei mittenti che, con la coscienza sporca, sfoggiano anch’essi un sorriso di circostanza falso come un doblone di cioccolata, sperando, in cuor loro, che quel devastante momento finisca quanto prima e che il povero festeggiato passi al prossimo regalo. Il trionfo dell’ipocrisia.

Tutto questo solo perchè ai regalanti non frega una beata minchia della persona e quindi del regalo, e magari neanche volevano andarci a quella stramaledetta festa o matrimonio.

Personalmente, quindi, ritengo che il trucco per un buon regalo sia quello di essere “sentito” se fatto ad una persona a cui tieni veramente. Come in tutte le cose della vita, quando ci si mette il cuore non si sbaglia mai. Di contro, anche se doveste regalare una cravatta, state pur certi che il festeggiato avrà da conto quella cravatta come nessun’altra. La indosserà ogni volta che ne avrà l’occasione e diventerà quasi un portafortuna, arrivando a conservarla gelosamente anche quando avrà terminato la sua carriera di cravatta indossabile.

Le cose, come le persone su questo strano mondo, sono tutte fatte della stessa cosa primaria: l’energia (E=mc2, vi dice niente?). Ed energia positiva finirà inevitabilmente per attrarre altra energia positiva e viceversa. E’ una regola fisica semplicissima, ma pare che la stragrande maggioranza del genere umano non l’abbia ancora compresa.

Tornando al regalo che ho ricevuto, devo dire che si tratta di un quadro. Una riproduzione di un’opera di un artista francese, Paul Signac, dal titolo “Ritratto di Felix Feneon”.

Premetto che l’arte pittorica non è mai stata tra le mie passioni, quindi sarei stato portato a pensare che si sarebbe trattato di un regalo che non mi si addiceva, invece…

Per prima cosa sono stato colpito dai colori della tela, mi hanno provocato una serie di sensazioni contrastanti, una sorta di caos che attrae subito l’osservatore. Poi mi sono invece soffermato sull’uomo in primo piano, distinto ed elegante, sulla sua espressione concentrata unicamente sul piccolo fiore bianco che tiene in mano, simbolo di purezza, incurante del colorato caos che lo circonda. Mi è subito parso, dopo un pò che l’osservavo, come una perfetta metafora della vita, dove basta non lasciarsi prendere dalla spirale caotica della società consumistica per volgere lo sguardo e proteggere quello che più conta, la propria fragile coscienza.

Mi sono documentato su quell’opera e…ci avevo azzeccato in pieno! Sono riuscito a cogliere l’esatto messaggio dell’autore e questo mi ha reso molto soddisfatto e mi ha fatto apprezzare quell’opera non solo per il valore affettivo che riveste, ma anche come una mia iniziazione allo splendido mondo dell’arte.

Un grazie quindi al mio amico Bruno per il suo splendido regalo…

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