Serendipità

Mi sono imbattuto più volte in questo neologismo che non ha riscontri nella nostra lingua, infatti, altro non è che l’italianizzazione della parola anglosassone “serendipity”, il cui significato è quello di fare felici scoperte per puro caso, oppure trovare una determinata cosa mentre se ne stava cercando un’altra.

L’etimologia di questa strana parola deriva da “Serendip”, il nome che nell’antichità veniva dato allo Sri Lanka e che si trova appunto in una fiaba persiana, “I tre principi di Serendippo”, che narra dei tre figli di un re che intraprendono un viaggio, incontrando sul loro cammino una serie di indizi che li salvano da molte occasioni difficili. Prescindendo dall’etimologia della parola, trattasi di una di quelle esperienze con cui si ha a che fare più volte di quanto non si pensi.

Applicando il concetto ai grandi eventi potremmo, per esempio, dire che il più famoso dei “serendipitai” della storia sia stato Cristoforo Colombo, il quale, partito alla volta delle Indie con le sue caravelle, si trovò a sbarcare in un continente sconosciuto che avrebbe legato il suo nome alla futura storia del genere umano. Inoltre, la serendipità è all’ordine del giorno nel campo della ricerca scientifica, laddove è risaputo che le scoperte più importanti vengono fatte mentre si stava cercando altro. Basti pensare a Fleming che scoprì la penicillina disinfettando una provetta.

A molti il concetto potrà sembrare assimilabile a quello di caso o mera fortuna, ma il valore aggiunto della serendipità sta proprio nel fatto che il caso fortunato è legato a sagacia, intuito e coraggio, proprio come nella citata fiaba dei tre principi. In questo caso la fortuna non piove dal cielo mentre si sta fermi ad oziare ma ci assiste a condizione che noi si sia in grado di poterla afferrare, perché, come diceva Pasteur, “il caso favorisce solo la mente preparata”. Potremmo definirla “l’arte di trarre profitto”, da cui la capacità, non da tutti, di vedere la grandezza ed il disegno divino anche nelle piccole cose, affrontando la quotidianità con uno stato d’animo privo di paura ed insicurezza per tutto ciò che ci è nuovo.

Cerchiamo quindi, nella vita, di essere sempre più curiosi e meno frettolosi, giudicando tutti gli eventi, belli o brutti che siano, con lungimiranza ed attenzione invece che con risposte di ansia immediata. E’ vero che la fortuna premia gli audaci, ma è anche vero che l’esperienza ci insegna che quasi tutte le cose che desideriamo, le troviamo proprio quando smettiamo di cercarle. Più accanimento ci mettiamo e più sembrano sfuggirci.

L’aspettativa, accompagnata dall’ansia ci fa ottenere esattamente l’effetto opposto. Buona serendipità a tutti.

22 comments

      1. Visto e amato durante la mia prima adolescenza. Decisamente troppo “Hollywoodiano”, vero, e ora mi appare come inverosimile. Ma è sicuramente il film che mi ha fatto amare il concetto, che poi ho avuto occasione di ritrovare anche nei miei studi.

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      2. ti confesso che mi è così piaciuto (all’epoca) che l’ho visto due volte. Ora non lo rivedrei più ma il sottile messaggio che lascia ha, a sua volta, lasciato un segno indelebile in me… non vorrei sembrare invadente, ma che studi fai?

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      3. al confronto un film di Harry Potter è un documentario di Piero Angela… io resto a bocca aperta quando leggo degli esperimenti che fanno e dei risultati che ottengono…se penso che noi (come tutto ciò che ci circonda) siamo fatti di quella misteriosa materia non riesco a crederci…

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  1. Colgo questo tuo augurio con molto piacere
    Vero che, per raccogliere i frutti ,occorre cercare e non restare in panciolle
    Ma è anche vero che, la dea bendata, aiuta a caso, soprattutto chi o coloro che non muovono un dito
    Grazie e buona Serendipità a te
    Baci
    Mistral

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