Una favola moderna

Nel paese di Belgioioso vivevano due vicini di casa molto diversi tra loro. Il signor Massimo Cicala ed il signor Aurelio Formica, coetanei ed entrambi single.

Massimo viveva una vita molto godereccia, amava dare feste, ascoltare musica ad alto volume, bere buon vino, accompagnarsi a molte donne e vivere notti brave, finendo per alzarsi tardi al mattino, forse con un pò di mal di testa ma sempre con un gran sorriso sulle labbra ed una gran voglia di vivere la sua vita così come se l’era scelta. Aurelio lavorava dalla mattina alla sera, non si concedeva distrazioni, sempre attento al cibo, non fumava, non beveva, insomma nessun vizio ed una vita ordinata aspettando la donna della sua vita con cui mettere su famiglia. Forse li accomunava solo il mal di testa al mattino, ma per il resto non potevano avere uno stile di vita più diverso.

Quelle volte che si incontravano al bar sotto casa, Aurelio rimproverava il modo di vivere di Massimo: “Non condivido proprio il tuo stile di vita, è del tutto irrazionale, quando sarai vecchio, se ci arriverai, te ne pentirai, non pensi proprio al tuo futuro”.

“E’ vero”, rispondeva Massimo, “forse un domani sarò malato, solo ed infelice ma sto agendo in modo del tutto razionale. Per me, essere razionale significa essere felice e la mia felicità coincide con l’attimo presente che supera ogni possibile dolore futuro”.

“Sbagli”, rispondeva Aurelio, “la felicità va vista in prospettiva futura e va spalmata su tutta la tua esistenza. Certo, io oggi so che mi privo di qualcosa, ma so che verrò ripagato, che è giusto quello che faccio e quindi investo sul mio lungo futuro”.

Dopo qualche anno Massimo si ammalò e chiese aiuto ad Aurelio, affinchè gli portasse cibo, acqua e medicine, dato che faceva difficoltà anche solo a salire le scale.

Aurelio nel frattempo si era trasferito ed aveva messo su famiglia, per cui declinò la richiesta di Massimo. “Venire a portarti acqua e cibo ogni giorno sottrarrebbe tempo alla mia vita e non posso preferire il tuo benessere al mio. Ma non ti senti adesso in colpa per aver vissuto così dissennatamente? Stai pagando il tuo stile di vita, così come avevo previsto.”

“Certo!” rispose Massimo, “infatti ne sono sempre stato consapevole, ma adesso è adesso ed all’epoca ho agito in modo razionale. Tu invece mi stai rifiutando un aiuto e questo non è molto razionale”.

“L’adesso per me è tutta la vita” rispose Aurelio, ma conosco una maga potentissima che potrebbe prepararti una pozione che ti regalerebbe un anno in perfetta salute. Ma sappi che questa pozione dura solo un anno, dopo di che le tue condizioni si aggraveranno molto di più di quanto non lo siano adesso”. Io non lo farei…

Massimo non esitò un solo istante, ottenne l’indirizzo della maga e si fece subito preparare la misteriosa pozione che lo riportò in salute e gli consentì di riprendere la vita beata che aveva vissuto fino a quel momento che egli cercò quanto più possibile di intensificare.

Dopo un anno esatto Aurelio si ritrovò al capezzale di Massimo ormai gravemente ammalato e quasi agonizzante, chiedendogli: “Ne valeva davvero la pena?”

Massimo, in preda a forti dolori, rispose: “Adesso no di certo, ma prima valeva la pena eccome!”

Aurelio disse a Massimo che conosceva un bravo medico che avrebbe potuto salvarlo ma la cura lo avrebbe reso praticamente immobile e trasformato in un invalido.

“Ah no”, rispose Massimo, “non ho mai investito sul futuro e mai potrei farlo a simili condizioni. Addio!” Massimo morì ed Aurelio visse sino 100 anni un’esistenza grigia, evitando occasioni di felicità che avrebbero potuto trasformarsi in infelicità future.

In punto di morte, Aurelio pensò proprio a Massimo e realizzò in quel momento che, rinunciare nell’immediato a ciò che vogliamo e sentiamo, per costruire un futuro del tutto ipotetico, equivale forse a rinunciare ad esistere.

102 comments

  1. Arrivo tramite Yziblog e mi son beccato la favoletta che potrebbe, come giustamente fan notare in parecchi qua sopra, declinarsi in svariate sfumature fino a convincere ognuno di noi di mantenere un comportamento, se non proprio corretto, consono alle proprie esigenze/aspirazioni/necessità.
    In realtà vorrei essere una cicala/Briatore. Me ne strafregherei probabilmente di tutti gli Aureli…
    Insomma la morale è che se virtù esiste, nasce dalle circostanze. Esaminare obbiettivamente è spesso un esercizio onanistico che lascia il tempo che trova..
    Buona vita!

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    1. Ciao Flam e benvenuto. Ogni tavoletta è una traccia lasciata nel tempo da autori anche millenari che hanno voluto indicare una strada mettendo a confronto sempre gli estremi. Nel mezzo ci passa una serie infinita di possibilità a cui ognuno si conforma, a seconda della sua indole e del suo pensiero. Certo la cicala, oggi come oggi, “acchiappa” di più per il suo stile di vita… Grazie del passaggio e buona vita a te!

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    1. ahahahahahahaha ma dove sei finitaaaaaa? di la verità che stai con le chiappette a mollo…
      Orate, fratres…che la sogliolam olet come il vespasianum di Advocatum post prandium sedutam….ahahahah

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      1. Stanotte ho sognato il Drago Kitemmurt che mi inseguiva sputando fiamme mentre cercavo di fermarlo con un lancio di cozze pelose ind all’occh…mi dava di un videogame a cui giocavo a Bisceglie che si chiamava Dragon Cozz…😂😂😂

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  2. Scrivi bene! Io sono per l’equilibrio tra i due stili, la via più difficile di tutte sicuramente ma quella più giusta, credo… Bisogna vivere il presente ma anche “conservarsi il soldo per quando non si può mangiare” come dicono i miei vecchi 🙂 Che poi anche vivendo una vita come quella di Massimo si perdono un sacco di occasioni alla fine, no?

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  3. Sbagliano entrambi, nella vita bisogna scendere a compromessi, è una sola e non va sprecata. Se i vostri genitori avessero vissuto come Massimo voi non sareste mai nati. Per i vostri genitori siete la loro felicità e Massimo non l’ha provata questa felicità. Invece Aurelio ha dato troppo alla famiglia senza prendersi un suo spazio, anche se amare ed essere amati non è poi così male.

    Non posso proprio approvare una vita di zoccole, alcool e Rock N’Roll, anche questa per me è una vita sprecata. La vecchiaia fa parte della nostra vita, molti grandi artisti e scienziati hanno dato il meglio di loro a tarda età. Arrivare al meglio nella terza età non è una vita sprecata, è solo un’altra fase della nostra esistenza.

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    1. Mi hai fatto riflettere Pinza…in effetti forse la soluzione sta sempre nel mezzo, ma si tende sempre a sconfinare dall’una o dall’altra parte…l’equilibrio è sempre un’esercizio molto difficile…

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      1. Giusta traduzione, fai la cicala da quando nasci finché non metti su famiglia, ti dedichi un po’ a quella tanto per essere ben accudito in vecchiaia e poi ti rilanci nella vita da cicala. Poi, si sa, divorzi, paghi alimenti, i figli ti danno un calcio in culo e crepi ugualmente da cicala.

        Penso non ci sia una regola fissa pe raggiungere la felicità, ognuno la trova come vuole. Ma gli eccessi fanno sempre male e come si diceva prima, la soluzione sta nel mezzo.

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      2. Pinza, ti ribattezzo Pinzagora…che fa più filosofo…parole sante le tue… ma il mantenimento del giusto mezzo è cosa difficile anche per gli spiriti più eletti…

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  4. Un po’ come quelli che vivono tutto l’anno in economia e poi si fanno un bellissimo viaggio di tre settimane per le vacanze. Bravi, anzi bravissimi. Ma le altre 49 settimane l’anno come vivono? Ecco, per quanto sia bello viaggiare, per me il 3 contro le 49 non reggono il confronto.
    Ma soprattutto: e se nel frattempo muoiono?

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    1. ahahahah bè tu sei grande, davvero. Io adoro il tuo modo diretto di affrontare la vita di petto… Credo che se qualcuno dovesse averti davanti incazzata farebbe meglio a fuggire… 🙂
      Però nota che tutta la vita delle persone è impostata su questo modello…si alzano alle 5 di mattina e si fanno un mazzo così per arrivare dopo mesi a mettere da parte il necessario per comprare l’ultimo modello di cellulare o la macchina col park assistant… ed lo stesso concetto che hai espresso tu… 😉

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      1. Sheeple.
        Un po’ quello che succede anche ogni domenica estiva: si alzano, si mettono in coda per andare al mare, stanno stesi tutti appiccicati sulla sabbia, fanno la coda per mangiare, ari acciughe sulla spiaggia poi si rimettono in macchina e fanno la cosa per tornare a casa. E magari nel frattempo si lamentano perchè sono incolonnati. Ma va?

        Non sono una da scenate, ma da poche frasi ben piazzate. Di solito hanno lo stesso della bomba atomica 😉

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      1. Non si possono conservare le emozioni per un giorno che chissà se verrà mai… Alla fine, se non facciamo altro che reprimerci, non riusciremo più a trovare la chiave e finiremo per vivere costretti in noi stessi…

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      1. L’ho trovata davvero bella. E la trasposizione moderna è brillante. Carina l’immagine di questo condominio multisfaccettato. E con un “baretto” sotto.
        Tempi sociali che si incontrano.
        Bellissimo!. Grazie a te!

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      2. io la trovo fantastica…dividiamoci e scegliamo le favole e poi vediamo che ne esce…sono certo che sarebbe quantomeno divertente e soddisfacente per noi stessi, ed il nostro spirito di scrittori… 😉

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      3. Fantastico! Mi piace molto questa idea…prendiamo due favole e le adattiamo, oppure potremmo fondere più favole in una…si, la scrittura ha il gusto eterno dell’avventura in effetti… la fantasia non ha limiti ed è questo il bello…mi sta esaltando questa cosa… 😉

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      1. Cicalone, per la precisione. Già mangiato vecchio mio ma oggi siamo andati sul nordico… insalata di riso e tacchino… appena posso ti faccio schiattare con le nostre specialità… stai in campana… Abbracci Mister Gigi!

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      2. Stasera i miei vecchietti li metto sul frugale… tranquillo… io se potessi un Cardenal Mendoza en copa caliente (anche se fa un caldo della madonna) ma domani eh eh preparati…potrei anche pensare a fave e cicorie… ti farò sapere pifferaio milanese…

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      3. Io mi sono fatto vent’anni di surgelati quando ero a Milano (ad eccezione dei week end, ovviamente)… quindi o ti rassegni con i tomini o ti dai da fare, prima di berti tutti i Negroni di Milano… In attesa di venire a “toglierti le pieghe” giù da noi, qualcosa da mangiare devi pur preparare… pigrone… oppure… che ne dici di una bella indigena che ti vuole tanto bene da non avvelenarti ma prepararti pranzetti luculliani e cenette romantiche?

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      4. Sì ma se il “bucato” lo fai a 90° e vuoi ottimi risultati in “sicurezza”, usa quello, come si chiama, quello molto simile alla “schiuma di sciampagna” e non metterne troppo, nel “contenitore” giusto… Non fare la centrifugazione… lascia andare con il solito movimento ondulatorio-sussultorio. Ti viene meglio. Fidati.

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